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Ecco il punto di frattura tra Maduro e l’Europa. La lettura di Magallanes

La possibilità di un’azione di reciprocità da parte dell’Europa, gli interessi del regime venezuelano e il ruolo solidale dell’ambasciatrice Isabel Brilhante Pedrosa in Venezuela. Conversazione con Mariela Magallanes, deputata venezuelana e rappresentante del governo ad interim di Juan Guaidó in Italia

 

Ancora una volta il governo di Nicolás Maduro ha espulso l’ambasciatrice dell’Unione europea in Venezuela, Isabel Brilhante Pedrosa. Il regime ha dichiarato la diplomatica “persona non grata” e le ha concesso 72 ore per lasciare il territorio venezuelano. La decisione è stata comunicata alla rappresentante di Bruxelles con una lettera, consegnata dal ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza.

A colpire gli interessi del regime sono state le nuove sanzioni imposte dall’Europa ad alcuni funzionari del governo socialista. Maduro, infatti, ha dichiarato che “se l’Unione europea non opererà una rettifica delle sanzioni imposte ai funzionari venezuelani, non vi sarà mai più una ripresa del dialogo”.

“Il Venezuela ha la sua dignità e sa rispondere a qualsiasi aggressione, da qualunque parte essa provenga – ha aggiunto Maduro -. Invece, l’Ue crede di essere la nuova potenza imperiale mondiale con un diritto di trattare i Paesi latinoamericani come sue colonie. […] Stavamo cercando di dialogare con una Nazione europea per permettere un dialogo fra tutti i settori dell’opposizione e il chavismo. Ma, dopo questo, non si può fare più nulla”.

L’Unione europea ha lamentato la decisione del regime e ha chiesto che venga revocata, giacché il ritiro dell’ambasciatrice “porterà solo a un ulteriore isolamento internazionale del Venezuela”.

Ma il regime è stato colpito dove più fa male, cioè, la possibilità di “collocare” all’estero il denaro sottratto alle casse dello Stato venezuelano. Così lo spiega in una conversazione con Formiche.net Mariela Magallanes, deputata venezuelana e rappresentante del governo ad interim di Juan Guaidó in Italia.

Magallanes ricorda che non è la prima volta che il governo di Maduro minaccia l’espulsione dell’ambasciatore Ue dal territorio venezuelano. A giugno del 2020 è successo qualcosa di simile, solo che alla fine l’azione non è avvenuta: “Si tratta di un attacco diretto contro l’Europa per avere sanzionato a 19 funzionari accusati di corruzione, violazione di diritti umani e di minare la libertà in Venezuela. Non è la decisione di un solo Paese europeo, o di alcuni, ma dall’unanimità dei Paesi membri dell’Ue. Sono le sanzioni di un organismo multilaterale”.

La scelta del regime di espellere il rappresentante diplomatico europeo non è positiva per il Venezuela. La deputata solidarizza con l’ambasciatrice Brilhante Pedrosa e sottolinea l’importante ruolo che ha avuto in questi anni: “Lei è una grande amica e alleata della causa venezuelana. Ha sempre canalizzato bene l’appoggio tramite la cooperazione internazionale, sostenendo la società civile, con progetti comunitari molto importanti indirizzati alle donne. Queste sono iniziative positive per il popolo venezuelano, che contribuiscono a contenere la crisi che stiamo vivendo. E questo il regime non lo perdona”.

Magallanes spiega che il regime ha dato all’ambasciatrice 72 ore (da ieri) per lasciare il territorio venezuelano: “Esiste la possibilità di un’azione di reciprocità. È una possibilità che si sta studiando, ma ancora non è in atto. L’Europa spera che ci sia un dietrofront nella decisione di espulsione, ma se non succede semplicemente si passerà a non avere più ambasciatori venezuelani in Europa”.

L’espulsione di Brilhante Pedrosa dimostra a livello internazionale la natura totalitarista del regime, e l’intenzione di isolarsi del mondo. “Questo è un regime perverso – spiega Magallanes -, che usa il potere, le necessità del popolo a beneficio proprio. A Maduro non importa che il Venezuela abbia il numero più grande di migranti; tutti che scappano dalla crisi umanitaria. Quest’anno, se non cambia qualcosa, aumenterà ancora e si raggiungerà la cifra di otto milioni di venezuelani all’estero. È una cifra insostenibile, giacché il destino di questi migrati sono principalmente i Paesi dell’America latina”.

Secondo la parlamentare, che vive in esilio in Italia, il governo socialista “ si può far male soltanto se toccano i suoi interessi. Le sanzioni sono individuali, non danneggiano i venezuelani. A danneggiare i venezuelani è il regime”. Magallanes sottolinea come le sanzioni siano “uno strumento di pressione che ha funzionato per evitare che continuino a rubare le risorse della nazione e a minare la dignità dei venezuelani. Non sono la causa di quanto succede in Venezuela. La crisi in Venezuela è provocata dalla corruzione, dal progetto politico del regime di Maduro sostenuto da Cuba e i suoi alleati per mantenersi nel potere e continuare a dissanguare il Venezuela”.

Il governo ad interim di Guaidó, invece, “ha fatto un gran lavoro a livello internazionale per continuare a sanzionare i corrotti del regime e chi viola i diritti umani. Perché i personaggi sanzionati sono i responsabili di quanto sta succedendo in Venezuela, l’aggravarsi della crisi, operando contro la libertà e la democrazia”, conclude Magallanes.

L’obiettivo della comunità internazionale con le sanzioni individuali “è cercare un accordo che porti a elezioni libere in Venezuela, e così i venezuelani potranno avere il diritto al voto e potranno porre una fine alla sofferenza e alla crisi umanitaria del Paese”.

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