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Mariangela Mandia: Dare alla Luce, la Salute attraverso l’Arte della Cultura

Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.
Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com.
Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.

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Mariangela Mandia: Dare alla Luce, la Salute attraverso l’Arte della Cultura

Creative manager, Mariangela Mandia si definisce, anche,  artigiana.
Campana, ha vissuto nel Parco del Cilento, Alburni e Vallo di Diano.
Ideatrice del modello Sistema Bellezza grazie al quale ha unito “ricerca, sviluppo, innovazione, promozione attraverso un connubio fra creatività e capacità di fare impresa.”
La sua formazione inizia con lo studio della danza classica. Laureata in Scienze Politiche e Sociali, approda, dopo un periodo di lavoro nel settore fashion retail, all’istituto Marangoni di Milano. La qualità della vita e delle relazioni la spingono ad avere un forte legame con la sua tenuta di famiglia negli Alburni: La Tavernola. Ne cura il restyling sul principio della bioedilizia, accessibilità e finiture d’interni, come Luce, la sua linea di interruttori di Ceramica di Vietri sul Mare.
Si occupa di ospitalità e organizzazione di eventi.
Membro del Dipartimento del Turismo Italia/Brasile, affiliato con Camera di Commercio di San Paolo del Brasile.
Nel sociale le sono stati conferiti ruoli frutto del suo impegno attraverso il suo lavoro.
Ideatrice del format: “It’s pink time la Prevenzione è glamour. La moda a sostegno della Prevenzione”. A Salerno è Ambasciatrice della LILT (lega italiana lotta ai tumori) e Consigliera UICI (unione italiana ciechi ed ipovedenti) e Membro IRFOM ricerca e formazione.

D. Chi è un innovatore? Perché?
R:Innovatore è colui che ha: umiltà, esperienza e lungimiranza.
La consapevolezza di agire responsabile.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo negli ultimi anni?
R. La capacità di diffondere la cultura della Prevenzione, quella con la P maiuscola.
Equilibrio e armonia partono da un approccio multidisciplinare, in cui il concetto di salute equivale ad un avanzare secondo logiche connesse: dall’istruzione, all’ambiente, alla capacità di fare impresa. L’arte come strumento di trasferimento di cultura.

D. Qual è il ruolo di un leader di un’organizzazione?
R. Esserlo!
Avere sei sensi.
Impara dal legame uomo- natura le attese, l’attenzione per i dettagli, l’umanità ed il rigore. Il leader, capace di non dare mai nulla per scontato.
Coglie il Bene Essere!
Tira fuori il talento, anche, quando è travestito dalle convinzioni personali di chi ha di fronte.
Stile  come essenza, silenziosa ed operosa.
Questione di dettagli.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. La mia vita è un segno lasciato dal mio albero genealogico e anche dai miei maestri: quelli di vita e di creatività.
Mi nutro e sono valori a cui tendo, rapportandoli alla mia personalità, cercando di essere la versione migliore per me stessa.

D. La tua più grande speranza? 
R.Il mio augurio è CREATI vITA, la speranza di un nuovo Rinascimento, come modello a cui tendere.
Uomini ambasciatori di se stessi, per quello che hanno fatto ed ancora possono realizzare.

Italia è  da sempre sinonimo di  speranza.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro? 
R. Dare la giusta centralità al concetto di  salute, negli ambiti che ricopro ed anche come esterna per altri progetti alla quale sono e sarò felice di donare questo contributo.
Salute è sicurezza, tutela noi ed il nostro lavoro. Siano persone, servizi o prodotti.
Questo per me è passato, presente e dovrà essere il futuro.

D. La cosa che ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabiare?
R. Mi fa emozionare la capacità di creare con le mani, sia un piatto, un accessorio, una decorazione ed attraverso questo processo tiro fuori la capacità di stupirmi ancora ed alla fine quello che può sembrare anche una semplice cravatta con delle iniziali per me esprime un mondo, quel mondo, per quella persona, per quel messaggio, per un linguaggio muto ma efficace.
Mi fa arrabbiare, la mancanza di educazione. Le buone maniere, a mio avviso, sono parte del mio modello Sistemabellezza: un dettaglio che dice molto di più di quanto si possa pensare di camuffare dietro ai soliti cliché.
Da lì ha inizio tutto, dall’educazione.



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