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Chi è l’amb. Mattiolo, il consigliere diplomatico di Draghi che arriva da Berlino

Chi è e cosa pensa Luigi Mattiolo, nuovo consigliere diplomatico di Palazzo Chigi. Come Conte con Benassi, anche Draghi sceglie l’ambasciatore di stanza a Berlino

Dopo Piero Benassi, ora Luigi Mattiolo. Gli ultimi due consiglieri diplomatici di Palazzo Chigi hanno in comune la provenienza: Berlino. Giuseppe Conte aveva scelto come suo consigliere diplomatico Piero Benassi, l’ambasciatore italiano in Germania che gli aveva facilitato il dialogo con la cancelliera tedesca Angela Merkel, prima di nominarlo il 21 dicembre scorso come sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega ai Servizi. A succedere a Benassi in quel di Berlino fu proprio Mattiolo, che oggi il presidente Mario Draghi ha nominato come suo consigliere diplomatico e rappresentante personale/sherpa per i vertici G7 e G20.

IL PROFILO

Mattiolo, nato a Roma il 28 ottobre 1957, laureato in scienze politiche all’Università di Roma, è entrato in diplomazia nel 1981. E il suo nome circolava già nel 2018 come consigliere diplomatico dell’allora presidente Conte. Per lui non è la prima volta a Palazzo Chigi: infatti ha prestato servizio presso l’Ufficio del consigliere diplomatico alla Presidenza del Consiglio dei ministri tra il 1993 e il 1995. Nel 2005 è stato ministro plenipotenziario alla Rappresentanza permanente presso il Consiglio Atlantico a Bruxelles. Nel 2008 è stato nominato ambasciatore a Tel Aviv, in Israele. Dal 2012 al 2015 è stato direttore generale per l’Unione Europea presso il ministero degli Esteri. Nominato ambasciatore nel 2013, dal 2015 è stato ambasciatore ad Ankara, in Turchia, prima di andare a Berlino. In questi ultimi mesi è stato molto impegnato negli sforzi diplomatici per contrastare la pandemia a livello europeo.

I LEGAMI USA-GERMANIA

Un mese fa è stato intervistato dal sito IlBollettino.eu. Nell’occasione ha dichiarato: “La Germania ha accolto con evidente favore la vittoria di [Joe] Biden alla Casa Bianca e ha enfatizzato i temi sui quali si prevede una forte convergenza politica tra le due sponde dell’Atlantico: il cambiamento climatico, il multilateralismo o la lotta alla pandemia”. Tuttavia, ha continuato, “restano sul tappeto una serie di questioni aperte in materia economica, politica e di sicurezza, ma certamente la relazione tra Berlino e Washington sarà prioritaria per il prossimo governo tedesco, quale che sia la sua composizione”.

LA CINA

Nella stessa intervista ha parlato di Germania: “La visione della Germania resta legata alle direttrici di politica estera definite dal Governo tedesco: coesione e sovranità europea, partenariato transatlantico, multilateralismo, promozione della democrazia e difesa dei diritti umani. Al contempo, a questi ambiti – che definirei tradizionali – della politica estera di Berlino, si affianca una crescente attenzione all’area indopacifica (che forma oggetto di una strategia ad hoc presentata nei mesi scorsi), al Sahel e al Nord Africa (ricordo in particolare la Conferenza di Berlino sulla Libia), nonché all’America Latina”.

LA POLITICA TEDESCA

Ma anche di Cina, che con “con 206 miliardi di euro (dato del 2019) rappresenta ormai il primo partner in termini di interscambio commerciale e in tale ottica può essere letto l’impegno profuso negli ultimi giorni di Presidenza tedesca del Consiglio UE per conseguire un’intesa di massima sull’accordo con la Cina in materia di investimenti (CAI)”.

(Foto: Twitter, @ItalyinGermany)



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