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Corvette europee. Ecco l’intesa tra Fincantieri, Naval Group e Navantia

Naviris ha siglato un memorandum con il campione spagnolo, Navantia, per cooperare sul programma “European patrol corvette” (o Epc), il più importante per il settore navale nell’ambito della Pesco. Se si contano anche Fincantieri e Naval Group, il progetto vede a bordo quattro aziende per tre Paesi, in linea con quanto previsto per poter accedere ai finanziamenti del nascente Fondo europeo di Difesa

Corvette sempre più europee. Naviris, la joint venture tra Fincantieri e la francese Naval Group, ha siglato un memorandum of understanding con il campione spagnolo, Navantia. L’obiettivo è ampliare la cooperazione sul programma “European patrol corvette” (o Epc), il più importante per il settore navale nell’ambito della cooperazione strutturata permanente (Pesco) dell’Unione europea. Se si contano anche Fincantieri e Naval Group, il progetto vede a bordo quattro aziende da tre Paesi, in linea con quanto previsto dall’atteso regolamento dell’Ue per poter accedere ai finanziamenti del nascente Fondo europeo di Difesa (Edf).

LA COLLABORAZIONE

“Sul versante industriale – spiega una nota congiunta – Naviris e Navantia agiranno in modo pienamente coordinato con Fincantieri e Naval Group per il programma Epc”. Si specifica inoltre che “gli studi potrebbero potenzialmente beneficiare dei fondi dell’Unione europea e nazionali e includeranno gran parte della ricerca e sviluppo, che porterà a soluzioni innovative per rendere più facile il co-sviluppo e l’interoperabilità, l’efficienza e la gestione digitale”. Resta poi l’obiettivo di “includere altri partner europei per integrare la base tecnologica, che è determinata dai requisiti della Epc delle singole nazioni, nonché dalla strategia e alle linee guida della Commissione europea”.

IL PROGRAMMA

D’altronde il programma per le nuove corvette europee è sul tavolo da tempo. Gli Stati maggiori delle Marine di Francia e Italia hanno avviato da diversi anni uno studio congiunto sulla comune esigenza operativa, per unità deputate a missioni multiruolo e di pattugliamento: una nave smart, innovativa, economicamente accessibile, sostenibile, interoperativa e flessibile. A novembre 2019, su richiesta italiana, il programma Epc è entrato ufficialmente nella Pesco, formula già prevista dai trattati dell’Ue che punta a favorire strette collaborazioni tra Paesi membri nel settore della difesa e della sicurezza. Al momento della presentazione del progetto erano a bordo Italia (alla guida) e Francia. Hanno poi aderito la Grecia e (più di recente) la Spagna, apparsa da subito desiderosa di far salire a bordo il suo campione nazionale, Navantia.

IL MOMENTUM PER LA DIFESA EUROPA

Il momentum pare favorevole. La prossima settimana la Commissione presenterà il nuovo Action plan su “sinergie tra industrie civili, della difesa e dello spazio”. A fine mese, il Consiglio europeo presieduto da Charles Michel avrà la Difesa europea in cima all’agenda. Il programma Epc è tra quelli più rilevanti dell’intero sistema della Difesa comune. A novembre scorso, la prima edizione della revisione coordinata annuale (la Card, pensata per offrire omogeneità ai vari impegni nazionali) ha individuato 55 opportunità di sviluppo cooperativo e sei capacità definite “cruciali”, tra quest’ultime c’è la “European Patrol Class Surface Ship”. Secondo la Card, “sette Stati membri si sono dichiarati interessati a collaborare” per unità da rendere operative entro il prossimo decennio. La revisione individua opportunità di cooperazione sull’approvvigionamento congiunto di prodotti disponibili sul mercato, strutture logistiche comuni per imbarcazioni simili e requisiti funzionali.

VERSO L’EDF

Ora l’attenzione è tutta per l’Edf, per cui si è trovato l’accordo tra le istituzioni dell’Ue per una dotazione da 7,9 miliardi da qui al 2027. Serviranno a co-finanziare progetti di ricerca e sviluppo in campo militare, con bonus ulteriori a quei programmi che ricadono all’interno della Pesco. Per essere ammissibili, le proposte dovranno vedere coinvolte almeno tre entità da altrettanti Stati membri. Da qui l’esigenza, per poter accedere ai co-finanziamenti, di ampliare la partecipazione industriale.

I PROGETTI DI NAVIRIS

In testa c’è chiaramente Naviris, la joint venture entrata in operatività da poco più di un anno. Lo scorso giugno ha ottenuto dall’Occar un contratto per cinque progetti di ricerca e sviluppo in ambiti innovativi, tra navi digitali, logistica del futuro e riduzione dei consumi di energia a bordo. Un mese dopo è arrivato (sempre dall’Occar) l’avvio dell’altro grande progetto nel mirino: l’ammodernamento di mezza vita dei quattro cacciatorpediniere di classe Orizzonte di Franca e Italia (unità Andrea Doria e Caio Duilio). Il contratto in questione riguarda lo studio di fattibilità, prima fase di un progetto che era dato come primo obiettivo sin dall’avvio degli accordi per la joint venture italo-francese.

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