Il grillino di ferro si è confermato una figura chiave all’interno del Movimento, dalle origini fino agli avvenimenti più recenti. Passa dal ministero per lo sviluppo economico a quello dell’agricoltura nel nuovo governo Draghi
Stefano Patuanelli nasce il 1974 a Trieste. Laureatosi con la lode in Ingegneria edile, si iscrive nel 2004 all’ordine degli ingegneri e ricopre la carica di consigliere e tesoriere della provincia triestina dal 2009 al 2011.
L’ingegner Patuanelli, grillino della prima ora, è da annoverarsi tra i fedelissimi del comico genovese e del fu capo politico Luigi Di Maio. Grazie a Meetup, un’applicazione che consente di incontrare gruppi di persone diversi, fonda il Gruppo Beppe Grillo Trieste nel 2005. Scende nell’agone politico nel 2011 con la carica di consigliere comunale della sua città natia, che ricoprirà fino al 2016.
Nel 2018 viene eletto senatore del Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Friuli-Venezia Giulia e diventa capogruppo al Senato. I pentastellati governano assieme alla Lega fino all’estate 2019, quando l’alleanza si rompe e si alleano con il Partito Democratico. Patuanelli è considerato un grillino moderato, tratto che lo ha reso uno dei principali pontieri tra M5S e PD in quel periodo.
Giuseppe Conte, all’inizio del suo secondo mandato come premier, lo nomina ministro dello Sviluppo Economico in sostituzione di Di Maio (che va agli Esteri). Dopo aver prestato giuramento davanti al Presidente Sergio Mattarella partecipa al consiglio dei ministri che approva, su sua iniziativa, un decreto che affida all’esecutivo il golden power nelle operazioni strategiche.
Durante il suo mandato si scontra con il Covid-19, definendo il suo ruolo ministeriale un “ossimoro” a causa della crisi economica indotta dai lockdown. Si adopera per l’innovazione delle imprese e il Superbonus edilizio al 110% nel segno dello sviluppo sostenibile. È considerato uno dei grillini più vicini alle posizioni di Confindustria.
Decaduto il governo Conte II, Patuanelli viene nominato da Mario Draghi ministro all’Agricoltura, sostituendo la renziana Teresa Bellanova, il 12 febbraio 2021.
