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Il futuro del presunto prestanome di Maduro, Alex Saab (c’entra l’Italia)

Entro l’11 marzo il tribunale di Capo Verde dovrà prendere una decisione sull’estradizione dell’imprenditore Alex Saab. La moglie (indagata in Italia per riciclaggio) sarebbe a Mosca. L’intrigo internazionale attorno al regime venezuelano

Grande attesa per la decisione che dovrà comunicare a breve il tribunale di Capo Verde sul destino di Alex Saab, presunto prestanome di Nicolás Maduro. Entro l’11 marzo si saprà se l’imprenditore colombiano, arrestato mentre era diretto verso l’Iran come “inviato speciale” del regime venezuelano, sarà estradato negli Stati Uniti. Saab è accusato di riciclaggio e di fare parte di una rete criminale internazionale guidata dal governo socialista del Venezuela.

Secondo il quotidiano venezuelano El Nacional, l’aereo della Drug Enforcement Administration (Dea), l’agenzia federale antidroga degli Stati Uniti, è pronto per portare Saab a Miami nel caso sia approvata la richiesta di estradizione di Washington. La difesa continua a presentare ricorsi per rallentare il processo e ha addirittura chiesto il 5 febbraio la sospensione al Tribunale di Giustizia della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale. Ma le autorità di Capo Verde hanno già chiarito che non terranno conto della decisione di questa organizzazione e andranno avanti con il caso.

Intanto, per rendere ancora più oscura la vicenda è arrivato un altro protagonista: la Russia. Il quotidiano colombiano El Tiempo scrive che la famiglia di Saab è stata trasferita da Caracas a Mosca nel mese di gennaio. La moglie dell’imprenditore, la modella italiana Camilla Fabri (nella foto), è indagata a Roma per riciclaggio di denaro.

Dopo l’arresto il 12 giugno del 2020, la famiglia di Saab era stata portata a Caracas, protetta dalla rete di sicurezza del regime. Un parente di Fabri doveva rientrare a Italia per motivi di salute, ma il governo venezuelano avrebbe vietato il viaggio.

Nel 2019, El Tiempo aveva svelato che Fabri era andata in Russia dopo l’apertura dell’inchiesta in Italia per riciclaggio, tramite un parente nel Regno Unito.

“L’uscita della famiglia di Saab dal Venezuela ratifica la loro importanza per il regime”, si legge su El Nacional. Il quotidiano spagnolo Abc sostiene che a dicembre alcuni rappresentanti del governo di Donald Trump avevano avviato un dialogo con il regime di Maduro e in questo sarebbe spuntato il nome di Saab. “Si dice che Maduro promuova qualsiasi negoziato per la liberazione del suo presunto inviato speciale”, conclude la pubblicazione.

Saab è un elemento chiave negli accordi tra Venezuela, Turchia, Iran e Russia, e potrebbe fornire indizi sugli affari del regime nel Regno Unito e in Europa (specialmente in Italia).

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