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Il tweet di Rihanna sull’India che ha scatenato una crisi diplomatica globale

La cantante si è pronunciata a favore delle proteste che contestano la legge sulla vendita, i prezzi e la conservazione dei prodotti agricoli. Le autorità indiane indagano su una possibile campagna per screditare la reputazione internazionale dell’India. E gli Usa…

È scontro aperto tra la cantante Rihanna e il governo dell’India. La famosa pop star è riuscita a far diventare un tema globale le manifestazioni dei contadini indiani contro la riforma del settore.

Su Twitter, Rihanna si è pronunciata contro il blocco di internet nelle zona delle proteste. “Perché non stiamo parlando di questo?”, ha scritto l’artista, che ha più di 100 milioni di follower.

 

Poco dopo, la giovane eco-attivista Greta Thunberg ha condiviso un tweet con altre critiche alla nuova legge, creando ancora più attenzione sul punto. Si sono schierati a favore delle proteste la nipote del vicepresidente americano Kamala Harris, Meena, la deputata democratica Ilhan Omar, e la star della NFL JuJu Smith-Schuster.

L’esposizione mediatica delle proteste tramite questi personaggi pubblici molto noti ha spinto alla polizia di New Delhi ad aprire un fascicolo sul caso. L’ipotesi di indagine? Che dietro ai creatori del sito linkato da Greta Thunberg ci sia una campagna internazionale per screditare la reputazione dell’India nel mondo. E una protesta rurale diventa un caso diplomatico internazionale.

Il ministro dell’Interno indiano, Amit Shah, ha pubblicato un tweet contro l’iniziativa di Rihanna con gli hashtag #IndiaAgainstPropaganda e #IndiaTogether: “Nessuna propaganda può dissuadere l’unità dell’India! Nessuna propaganda può fermare all’India per raggiungere nuove altezze! La propaganda non può decidere il destino dell’India… Solo il progresso può farlo. L’India resta unità per raggiungere il progresso”.

Sachin Tendulkar, campione di cricket (lo sport più popolare nel paese), ha scritto sui social: “La sovranità dell’India non può essere compromessa. Le forze esterne possono essere spettatrici, ma non partecipanti. Gli indiani conoscono l’india e dovrebbero decidere per l’India. Manteniamoci uniti come nazione”.

È da due mesi che i contadini indiani manifestano contro le nuove leggi che regoleranno la vendita, i prezzi e la conservazione dei prodotti agricoli. Alle proteste partecipano anche donne, bambini e anziani, che dormono nelle strade e non temono le gelide temperature dell’inverno né il bilancio dei morti negli scontri con la polizia.

L’emittente americana Nbc News sostiene che queste proteste rappresentano “una sfida rara e importante per Modi, che si è insediato nel 2014 e ha definito queste leggi necessarie per modernizzare l’agricoltura del paese”. Gli agricoltori sono il blocco elettorale più influente in India e contribuiscono ad una parte importante della sua economia.

Il governo di New Delhi sostiene di volere negoziare con gli agricoltori e si è detto disposto a sospendere l’entrata in vigore della legge per due mesi. Ma i contadini vogliono che sia revocata totalmente.

Per risolvere la questione, gli Stati Uniti hanno invitato al dialogo. “Incoraggiamo che qualsiasi divergenza tra le parti venga risolta attraverso il dialogo – ha dichiarato il Dipartimento di Stato americano -. In generale, gli Stati Uniti sono favorevoli a misure che migliorerebbero l’efficienza dei mercati indiani e attrarrebbero maggiori investimenti del settore privato”. Tuttavia, riconoscono che “l’accesso senza ostacoli alle informazioni, compreso Internet, è fondamentale per la libertà di espressione e un segno distintivo di una fiorente democrazia”.

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