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Il faro di Enel per le sfide del futuro: la sostenibilità. Scrive Tamburi

Di Carlo Tamburi

L’emergenza sanitaria non ha fermato ma anzi, accelerato, il processo in corso in Italia e nel mondo verso un modello più sostenibile per l’energia del futuro. Tuttavia, per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2025 è importante che quello appena iniziato sia l’anno della svolta anche dal punto di vista degli iter autorizzativi. L’analisi di Carlo Tamburi, Direttore Enel Italia

Il 2020 sarà inevitabilmente ricordato come l’anno della pandemia, e l’auspicio di tutti è che il 2021 sia il punto di svolta nel contrastare il Covid-19. Lo scorso anno sin dai primi segnali dell’emergenza sanitaria abbiamo lavorato in stretto contatto con autorità sia nazionali che regionali e con la Protezione civile per individuare esigenze e priorità in modo da orientare la nostra azione a sostegno del paese e per garantire la tutela della salute dei nostri dipendenti e, al tempo stesso, la continuità del servizio elettrico. Sono impegni che proseguono ancora oggi e che continueranno fino al termine della pandemia.

L’emergenza non ha fermato il processo di profonda trasformazione che, in Italia e nel mondo, sta interessando il settore energetico e che Enel sta guidando come protagonista: l’evoluzione verso un modello più sostenibile.
Per accelerare il cambiamento verso l’energia del futuro dobbiamo lavorare su tre leve: decarbonizzazione, reti di distribuzione ed elettrificazione dei consumi. Un aspetto centrale della decarbonizzazione è la chiusura delle centrali a carbone, un processo che, in linea con il Piano nazionale integrato Energia e clima (Pniec), vogliamo completare entro il 2025. La produzione a carbone dovrà essere sostituita principalmente con fonti rinnovabili, batterie e, con una parte marginale, con impianti a gas ad alta efficienza, oggi necessari per la sicurezza del sistema elettrico.

Alla fine del 2020 abbiamo fatto un importante passo avanti in questa direzione, con la chiusura del gruppo 2 della centrale di Brindisi, e all’inizio del 2021 abbiamo ricevuto l’autorizzazione a chiudere entro l’estate i gruppi 1 e 2 di Fusina, in Veneto. Considerando la chiusura della centrale di Bastardo, in Umbria, completata nel 2019, arriveremo così alla dismissione di oltre un gw di potenza da carbone in soli tre anni. Tuttavia, se il paese vuole centrare l’obiettivo al 2025 è importante che quello appena iniziato sia l’anno della svolta dal punto di vista degli iter autorizzativi per poter sviluppare la capacità di riserva, in particolare quella a gas, necessaria per superare rapidamente il carbone e garantire la sicurezza energetica del paese.

Anche sul fronte delle rinnovabili è indispensabile un cambio di passo per le autorizzazioni. È un settore in cui c’è molto spazio per crescere, sia per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi impianti che il potenziamento di quelli già esistenti, ammodernandoli e prolungando la loro vita utile. Investire nelle rinnovabili significa creare valore non solo per l’ambiente ma anche per l’economia, ma oggi i progetti che i diversi operatori intendono sviluppare sono ostacolati da una burocrazia i cui tempi non sono in linea con le necessità della transizione energetica.

Per quanto riguarda Enel, già oggi in Italia la produzione da fonti rinnovabili rappresenta il 55% del totale, ma la nostra ambizione è fare di più e raggiungere il 65% entro il 2023. Con un significativo aumento della quota di energia prodotta da rinnovabili, sarà sempre più strategico utilizzare l’elettricità come vettore sostenibile per i consumi finale: per questo stiamo sviluppando soluzioni per favorire la diffusione della mobilità elettrica, lo sviluppo dei porti verdi e proposte innovative ed efficienti per i clienti e per le loro abitazioni. Un elemento abilitante di questo storico cambiamento sono le reti elettriche, che si stanno evolvendo diventando più resilienti e digitali, in grado di accogliere sempre di più l’energia prodotta in maniera sostenibile e di rispondere più rapidamente alle esigenze dei clienti, con nuovi utilizzi resi possibili dai contatori di ultima generazione.

Un’importante novità che caratterizzerà il 2021 per il settore elettrico è la completa liberalizzazione del mercato, che dallo scorso gennaio interessa già 200mila pmi italiane che non hanno ancora scelto un trader per la propria fornitura e che tra un anno coinvolgerà 15 milioni di clienti tra famiglie e micro imprese. In vista di questa scadenza è sempre più urgente disporre di uno strumento efficace come un Albo dei venditori per qualificare selettivamente solo gli operatori realmente affidabili e solvibili e di assicurare così lo sviluppo di una sana dinamica concorrenziale a beneficio del sistema nel suo complesso e dei consumatori.

Oltre a queste sfide di carattere più industriale e di business, la nostra attenzione è rivolta alle persone che lavorano in Enel. La pandemia ha accelerato l’utilizzo di soluzioni digitali e dello smart working. Quando l’emergenza sanitaria sarà superata non potremo far finta di nulla e tornare a vecchi modelli ormai superati. Dobbiamo invece costruire una “nuova normalità” partendo dall’ascolto delle persone e delle loro necessità, consapevoli del fatto che non esiste un’unica soluzione uguale per tutti e che un approccio più flessibile e agile permette di migliorare la qualità della vita favorendo al tempo stesso la produttività.

Il nostro faro nel portare avanti queste e le altre sfide che ci attendono sarà la sostenibilità, ormai del tutto integrata nella strategia di Enel, che rappresenta l’unica strada per far sì che la nostra azione generi valore condiviso con le comunità e i territori in cui operiamo.

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