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Le misure antifumo Ue non andranno lontano se puniscono anche i nuovi prodotti

cancro

Punta in alto la commissione europea, che con lo European beating cancer plan vuole sconfiggere – o quantomeno ridurre sostanzialmente – il cancro. Ma se l’obiettivo è universalmente condiviso, alcune proposte incontrano i dubbi di scienziati e filiere, fra cui quelle dell’agroalimentare italiano e dei produttori di sigarette elettroniche e tabacco riscaldato

Seconda causa di mortalità nei Paesi europei dopo le malattie cardiovascolari, il cancro uccide ogni anno più di un milione di persone e viene diagnosticato a oltre due milioni e mezzo di cittadini europei. L’impatto, inoltre, oltre a riversarsi sulla salute dei cittadini, ricade anche sull’economia; i costi generati dalle patologie oncologiche solo in Europa è di oltre 100 miliardi di euro. Ma è ormai opinione certa e condivisa da tutti gli esperti del comparto salute che il 40% dei tumori possa essere evitato attraverso la giusta prevenzione, che non si declini nella sola accezione degli screening oncologici, ma anche nel più ampio senso di stile di vita.

EUROPEAN BEATING CANCER PLAN

Tra le priorità che l’Unione europea ha definito in materia di salute e sanità, vi è senza dubbio proprio la lotta contro cancro, inserita anche fra le misure dell’Eu4Health, il più grande programma europeo per la salute in termini di risorse finanziarie (9,4 miliardi di euro). Di ancora maggiore incidenza risulta poi lo European beating cancer plan che, presentato pochissimi giorni fa, ha come obiettivo primario la riduzione significativa di morti per cancro. Un progetto molto importante sia per gli investimenti che prevede, pari a circa quattro miliardi del bilancio Ue, ma anche per i goal che si prefigge.

UN CODICE CONTRO IL CANCRO

Redatto in 12 punti, il documento indica una serie di azioni mirate non per intervenire sul cancro, bensì per prevenirlo. Tra questi, sicuramente l’invito a non fumare, a mantenere il peso ideale, fare attività fisica, seguire una dieta sana, limitare i cibi ad alto contenuto calorico, evitare le carni lavorate ma anche i cibi ricchi di sale, la carne rossa e gli alcolici. Si suggerisce, inoltre, di evitare un’eccessiva esposizione al sole e di vaccinare i propri figli contro l’epatite B e, nel caso delle giovani donne, contro il papillomavirus umano.

I DUBBI DEGLI ESPERTI

Sono però molteplici i dubbi sollevati dagli addetti ai lavori, dal settore agroalimentare a quello del tabacco. Se infatti convengono tutti sul valore del nuovo programma europeo, al contempo alcune delle misure apparirebbero, sempre secondo gli esperti, troppo restrittive e talvolta non sufficientemente orientate al risultato. “L’iniziativa è lodevole – ha commentato a formiche Pietro Fiocchi, europarlamentare membro della commissione speciale sulla Lotta contro il cancro – ma con questi presupposti sarà difficile portare a casa il risultato”.

SCACCO AL MADE IN ITALY

Nel mirino la proposta di etichettatura dei cibi potenzialmente cancerogeni. Il punto su cui si dibatte ormai da giorni è infatti il criterio esclusivamente qualitativo e non quantitativo della targettizzazione del prodotto. Inoltre, le modalità proposte dalla commissione sembrerebbero penalizzare in particolar modo la dieta mediterranea e il Made in Italy, come ha spiegato Fiocchi: “L’equazione scientifica sulla pericolosità dei cibi è stata elaborata dai francesi ed è ottimale infatti per la dieta francese, ma non funziona per i cibi italiani o per quelli scandinavi. Da quanto si evince, prodotti come olio o il parmigiano risultano fortemente dannosi, quando sappiamo che non è così. È ovvio che bere un litro di olio fa male, ma è chiaro che nessuno lo farebbe mai. Ecco perché il sistema risulta distorsivo”.

FUMO, COME CONTRASTARLO?

A destare poi maggiori dubbi, le misure relative alla lotta contro il tabagismo. Stupisce infatti che nonostante i molteplici studi prodotti e divulgati – anche da enti indipendenti – sulle sigarette elettroniche e sui prodotti a tabacco riscaldato questi vengano equiparati a quelli tradizionali.

“Quello della commissione Ue è un provvedimento draconiano” ha chiosato Andrea Fontanella, direttore del dipartimento di Medicina interna dell’Ospedale buon consiglio Fatebenefratelli di Napoli e presidente della Fondazione Fadoi. Secondo cui, come ha dichiarato ad Adnkronos, “non si possono equiparare le e-cig e il tabacco riscaldato alle sigarette tradizionali. L’obiettivo è giusto, ma la strada che si vuole percorrere è sbagliata”.

SIGARETTE ELETTRONICHE E TABACCO RISCALDATO

Dello stesso parere Salvatore Novo, professore di Malattie dell’apparato cardiovascolare presso l’Università degli studi di Palermo e presidente del Central European vascular forum. “Abbattere la percentuale dei fumatori nei prossimi vent’anni sarebbe un obiettivo auspicabile, ma rimarrà sulla carta”, ha dichiarato ad Adnkronos. “È impossibile far smettere i fumatori più incalliti. Per questo persone – ha aggiunto – sarebbe meglio passare dalle sigarette tradizionali ai nuovi prodotti. Sia chiaro, non sono privi di rischio, ma sicuramente rappresentano il male minore, in particolare per quei tabagisti che hanno avuto un evento cardiovascolare importante ma ciononostante non riescono a smettere di fumare”.

OBIETTIVI EUROPEI

L’Europa mira a ridurre la percentuale dei fumatori dal 25% di oggi al 5% entro il 2040, puntando a una “una generazione zero tabacco”. Da medico – ha riferito Fontanella – mi auguro che, le istituzioni Ue prendano in considerazione il ruolo che i prodotti senza combustione possano avere nella lotta contro i tabagismo”.

A fargli eco, Pietro Fiocchi: “Ci sono studi scientifici che dimostrano che fanno meno male, per cui equipararli al fumo tradizionale è stato un grave errore da parte della commissione. Tra l’altro il timore che i nuovi prodotti possano essere per i giovani un veicolo verso le sigarette tradizionali è infondato, come è ormai stato ampiamente dimostrato”, ha suggerito l’europarlamentare. Inoltre, ha aggiunto, “si è molto forzata la questione delle imposizioni fiscali sia per il tabacco che per il cibo, ma ricordiamoci che come dimostra la storia limitazioni impositive non sempre danno buoni risultati, anzi. Inoltre si rischia di generare un turismo fumatorio e alcolico che spesso implica una fruizione binge dei prodotti, oltre che un grave danno per le imprese nazionali ed europee”.

APPUNTAMENTO A SETTEMBRE

Il Beating cancer committee del Parlamento europeo lavorerà a un report che verrà pubblicato il prossimo settembre, mentre lo scorso 4 febbraio si è aperta la sola fase di consultazione. “Il comitato speciale sulla strategia del cancro andrà avanti”, ha assicurato Pietro Fiocchi a formiche. “Ci porremo queste domande e cercheremo di modificare quanto ritenuto controproducente, fra cui l’imposizione fiscale paritaria fra prodotti da fumo tradizionali e innovativi. Bisognerà concentrarsi inoltre sulle campagne di informazione ai giovani ma anche ai giovanissimi, perché questo potrà fare la vera differenza”.

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