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Vaccini, Unione europea, Russia e Italia. Intervista con il Segretario agli Esteri di San Marino

Nella Repubblica di San Marino non è ancora arrivata neanche una dose di vaccino, neanche per medici e operatori sanitari, perché l’accordo di associazione con l’Ue non è ancora stato concluso. Abbiamo parlato con il Segretario agli Affari Esteri Luca Beccari di Italia, Unione europea, crisi sanitaria. E anche del vaccino russo

Luca Beccari dal gennaio 2020 è Segretario di Stato per gli Affari Esteri, la Cooperazione Economica Internazionale e le Telecomunicazioni di San Marino. Lo abbiamo intervistato per discutere di Italia, Unione Europea, vaccini ed emergenza sanitaria.

Ha da poco giurato in Italia la nuova squadra di ministri del governo Draghi, ritiene che Il nuovo Presidente del Consiglio possa davvero riuscire a dare quel cambio di passo necessario per risollevare le sorti del paese?

Tutti conoscono le competenze e la stima internazionale di cui gode il Prof. Draghi, per questo sono profondamente convinto che la sua esperienza permetterà di mettere a punto strategie efficaci non solo dal punto di vista sanitario ed economica ma più in generale per il superamento delle sfide post COVID che attendono l’Italia.

Alla luce del nuovo governo, come vede lo sviluppo dei rapporti bilaterali con la Repubblica Italiana?

Il nuovo Governo comprende Ministri dell’esecutivo precedente con i quali abbiamo potuto già lavorare e altri, nuovi, che conoscono bene la realtà Sammarinese, sono certo che il lavoro iniziato proseguirà sugli stessi binari ancora più speditamente. In particolare, nel corso dei bilaterali dello scorso anno con il Ministro Di Maio abbiamo espresso la comune volontà di creare un percorso strutturato di confronto che renda possibile trovare una rapida soluzione ai diversi dossier aperti. Al rapporto con l’Italia è stato dato un nuovo impulso e rimane per noi strategico continuare su questa strada.

Nel contesto globale, come crede che cambieranno gli scenari della politica mondiale a seguito dell’elezione del nuovo Presidente americano Biden e che impatto avrà questa elezione sui rapporti con San Marino?

Credo che San Marino debba continuare ad essere un paese che dialoga con tutti, presente e attivo nei contesti multilaterali mantenendo fede ai suoi principi di neutralità e di difesa dei diritti umani e della democrazia. Con gli USA condividiamo valori e principi che prescindono da aspetti di natura politica: sono certo che anche la nuova amministrazione democratica contribuirà a rafforzare questo legame. Credo che Biden promuoverà inoltre il dialogo internazionale sui grandi temi e a tutti i livelli. C’è bisogno più che mai in questo momento di tornare al confronto per evitare l’acutizzazione di problematiche irrisolte.

Parliamo di Europa, qual è lo stato di avanzamento dell’accordo di associazione con l’Unione Europea? Quali sono i punti chiave della negoziazione dell’accordo e come quest’ultimo potrebbe rappresentare un valore aggiunto per i paesi coinvolti, in particolare in risposta alla pandemia

Ho sempre ribadito come la pandemia abbia evidenziato la necessità di rapporti multilaterali e di solidarietà tra stati sia nel sostegno economico che nella messa in atto di strategie comuni tra stati dell’area UE.  L’accordo di Associazione Ue si inserisce in questo contesto e diventa oggi più che mai fondamentale per le strategie future di integrazione di un paese piccolo come il nostro. Ho da subito lavorato attraverso una serie di incontri con tutti i capigruppo dei partiti italiani presenti in parlamento europeo e diversi parlamentari perché ritengo che l’accordo di associazione oltre che avere un percorso tecnico debba inevitabilmente essere sostenuto da un percorso politico. Confido che la presa in carico da parte di esponenti del parlamento europeo delle problematiche e delle dinamiche che riguardano San Marino possano essere di aiuto e da impulso per accelerare le tappe di sottoscrizione dell’accordo di associazione con UE.

Passando alla pandemia, San Marino non è rientrato nella contrattazione sulle quote di vaccini e farmaci che è stata portata avanti nel 2020 da Bruxelles con le case farmaceutiche che stavano sviluppando i vaccini. L’Ue non ha previsto procedure particolari per i territori di stati terzi che ricadono interamente nel suo territorio?

Purtroppo lo status di Paese terzo e l’assenza di un accordo di associazione in vigore ha precluso la possibilità di accesso al sistema unico di approvvigionamento per San Marino e a quanto mi risulta anche per Andorra e Monaco. Da questo punto di vista credo che l’Ue abbia sottovalutato l’esigenza per i tre piccoli Stati, che sono una enclave del territorio dell’Unione, di avviare una campagna vaccinale nei tempi e con la progressione di quella iniziata in Europa già dal 27 dicembre.

San Marino è al momento l’unico Stato del territorio Europeo a non avere ancora ricevuto una dose di vaccino, neanche per il personale medico sanitario, com’è la situazione e quali sono stati i passi fatti dal governo per risolvere il problema?

Purtroppo l’impossibilità di accedere al sistema di approvvigionamento unico Europeo ha creato numerose complessità per San Marino nell’approvvigionamento dei Vaccini. Grazie ad uno specifico accordo con l’Italia vagliato anche dall’Ue siamo in grado di acquistare vaccini proporzionalmente alle dosi distribuite all’Italia ma questo percorso ad hoc simile a quello adottato da altri micro Stati ha richiesto la messa a punto di una procedura specifica ritardando i tempi di consegna.

Girano indiscrezioni di contatti avuti con il Governo Russo per l’acquisto da parte di San Marino del Vaccino Sputnik V? Può confermare? Avete ricevuto altre offerte da paesi non-Ue?

A fronte della mancanza (ancora oggi) di vaccini, abbiamo percorso diverse strade di approvvigionamento anche richiedendo supporto a diversi Stati che si sono tutti trovati nell’impossibilità di vendere a San Marino anche solo poche migliaia dei quantitativi a loro disposizione mentre il ricorso diretto alle case farmaceutiche non garantisce tempi di consegna compatibili con le nostre esigenze di avviare la campagna vaccinale.

Quindi, come le dicevo, grazie all’accordo bilaterale, l’Italia sarà la nostra fonte primaria di approvvigionamento vaccinale ma non sarà l’unica, infatti grazie alle nostre solide relazioni internazionali stiamo vagliando anche altre forme di approvvigionamento per assicurarci un livello di stock che metta al riparo tutta la popolazione Sammarinese nel più breve tempo possibile. In ragione di questo ci siamo rivolti anche al Fondo Russo di distribuzione dello Sputnik V con il quale stiamo dialogando visti anche i risultati molto positivi recentemente pubblicati da autorevoli riviste di settore.

Quanti sono i frontalieri che ogni giorno vengono a lavorare a San Marino dall’Emilia-Romagna? Esiste un rischio maggiore se nella vostra Repubblica non c’è una profilassi anti-Covid?

Circa 6000 frontalieri lavorano a San Marino provenienti principalmente da Marche ed Emilia Romagna. L’assenza di una profilassi anti-covid a San Marino rappresenterebbe un vulnus nella strategia di contenimento del virus che non può essere contrastato solo attraverso le misure restrittive. Sono certo che questo scenario non si presenterà nonostante le difficoltà che stiamo vivendo.

Cosa non ha funzionato nell’accordo bilaterale con Roma per garantire una fornitura di vaccini in linea con quella che è stata stabilita per l’Italia, ovvero precedenza a medici e operatori sanitari, poi residenti delle Rsa, over-80 e infine popolazione fragile?

Non possiamo imputare all’Italia la colpa dei ritardi, l’accordo sull’acquisto è stato firmato l’11 gennaio e come ho già detto la messa a punto di una specifica procedura di approvvigionamento che coinvolge anche l’Ue e il fornitore del vaccino ha richiesto ulteriori tempi. Alle autorità Italiane che si sono prodigate per accelerare al massimo i tempi va tutto il nostro ringraziamento.


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