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Medium a rischio oscuramento in Italia. Ecco perché

L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha ordinato il bando di oltre 9.000 soggetti al fine di contrastare le truffe legate al gioco d’azzardo. Ma tra questi c’è la piattaforma Medium, usata anche da alcune agenzie del governo

Aggiornamento: Medium.com è stato rimosso dalla lista. Ecco quella aggiornata.

La maggior parte di noi ha letto articoli su Medium. Ma tra due settimane, la piattaforma pubblicazione online creata nel 2012 da uno dei fondatori di Twitter, Evan Williams, non sarà più raggiungibile in Italia.

Come ha fatto notare su Twitter Giorgio Bonfiglio, principal operations fairy di Aws, dal prossimo 16 marzo scatterà il bando su diversi siti “in quanto contenenti offerta, in assenza di autorizzazione, attraverso rete telematica, di giochi, lotterie, scommesse o concorsi pronostici con vincite in denaro ovvero contenenti pubblicità, diretta o indiretta, dei medesimi prodotti o offerta di software atti ad eludere l’inibizione di siti non autorizzati disposta da ADM”, cioè dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Da qui al 16 marzo, infatti, gli 9.000 soggetti hanno tempo per rimuoverli i contenuti legati al gioco illegale per evitare l’oscuramento.

“Con il decreto di ‘inibizione dei siti di gioco non autorizzati’, si da (dà, ndr) attuazione alle disposizioni contenute nell’articolo 1 della Legge Finanziaria 2006, con lo scopo di contrastare le truffe on-line connesse al gioco d’azzardo”, si legge sul sito dell’Adm. Tra gli oltre 9.000 soggetti figura anche Medium.com, che ospita (con ogni probabilità a sua insaputa) una pagina che rinvia ad alcuni siti collegati al gioco illegale.

Come nota Bonfiglio, è che sarà “l’intero Medium” a diventare irraggiungibile, non soltanto le pagine ospitate dalla piattaforma che contengono quanto indicato. La piattaforma dovrà per questo coadiuvare l’Agenzia nell’eliminare i siti in oggetto dal suo dominio.

“La parte divertente”, osserva Bonfiglio. “Medium è utilizzato da alcune enti e agenzie governative italiani e la mossa eliminare alcuni contenuti ufficiali”. Tra cui alcuni post di PagoPa, sistema di pagamenti per le pubbliche amministrazioni.

PagoPa ha spiegato su Twitter che chiederà informazioni e cercherà di impedire che il blocco abbia luogo.

 

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