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I tedeschi di AfD sotto sorveglianza dei servizi segreti. L’opinione di Brok (CDU)

Il partito di estrema destra è stato messo sotto osservazione dell’intelligence. In teoria, i suoi membri (ma non i parlamentari) potranno essere pedinati, intercettati, perquisiti. Chi lavora nella pubblica amministrazione ed è militante di AfD rischia il posto di lavoro. Abbiamo chiesto a Brock (CDU) quali sono le implicazioni in vista delle elezioni d’autunno

A meno di 6 mesi dalle elezioni più significative del 2021, quelle tedesche, il più importante partito di opposizione del Bundestag, Alternative für Deutschland, è stato messo sotto sorveglianza. L’Ufficio per la protezione della Costituzione (abbreviato BfV, equivale ai servizi segreti italiani) ha detto che AfD è un partito al cui interno sono presenti personalità troppo vicine a movimenti neo-nazisti e per questo non potrebbe difendere le basi democratiche del paese.

Per questo il partito è stato classificato come “caso sospetto” e quindi sotto sorveglianza. Il presidente della commissione parlamentare di controllo, Roderich Kiesewetter (Cdu), ha inoltre invitato tutti gli elettori e i membri di AfD a prendere le distanze dal partito stesso: “Deve essere chiaro all’elettorato che AfD non riversa in uno stato sano. I membri di questo partito dovrebbero decidere se vogliono ancora farne parte”. La questione non è solo formale. La stampa internazionale ha lanciato l’allarme sulla pervasività di questa decisione, che potrebbe portare alla perdita del posto per gli alti dirigenti della pubblica amministrazione che aderiscono al partito, e a intercettazioni, pedinamenti e perquisizioni per migliaia di militanti (ma non parlamentari e candidati).

La stampa tedesca più istituzionale è stata invece più cauta sull’attuale applicazione di questi controlli, visto che il Paese ha una storia dolorosa quando si parla di limitazioni della libertà personale. Per questo, Formiche.net ha contattato Elmar Brok, politico della Cdu di lungo corso, per capire meglio le implicazioni di questa decisone nei prossimi mesi e anni.

GRANDE FRATELLO?

Secondo Brok “la decisione non impatterà il partito nell’immediato” perché questo “è stato messo sotto sorveglianza, non al bando”. E probabilmente non ci saranno conseguenze nel breve termine per l’Afd in vista delle prossime elezioni regionali (14 marzo) che coinvolgeranno un quarto della popolazione tedesca.

L’esponente della Cdu ha spiegato che in Germania sciogliere un partito è molto difficile: si potrebbe andare attraverso un percorso lungo che si concluderebbe con la decisione della Corte costituzionale federale (Bundesverfassungsgericht – BVerfG). “Negli anni ’50 sono stati vietati due partiti tedeschi, quello comunista e un partito neo-nazista, ma adesso sarebbe molto difficile arrivare a una risoluzione simile”.

Brok ha spiegato che la decisione presa dalla BfV fa parte di una procedura normale: se all’interno del partito militano persone vicine a gruppi anti-democratici, neo-fascisti e neo-nazisti, “è normale che fi servizi segreti mettano sotto sorveglianza il partito”. Brok ha ribadito che nella pratica non cambia nulla e, soprattutto in vista delle elezioni federali del prossimo settembre,  lo scenario politico potrebbe rimanere immutato, anche se il partito sarà sotto la lente di ingrandimento a lungo: “Di solito la sorveglianza può durare per due o tre anni”, ha chiosato.

COSA DICE AFD

La leader di AfD al Budestag, Alice Weidel ha immediatamente risposto alla decisione tramite un tweet: “Le azioni della BfV nei confronti dell’AfD sono puramente politiche. Questa decisone è particolarmente sorprendente, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali e nazionali di quest’anno”. Nei prossimi giorni gli occhi sono infatti puntati sui Länder dell’Assia, la regione di Francoforte, capitale finanziaria europea, e del Baden-Württemberg, che conta 14 milioni di abitanti. E proprio in questo Land la campagna elettorale sta attirando l’attenzione di media e istituzioni: diversi candidati dell’AfD stanno facendo parlare di sé con affermazioni razziste, credenze cospirative e dichiarazioni di estrema destra, soprattutto per bocca di Dubravko Mandic, candidato controverso dell’AfD. Il partito non si sta smarcando da queste dichiarazioni con decisione.

LE PAROLE CONTANO

Un altro candidato, Nikolaos Boutakoglou, per esempio, nel 2016 elogiò Adolf Hitler in alcuni commenti su Facebook: “‘Il lavoro rende liberi’ è stato detto una volta da un uomo tedesco (l’ultimo vero politico tedesco con le palle nei pantaloni)”. Interrogato da un quotidiano, Boutakoglou ha detto di rifiutare l’estremismo e ha parlato di “falsificazioni” sul suo profilo Facebook. Ma come queste siano potute accadere non è chiaro.

Un’altra candidata dell’AfD è Christina Baum, che già siede nel parlamento tedesco. Il suo nome è apparso più volte nei documenti dei servizi segreti; usa ripetutamente, per esempio, termini come “scambio di popolazione” e “ripopolamento” – parole tipiche dell’estrema destra cospirazionista a cui hanno fatto riferimento anche come Martin Sellner, leader degli Identitari austriaci, e Brenton Tarrant, il terrorista responsabile della strage di Christchurch, in Nuova Zelanda.

Al momento, AfD ha circa il 10% di consensi a livello nazionale.

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