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Angelo Frigerio:“L’innovatore è un visionario. Che guarda avanti e non ha paura di rischiare”

Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.
Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com.
Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.

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Angelo Frigerio: “L’innovatore è un visionario. Che guarda avanti e non ha paura di rischiare”

“Cambiano il cielo, non l’animo, coloro che corrono al di là del mare” (Omero). Di cieli Angelo Frigerio ne ha visti tanti nella sua vita. E’ nato il 20 giugno 1954 a Seregno, in Brianza. E di questa terra ha mantenuto i tratti essenziali: attaccamento al lavoro, tenacia, concretezza. Qualcosa in più ha fatto il segno zodiacale. Dicono che i Gemelli abbiano spiccate doti di creatività e attitudine alla scrittura. Bè, questa volta l’oroscopo ci ha azzeccato. Dopo il liceo frequenta la facoltà di Fisica a Milano dove si laurea, nel 1978, con una tesi su “La scoperta del neutrone”. Nel frattempo si sposa e nasce Giacomo. A cui seguono Valentina e Carlo. Comincia a insegnare molto presto e rimane nella scuola per 25 anni. In parallelo comincia a scrivere. Non c’erano i soldi per pagare il dentista e occorreva inventarsi qualcosa. Passa così da riviste che parlavano di hi fi e video a quelle che si occupavano di videocassette. Diventa il massimo esperto in Italia di mercato home video. Nel 1999 la grande svolta: lascia la scuola per diventare editore. Comincia dalla soffitta di casa: due scrivanie, un telefono, un fax con carta chimica. Da lì è una cavalcata delle Valchirie. Le riviste (tutte B2B) aumentano di anno in anno. Alla prima del video (Mediastore) si aggiunge Gamestore, e via via le altre. Fino al 2007, quando nasce Salumi & Consumi. E’ l’ingresso nel mondo del food. Oggi le riviste che dirige sono 30 (fra on e off line). Nel frattempo è diventato nonno sei volte.

D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. E’ un visionario. Che guarda avanti e non ha paura di rischiare.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?

R. L’intelligenza artificiale, purtroppo. Saranno gli algoritmi a guidare la nostra vita. Il problema è chi li ha studiati e organizzati. Come pure chi li gestisce.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Il leader è chi ha una vision. E sa comunicarla e condividerla con gli altri.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R.  Don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione.
E poi mia moglie, che Margherita è rimasta la stessa da oltre 40 anni! Dove la trovo un’altra che sopporti uno così?

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R.  Perdere la libertà di vivere: amare, lavorare, stare con gli amici, comunicare.
L’altro timore è l’”americanizzazione” della nostra società. Stiamo rapidamente importando un modello lontano anni luce da ciò che i nostri padri hanno costruito dopo la Guerra, in termini di eguaglianza sociale, tutela del lavoro, della salute, della famiglia. La speranza? Che i miei nipoti condividano lo spirito che guida i loro genitori e i nonni. Quando li guardo mentre dormono penso: “Che ne sarà di loro?”

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R.  Oggi lavoro a implementare il numero delle riviste B2B che dirigo. Nel futuro prossimo c’è un progetto che diventerà un punto di riferimento assoluto per tutti i consumatori italiani e non.

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Molte le cose che mi fanno emozionare: le continue scoperte dei miei nipoti, ad esempio. E, di recente, una foto di Vincenzo Muccioli, fondatore di San Patrignano, che abbraccia uno dei suoi ragazzi. Quelle che mi fanno proprio “incazzare” sono le ingiustizie.

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