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Birmania, il giorno della vergogna. La condanna Usa, Ue e Gb

Manifestazioni in Birmania in occasione della Festa delle Forze Armate. Negli scontri oltre 90 vittime, tra cui un bambino di 5 anni e una bambina di 13. La condanna della comunità internazionale a singhiozzo: Usa, Ue, Uk e in Italia la condanna di Piero Fassino

90 civili uccisi tra cui un bimbo 5 anni e bambina di 13, la Giornata delle Forze Armate diventa il giorno della vergogna per la Birmania che da settimane è scossa da manifestazioni e proteste dopo il colpo di Stato che ha portato l’esercito al potere, destituendo il governo guidato da Aung San Suu Kyi. “Questa 76esima Giornata delle forze armate della Birmania resterà scolpita come giornata di terrore e disonore”, afferma la delegazione dell’Unione europea in Birmania su Twitter. “L’uccisione di civili disarmati, compresi bambini, sono atti indifendibili”, aggiunge, ma le condanne da parte della comunità internazionale non si fermano alla sola Ue.

Prima ancora della delegazione Ue in Birmania, a parlare era stata infatti l’ambasciata americana in Birmania, che ha condannato l’esercito per l’uccisione di “civili disarmati” nella repressione delle proteste che sono seguite al golpe di febbraio. “Le forze di sicurezza stanno uccidendo civili disarmati, compresi bambini, proprio le persone che hanno giurato di proteggere”, si legge in un comunicato diffuso sulla pagina Facebook dell’ambasciata. L’ex potenza coloniale britannica ha anche affermato che le Forze di Sicurezza “si sono disonorate sparando a civili disarmati”.
La durissima mano dell’esercito era stata preannunciata ieri sera dalla televisione di Stato, che aveva messo in guardia i manifestanti dalla possibilità di essere colpiti “alla testa e alla schiena”. Il generale Min Aung Hlaing, leader della giunta, ha invece affermato, durante la parata del Giorno delle Forze Armate nella capitale Naypyidaw, che i militari avrebbero “protetto il popolo e si sarebbero battuti per la democrazia”. Migliaia di persone sono scese comunque in strada per protestare a Rangoon, Mandalay e in altre città.

“In Myanmar nella Giornata delle Forze Armate sono più di 90 le vittime. Dall’inizio del golpe sono centinaia le persone uccise, fra cui bambini, e migliaia di arrestati”, ha scritto su Twitter il presidenrte della commissione Esteri della Camera Piero Fassino (Pd). “Non bastano più le condanne a parole, la comunità internazionale agisca e in fretta”. E ancora la condanna del Pd Filippo Sensi: “Il giorno della vergogna in Birmania è anche il giorno della vergogna per ognuno di noi, per la comunità internazionale, sempre troppo poco, sempre troppo lontani, sempre altrove”.

Il portale di notizie Myanmar Now riporta che 91 persone sarebbero state uccise oggi in tutto il Paese dalle forze di sicurezza. A Mandalay hanno perso la vita 29 persone, tra cui un bambino di 5 anni, almeno 24 a Rangoon. Altre uccisioni sono state segnalate nella regione centrale di Sagaing, Lashio, Bago, vicino a Rangoon e in altre località. Nella capitale economica del Paese alcuni colpi di arma da fuoco hanno colpito il centro culturale statunitense mentre dagli Stati Uniti arrivava l’ennesimo monito all’esercito contro le uccisioni. Nessuno è rimasto ferito ma è stata aperta un’indagine, ha detto il portavoce dell’ambasciata americana Aryani Manring.

Il generale Min Aung Hlaing ha ribadito la promessa di elezioni, ma senza indicare alcuna data, mostrando la massima determinazione a prevenire qualsiasi interruzione della celebrazione, che commemora l’inizio della resistenza all’occupazione giapponese nel 1945. A guidarla era stato il padre di Aung San Suu Kyi, tuttora agli arresti in una località segreta.

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