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I vecchi sospetti Usa sull’azienda friulana accusata di violazione dell’embargo all’Iran

Da Wikileaks rispuntano cablo della diplomazia Usa che avvertiva l’Italia di possibili triangolazioni con l’Iran da parte dell’azienda friulana (ora in mani cinesi) accusata di aver violato l’embargo su Teheran. Intanto, le indagini continuano

Nei giorni scorsi la Guardia di finanza di Pordenone ha perquisito la Alpi Aviation srl, azienda di San Quirino, operante nel campo della componentistica per aerei, elicotteri e droni, fornitrice ufficiale delle Forze armate italiane e di Leonardo. L’azienda friulana, che però dal 2018 risulta per il 75 percento di proprietà di un gruppo di Hong Kong che ha investito oltre 2 milioni di euro, è sospettata di aver violato l’embargo con l’Iran.

Alpi Aviation aveva replicato con una nota in cui esclude “di aver venduto prodotti dual use in Iran” e promette di poter “dimostrare di essersi sempre attenuta alle disposizioni di legge nei suoi rapporti commerciali. Alpi Aviation è convinta che dalle indagini emergerà la correttezza dei suoi comportamenti, anche per quanto si ipotizza in merito all’utilizzo dell’aviosuperficie”, si legge nella nota. Il riferimento dell’ultimo passaggio è all’area “La Comina”, molto vicina alla base Usaf di Aviano che la società avrebbe utilizzato grazie alla “schermatura” garantitale da una onlus pordenonese.

Non è la prima volta si accende un faro sulla Alpi Aviation. Basta dare un’occhiata ai cablo pubblicati di Wikileaks. Nel 2009 il dipartimento di Stato americano invitava l’ambasciata statunitense a Roma a chiedere alle Dogane italiane di verificare una segnalazione dell’intelligence arrivata dal Giappone secondo cui Alpi Aviation farebbe da intermediaria – non è escluso lo facesse involontariamente – tra la giapponese Tonegawa-Seiko e l’iraniana Farazeh Equipment Distributor Company nel traffico di aerei teleguidati. Per tre mesi le autorità italiane monitorano l’azienda ma non trovano prove di traffici illeciti, come si legge in un cablo inviato da William Meara, consigliere economico dell’ambasciata, al dipartimento di Stato. Agli inviti statunitensi a continuare la sorveglianza, le autorità italiane indicarono la necessità di una richiesta formale.

Intanto, sull’aerocampo si stanno concentrando le indagini che hanno già portato a quattro avvisi di garanzia ad altrettanti cittadini italiani. Le Fiamme gialle si sono presentate in Comune, su richiesta della procura di Pordenone e della Corte dei conti, come riporta il Messaggero Veneto. Obiettivo: ricostruire nel dettaglio i rapporti fra Comune di Pordenone, Aeroclub onlus e Alpi Aviation. Intanto, riporta lo stesso giornale, Intanto l’Agenzia del Demanio ha presentato un conto di oltre 318.000 euro al municipio di Pordenone per i canoni arretrati della striscia di volo in Comina.

È stato lo stesso Messaggero Veneto a rivelare che Mars (HK) information technology co. limited è stata registrata il 20 febbraio 2018 a Hong Kong appena cinque mesi prima di acquisire, il 17 luglio 2018, il 75% delle quote di capitale della Alpi Aviation. Regista dell’operazione è stato Denton, tra gli studi legali più importanti al mondo, che ha annunciato “il 5 marzo 2019 di assistere con il suo team di Shangai la China corporate united investment asset management co. limited nella creazione di un fondo legato a Wuxi (il sito scelto per uno stabilimento gemello di Alpi) e nel suo primo progetto di investimento”, riporta il giornale. Che aggiunge un dettaglio: azionista di maggioranza del fondo è la Crrc capital, una state-owned enterprise. Nel curriculum vitae di Pei Qiu, senior partner di Denton, figura la consulenza per l’acquisizione di Alpi, “la prima transazione del suo genere, in cui una holding cinese ha acquisito un’impresa nel settore dell’aviazione high tech in Europa”.

(Nella foto un aereo ultraleggero Pioneer 400, Alpi Aviation)

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