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Equilibrio tra sicurezza nazionale e settore privato 2.0? In campo il Cfius

Di Alessandro Strozzi

Davanti alle minacce russa e cinese, ruolo e poteri del Cfius chiamano in causa il delicato equilibrio tra sicurezza e mercato. L’analisi di Alessandro Strozzi, Aspen Junior Fellow e consulente della Presidenza del Consiglio dei ministri

Il Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti (Cfius) istituito dal presidente Gerald Ford nel 1975 (Executive Order 11858) ricopre un ruolo di grande rilievo per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti– insieme a ulteriori molteplici istituti e normative – specialmente in un contesto internazionale caratterizzato da crescente un utilizzo politico degli investimenti diretti esteri.

L’importanza del Comitato come strumento di politica economica si è affermata in maniera crescente nel corso degli anni. In tal senso, come emerge dell’articolo di John Kabealo per il Geoeconomics Center dell’Atlantic Council, è stata sottolineata l’importanza di estendere l’autorità del Cfius per costruire un bacino informativo comune con altri stakeholder chiave. Il settore privato è infatti terreno fertile per attacchi alla sicurezza nazionale, nel mirino di fusioni e acquisizioni (M&A) e investimenti offensivi da parte di attori internazionali: basti pensare all’approccio congiunto civile e militare del Partito comunista cinese, sia gli attacchi cyber perpetrati dai russi.

Il Cfius può esercitare un potere di veto su quelle operazioni che rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale. Qualora una transazione venga approvata, ha il potere di rivedere retroattivamente l’operazione. Inoltre, affronta il rischio, associato al controllo di imprese statunitensi, dell’accesso a tecnologie e know-how sensibili in tema di tecnologia, processi di produzione e catene di approvvigionamento, per prevenire il trasferimento degli stessi a Paesi avversari. Questi devono essere protetti per tutelare la leadership tecnologica del Paese. Il Comitato dispone così di una prospettiva unica sui trend industriali e tecnologici del paese, preziosa al governo per comprendere i rischi più attuali per la sicurezza nazionale.

L’approccio cinese alla diplomazia economica rivela come essa sia parte integrante della sua strategia di influenza internazionale. Anche per questo i poteri del Cfius sono stati ampliati dal Congresso con il Foreign Investment Risk Review Modernization Act del 2018, fortemente supportato dai repubblicani quanto dai democratici. Nella legge rientra anche la promozione nei Paesi alleati di organismi simili al Cfius, offrendo agli stessi un binario preferenziali per i loro investimenti negli Stati Uniti. In Europa, Canada e Australia — senza dimenticare l’Italia e la normativa Golden power — organismi siffatti stanno nascendo o sono in rapido aggiornamento. Obiettivo: contrastare l’influenza internazionale del capitalismo politico cinese e promuovere gli investimenti tra Paesi alleati.

Il ruolo e i poteri del Cfius chiamano in causa il delicato equilibrio tra protezione della sicurezza nazionale e libero mercato.

Al riguarda Kabealo richiama l’attenzione sulle criticità legata al processo di analisi delle informazioni condotto dal Comitato, che non deve certo monitorare l’intero spettro di rischi presenti nel settore privato. Le informazioni che raccoglie, insieme alle analisi e soluzioni conseguenti dovrebbero essere rese disponibili ai policymaker e alle altre autorità di regolamentazione per promuovere le migliori pratiche per la sicurezza di ogni infrastruttura e industria rilevante per la sicurezza nazionale.

A sua volta il Cfius potrebbe richiedere ulteriori informazioni dalle parti coinvolte. Ecco quali.

  • Valutazioni di specifici settori economici in cui le aziende operano, eseguite sia dalle aziende stesse che dagli investitori. Forniscono infatti informazioni (su tecnologie aziendali, nuovi prodotti, eccetera) utili ai responsabili politici per anticipare i trend economici e prevenire le minacce alla sicurezza nazionale.
  • La struttura e i componenti delle supply chain, identificando così fornitori chiave, punti deboli e tecnologie critiche.
  • I più recenti attacchi cyber, così da supportare organismi federali quali il Cyber Information Sharing and Collaboration Program del dipartimento della Sicurezza interna.
  • Il capitale umano necessario al mercato del lavoro, per capire quali abilità le imprese statunitensi ricercano e se le stesse sono disponibili sul mercato.

I policymaker sono quindi chiamati a riconoscere maggiore importanza ai rischi presenti nel settore privato. In molti casi il governo non ha poteri specifici per intervenire, facendo affidamento sulla discrezionalità degli attori privati per implementare le best-practice individuate.

Inoltre, al fine di assicurare il primato tecnologico degli Stati Uniti, il Comitato dovrebbe collaborare maggiormente con le agenzie governative in materia di ricerca avanzata, — prima tra tutte la Defense Advanced Research Projects Agency — per assicurare gli standard di sicurezza che condizionamento l’ottenimento di sovvenzioni e prestiti per la ricerca del settore privato.

Il mandato e i poteri del Cfius consentono al governo e ai politici di articolare con maggiore chiarezza il concetto di “sicurezza economica” nazionale. L’attivismo cinese e russo negli ultimi anni ha richiamato l’attenzione sul fatto che la sicurezza nazionale chiami in causa anche il settore privato. Al tempo stesso occorre ricordare che in nessuna economia libera e aperta i poteri pubblici sono in grado di estinguere totalmente ogni possibile rischio connesso al settore privato. Organismi quali il Cfius sono chiamati a elaborare risposte efficaci per la difesa della sicurezza nazionale, assicurando al tempo stesso il dinamismo dell’iniziativa privato e l’apertura dell’economia americana.


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