Scontri interni, nuovi ricorsi e ricatti di sostegno politico. Che cosa succede ora in Spagna dopo la revoca dell’immunità a tre leader del movimento separatista della Catalogna. Conversazione con la politologa spagnola Paloma Román Marugán, professoressa dell’Università Complutense di Madrid
Ancora una volta la crisi della Catalogna smuove lo scenario politico spagnolo. La decisione del Parlamento europeo di revocare l’immunità a tre leader del movimento separatista catalano, Carles Puigdemont, Antoni Comín e Clara Ponsatí i Obiols, è vista da Madrid come un ulteriore passo, importante, verso la richiesta di estradizione. Infatti, secondo la stampa locale, il governo centrale si sta giocando tutte le carte per processare i tre politici sul territorio spagnolo.
Il caso ha creato nuove tensioni all’interno del Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) e Unidas Podemos, che insieme a Sinistra Unita, Partito nazionalista basco e Bildu hanno votato contro la mozione. A questo scontro si è unita la minaccia del partito indipendentista, Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc), di ritirare il suo sostegno al governo.
Una reazione a catena che non sorprende, ma aumenta inevitabilmente l’instabilità politica del Paese iberico. Come, infatti, ha sottolineato il magnate George Soros in un’intervista a El Mundo parlando dell’eurozona e l’apertura per nuovi investimenti. “La situazione politica in Spagna è troppo incerta”, ha detto.
In una conversazione con Formiche.net, Paloma Román Marugán, professoressa dell’Università Complutense di Madrid, ha spiegato come la decisione del Parlamento europeo sul caso catalano influisce sulla scena politica spagnola.
“La revoca dell’immunità ai tre europarlamentari fuggiti dalla giustizia spagnola è una nuova fase della tensione che rimane tra la visione costituzionalista dello Stato e l’indipendentismo catalano. Oltre alla risoluzione votata nel Parlamento europeo, è un’altra battaglia tra questi due fronti. La reazione è logica per entrambe le parti”.
Román Marugán sostiene che per i costituzionalisti spagnoli – in questo caso con gran parte del governo (Psoe) a favore – si tratta di “un trionfo della giustizia spagnola”. Per gli indipendentisti, invece, “è una ‘vittoria morale’, e la questione non finisce qui perché andranno alla Corte di Giustizia dell’Unione europea”.
Tuttavia, oltre alla prospettiva giuridica della vicenda, secondo la politologa, è da sottolineare che siamo di fronte ad un’altra offensiva politica attorno al problema della Catalogna: “Che ha un significato ancora più concreto in questi giorni per tre motivi: primo, perché si sta negoziando il nuovo governo della Catalogna – sembrerebbe in termini indipendentisti – e la questione sarà vista come un altro affronto; secondo, perché l’Erc sostiene il governo dello Stato e il suo portavoce ha già manifestato scontento per la vicenda; terzo, perché ha un impatto sul governo di coalizione di Psoe e Unidas Podemos, alleati che hanno posizioni divergenti sullo stesso caso”.
Infine, si tratta dell’ennesimo caso che alimenta la tensione, ma che difficilmente si rivolgerà contro il governo di Stato, appunta Román Marugán: “È una situazione difficile, con gli alleati di governo che discutono. La Catalogna resta uno dei principali problemi della politica spagnola. Ma è anche solo un altro elemento della crisi, che in questi giorni è particolarmente complicata”.