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Più Difesa nel Piano nazionale di ripresa. L’invito di Aresta (M5S)

La Difesa esclusa dal Next Generation Eu? “Un errore che si deve assolutamente correggere”. Intervista a Giovanni Luca Aresta, deputato, capogruppo M5S in Commissione Difesa, dove è stato relatore della proposta del governo di Pnrr

Mettere la Difesa in prima linea della ripartenza dell’economia nazionale, con il contributo essenziale della Sanità militare e il ruolo innovativo dell’industria di settore. È l’invito di Giovanni Luca Aresta, deputato, capogruppo del M5S in Commissione Difesa, dove è stato relatore per la proposta presentata dal governo di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ieri, la Commissione presieduta da Gianluca Rizzo ha espresso all’unanimità il suo parere favorevole, inviando però diverse osservazioni all’esecutivo affinché sia “valorizzato” il comparto Difesa nel progetto di rilancio del Paese.

Partiamo dal parere favorevole al Pnrr e dall’unanimità riscontrata in Commissione. Quale è il segnale politico di un voto così compatto?

Abbiamo lavorato perché il consenso fosse il più largo possibile: è anche questo il compito del relatore e penso di averlo svolto al meglio. Mi auguro, poi, che questa unanimità faccia riflettere il governo sull’importanza di inserire il comparto della Difesa nel Next Generation Eu. Allo stato attuale, infatti, nelle discussioni in Europa la Difesa è rimasta esclusa. Si tratta di un errore che si deve assolutamente correggere. Non si può trascurare un settore così strategico per il Paese.

A tal proposito, avete inviato diverse osservazioni, a partire dalla “valorizzazione” del comparto Difesa. Perché?

Il Pnrr ha un impatto generale perché teso alla ricostruzione e modernizzazione di tutto il Paese e la Difesa deve essere uno di questi settori da innovare profondamente. In alcune delle missioni in cui è diviso il piano la Difesa può avere un ruolo tutt’altro che secondario. Parlo della digitalizzazione della Pubblica amministrazione e quelli per la cosiddetta Transizione 4.0, che include investimenti in tecnologie all’avanguardia, ricerca e innovazione che richiedono lo sviluppo della cyber-security. Si invita inoltre a razionalizzare la ricerca scientifica e tecnologica del comparto in sinergia con altri dicasteri, università, centri di ricerca pubblici e privati, nonché tramite realtà industriali, piccole e medie imprese e start-up, allo scopo di raggiungere risultati in termini di innovazione tecnologica atti a beneficiare il comparto produttivo del Paese.

In che settore in particolare, secondo lei, la Difesa può contribuire alla ripresa del Paese?

Come MoVimento 5 Stelle riteniamo fondamentale investire sulla sanità militare e sul ruolo del personale militare e civile del comparto come spina dorsale nella lotta alla pandemia e per rispondere alle diverse esigenze del Paese. Vigileremo adesso affinché queste migliorie vadano in porto; che dalle parole si passi ai fatti.

La Sanità militare va valorizzata ulteriormente a supporto del Servizio sanitario nazionale?

Mi pare che la nomina del generale Figliuolo a commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 dimostri da sola le capacità operative messe in campo dalle Forze armate italiane in questo anno drammatico per il Paese. La conservazione, il trasporto, la distribuzione dei vaccini, la costruzione di centri per la vaccinazione di massa vedono e vedranno ancora di più nelle prossime settimane protagonisti gli uomini e le donne, civili e militari, della Difesa. Le Forze armate sono al servizio del Paese e sanno benissimo che la loro opera sarà tanto più efficace se saprà connettersi e diventare un tutt’uno con le altre istituzioni civili del Paese a cominciare dal Servizio sanitario nazionale, dalla Protezione civile, al ruolo centrale svolto dalle istituzioni locali.

La Difesa potrebbe essere in prima linea anche sul tema green?

Nel Pnrr c’è il progetto “Grandi infrastrutture – Caserme verdi per l’Esercito” per quel che riguarda la transizione ecologica, rafforzando le iniziative già avviate sull’uso di fonti rinnovabili e sul miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici. Poi, non dimentichiamoci l’impegno della sorveglianza spaziale e del settore della meteorologia che ha sempre avuto nell’Aeronautica militare grandi eccellenze. Monitorare la crisi climatica e prevenire ed allertare su potenziali catastrofi naturali o prodotte dall’incuria dell’uomo è in questa epoca, una funzione sensibile ed importante. Aggiungerei anche lo sviluppo di politiche per la salvaguardia del mare, troppo spesso ridotto a discarica per rifiuti tossici e nocivi. È un compito che la Marina militare già sta svolgendo, ma che ha un potenziale di sviluppo e di azione enorme.

Avete svolto molteplici audizioni sul tema. Dal comparto industriale sono arrivate diverse sollecitazioni a considerare il contributo che può arrivare in termini di innovazione e digitalizzazione. Alla fine sarà colto l’invito?

Stiamo proseguendo le audizioni delle principali aziende del settore (Boeing Italia, Rheinmetall Italia, Lockheed Martin, Iveco Defence, Leonardo, Fincantieri). Ne viene fuori un quadro di grande eccellenza di questo settore, che deve però essere in grado d’interagire con le altre aziende europee se vogliamo effettivamente sfruttare al meglio il Fondo europeo della Difesa (Edf). È evidente che il campo della digitalizzazione e dell’innovazione del nostro comparto produttivo non può che vedere coinvolte le industrie del settore difesa. Da questa indagine conoscitiva della Commissione usciranno delle linee guida che il Parlamento potrà mettere a disposizione dell’attività di governo.

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