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I partiti più vicini alle donne? M5S e FdI. Report Swg

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Dal lavoro alla politica, fino alla famiglia. Come e quanto ha influito la pandemia nella strada verso la parità di genere? Risponde Swg, domandando alle donne (e agli uomini). I partiti più vicini alle donne? Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia, ma…

“La parità di genere non è soltanto una grave questione economica e sociale. Ma è una grande questione culturale ed educativa”. A dirlo è stato Sergio Mattarella, in chiusura del suo discorso in occasione della Giornata internazionale per i diritti della donna. Il fattore culturale ed educativo, insomma, è la causa delle disuguaglianze, che si manifestano poi in tutti gli ambiti della vita: la famiglia, il lavoro, la politica. A questa condizione di disparità si è sommata la pandemia, che ha colpito sì tutta la popolazione, ma ha avuto un impatto maggiore sulle donne. A dimostrarlo l’ultimo report di Swg, che proprio a questo tema ha scelto di dedicare il suo sondaggio settimanale.

LE CONSEGUENZE DELLA PANDEMIA

“In termini di impatto generale non si rilevano particolari differenze tra uomini e donne”, si legge nel report, “ma sembra che soprattutto nel mondo femminile gli sconvolgimenti dell’ultimo anno abbiano prodotto dei significativi cambiamenti interiori”. Il 65% delle donne, infatti, “ha fatto una selezione rispetto a tante cose che faceva prima della pandemia” (59% degli uomini), e così il 62% ha preso consapevolezza della sua debolezza (48% degli uomini) e della sua forza (53% degli uomini). Inoltre, il 57% delle donne ha maturato la necessità di cambiare molte cose nel post-covid, a differenza di un 52% di uomini arrivati alla stessa conclusione. Nel percorso per la parità di genere, secondo il 31% delle donne intervistate, durante la pandemia sono stati fatti passi indietro (27% degli uomini) e gli squilibri maggiori riguardano la sfera lavorativa (48%), la mancanza di pari opportunità (37%) e il retaggio culturale per cui è la donna a doversi occupare della famiglia (32%).

Il carico dei lavori domestici è aumentato per il 28% delle donne e per una quota simile di uomini, tuttavia tra questi ultimi c’è anche un 11% per i quali tali incombenze si sono alleggerite.

DONNE E POLITICA

Ma chi premiano le donne una volta che si arriva alle urne? Le donne risultano essere meno inclini a votare, ma quando lo fanno si concentrano sui partiti maggiori (Lega, Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia), eppure rispetto agli uomini sono meno attratte dall’unico partito guidato da una donna, ossia FdI di Giorgia Meloni.

Per il 58% delle elettrici, invece, nessun partito politico oggetto del sondaggio è particolarmente attento alle questioni femminili e pari opportunità di genere. Chi lo fa, indica al primo posto il Movimento 5 Stelle (18%), a seguire Fratelli d’Italia (16%) e il Partito democratico pari merito con la Lega (11%). Per gli uomini, invece, il partito più attento alle questioni di genere è il Pd (19%), seguito da Lega e  Fratelli d’Italia (17%).

Una delle soluzioni proposte nel tempo dalla politica per limitare le disparità di genere (nella politica, ma non solo) sono le quote obbligatorie di una percentuale di donne e uomini in liste elettorali, direzioni di partito, giunte e governi. Con dati molto simili, le quote di genere vengono bocciate sia dalle donne che dagli uomini. Bisognerebbe, invece, rimuovere gli ostacoli per le donne ma lasciare che le quote vengano definite dal merito e dalla qualità delle persone. Nell’indagare le ragioni di una così scarsa presenza femminile in politica, secondo le donne (ma con dati molto simili anche secondo gli uomini) quella principale sarebbe che quello della politica è un ambiente maschilista in cui gli uomini non lasciano spazio alle donne (50%) e che “per emergere in politica bisogna avere delle caratteristiche (cattiveria, furbizia, egocentrismo) che sono più diffuse tra gli uomini”.

DONNE E LAVORO

La pandemia ha segnato la già problematica questione della parità di genere nella sfera lavorativa. Emerge una condizione di esacerbata vulnerabilità su più fronti. Da un lato le lavoratrici sono state più profondamente penalizzate dal protrarsi dell’emergenza sanitaria rispetto ai colleghi uomini per quanto riguarda l’evoluzione di carriera. Dall’altro, guardando al proprio futuro lavorativo, sentono di trovarsi in una condizione più incerta, il 22% infatti ritiene plausibile la possibilità di un licenziamento. Sebbene le difficoltà non siano mancate, l’esperienza dello smart working ha comportato un’ottimizzazione del binomio lavoro-famiglia per quasi la metà dei lavoratori, di entrambi i generi.

L’asimmetrica relazione tra uomini e donne nella nostra società relega le donne all’interno di una cornice di ruoli marchiati da stereotipi e pregiudizi profondamente radicati nella mentalità delle persone. Al fattore culturale, sia per gli uomini che per le donne, si accompagnano carenze sul piano legislativo e un accentramento del potere nelle mani dei soli uomini. Nel concreto, l’abbattimento del gender gap, secondo il parere femminile, deve essere raggiunto attraverso misure che mirino innanzitutto a incentivare e migliorare l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro, attraverso la parità salariale e lo slancio dell’imprenditorialità rosa, mentre per gli uomini, l’obiettivo primario è potenziare i servizi per la conciliazione lavoro-famiglia.



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