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Difesa, ecco la classifica dell’export. La Cina cresce mentre l’Italia…

Sipri ha pubblicato il report annuale sui trasferimenti globali di armamenti. Cresce l’export di Stati Uniti e Francia. Stabile la Cina, in calo la Russia. Il Medio Oriente continua ad assorbire gran parte della domanda mondiale, mentre diminuiscono (ancora) le esportazioni italiane

È una competizione senza esclusione di colpi quella che attraversa il mercato mondiale degli armamenti. A guidare le vendite restano gli Stati Uniti, seguiti da una Russia in calo e da una Francia in forte ascesa, con tentativi di importante penetrazione tra Medio Oriente e nord Africa. La Cina sembra seguire con cautela, guadagnando quote in Asia e nell’Africa sub-sahariana. È quanto emerge dall’ultimo report dell’autorevole Stockholm international peace research institute (Sipri), che prende in considerazione i trasferimento globali di sistemi d’arma di classe “major” negli ultimi cinque anni (2016-2020). A livello mondiale, tra import ed export, i movimenti sono rimasti stabili rispetto al periodo 2011-2015, in sostanziale parità per la prima volta dal 2001.

EFFETTO COVID?

Nonostante la parità rispetto al quinquennio precedente, i livelli complessivi di export restano al loro massimo dalla fine della Guerra fredda. Per questo, “è ancora troppo presto per dire se il periodo di rapida crescita delle vendite di armamenti degli ultimi due decenni sia finito, ha spiegato Pieter D. Wezeman, senior researcher di Sipri. D’altra parte, ha aggiunto, “l’impatto economico della pandemia da Covid-19 potrebbe portare alcuni Paesi a rivalutare l’import dei prossimi anni; tuttavia, al tempo stesso, anche duranti i picchi pandemici del 2020, diversi Paesi hanno siglato grossi contratti”.

IL PRIMATO USA

Sul fronte dell’export, il primato resta saldamente nelle mani degli Stati Uniti, che hanno coperto negli ultimi cinque anni il 37% delle vendite globali (era al 32% tra il 2011 e il 2015). Sono state dirette a 96 Stati, molto di più di qualsiasi altro esportatore. Circa la metà (il 47%) è andato al Medio Oriente. Primo compratore resta l’Arabia Saudita, che assorbe il 24% dell’export americano. Seguono Australia (9,4%) e Corea del Sud (6,7%), quasi a significare l’attenzione americana per partnership nell’Indo-pacifico volte a contenere la Cina. Arretrano invece gli Emirati Arabia, che nel report dello scorso anno risultavano il terzo compratore dei prodotti americani.

IL CALO DI RUSSIA…

Il secondo esportatore su scala mondiale è la Russia, nonostante il calo registrato da diversi anni. Mosca copre il 20% dell’export globale di “major arms”, con una riduzione del 22% rispetto al quinquennio precedente. “La Russia – ha spiegato l’esperta di Sipri Alexandra Kuimova – ha accresciuto in maniera sostanziale i trasferimenti verto Cina, Algeria e Egitto tra 2011-2015 e 20216-2020, ma questo non ha bilanciato il forte decremento dell’export verso l’India”. Si attende comunque un inversione di tendenza per i prossimi anni, alla luce di alcuni grossi accordi in fase di conclusione.

…E CINA

Cala anche l’export cinese, che copre il 5,2% delle vendite globali degli ultimi cinque anni (era il 5,6 nel quinquennio precedente). Il Dragone è al quinto posto della classifica degli esportatori, con vendite dirette per lo più a Pakistan (in funzione anti-indiana), Bangladesh e Algeria, per cui Pechino resta partner di primo piano. “Limitato” l’effetto dei tentativi cinesi di penetrare nel mercato mediorientale, che rappresenta il 7% del suo export. Tanto la Russia quanto la Cina riescono comunque a preservarsi nicchie preziose nell’Africa sub-sahariana. In questa regione, l’import è coperto per il 30% dalla Russia, per il 20% dalla Cina e per il solo 5,4% dagli Usa. In mezzo c’è la Francia, con una quota del 9,5%.

CHI GUIDA L’EXPORT EUROPEO

Non sorprendono i transalpini, che si confermano al terzo gradino del podio tra gli esportatori. Nel report dello scorso anno, a guadagnarsi il titolo di Sipri era stato proprio l’exploit francese. Il trend pare confermato. L’export francese è cresciuto del 44% nel confronto tra i due quinquenni, raggiungendo una quota dell’8,2% su scala globale. Prima destinazione l’India (21%), su cui pesa il maxi contratto del 2016 per 36 caccia Rafale. Seguono Egitto (20%) e Qatar (18%). In Medio Oriente finisce d’altra parte il 48% dell’export d’oltralpe, a fronte del 36% verso Asia e Oceania. Gli Stati raggiunti dai materiali d’arma francese sono ben 59. La Germania non resta a guardare, nonostante un approccio all’export più cauto (non senza problemi nei vari progetti bilaterali con Parigi). Le esportazioni tedesche tra i due periodi osservati da Sipri sono aumentate del 21%, raggiungendo una quota globale del 5,5%. Le principali destinazioni (su 55 Paesi raggiunti) sono Corea del Sud, Algeri ed Egitto.

IL REGNO UNITO

In difficoltà invece l’export del Regno Unito, che subisce il calo maggiore della classifica Sipri: -27% nel 2016-2020 rispetto al 2011-2015, con un calo da attribuire soprattutto ai grossi contratti con l’Arabia Saudita in quel periodo. Riad resta comunque prima destinazione delle vendite britanniche, assorbendone il 32%. Seguono Oman (17%) e Stati Uniti (14%), a conferma della rilevanza che il rapporto con Washington riveste per Londra, soprattutto dopo la Brexit.

LA SITUAZIONE ITALIANA

L’Italia è decima tra gli esportatori, preceduta da Spagna (al settimo posto), Israele e Corea del Sud. Il calo dell’export italiano è del 22%, paragonabile a quello russo, secondo solo a quello britannico nella top ten. Le prime destinazioni sono Turchia (18%), Egitto (17%) e Pakistan (7,2%). Tra l’altro, la Penisola figura al 19esimo posto tra gli importatori, con un aumento degli acquisti del 120% tra i due quinquenni osservati. L’Italia compra per il 62% dagli Stati Uniti, e per il 26% dalla Germania.

CHI COMPRA DI PIÙ?

Sul fronte dell’import, il Paese che acquista di più resta l’Arabia Saudita, che copre l’11% delle importazioni globali con un aumento del 61% tra i quinquenni in questione. Acquista prima di tutto da Stati Uniti (79% in aumento rispetto al report dello scorso anno), Regno Unito (9,3%, in calo) e Francia (4%, stabile). Non si nota ancora il potenziamento del comparto nazionale (per slegarsi dall’import) predisposto dall’erede al trono Mohammed Bin Salman con la sua Vision 2030. È comunque l’emblema di una regione, il Medio Oriente, che continua ad aumentare la sua domanda di sistemi d’arma. L’area ha aumentato l’import del 25% nel periodo analizzato, con picchi del 361% nel caso del Qatar, e del -37% per gli Emirati. Tra l’altro, a guardare le notizie degli ultimi mesi, il trend è destinato a consolidarsi nei prossimi anni.

LE MOSSE FRANCESI

Sul secondo gradino tra gli importatori c’è l’India, che tuttavia ha visto ridursi gli acquisti di armamenti del 33% nei periodi analizzati (trend simile al Pakistan, decimo importatore principale competitor). Compra da Russia (49%, in calo), Francia (18%, in aumento) e Israele, con un incremento dell’import dagli Stati Uniti che testimonia la volontà di Nuova Delhi di mantenere diversificate le fonti di approvvigionamento. Chiude il podio l’Egitto, che ha acquistato nel 2016-2020 soprattutto da Russia (41%), Francia (28%), e Usa (8,7%). Il Cairo ha aumentato l’import del 136%, un aumento che Sipri attribuisce all’incremento del coinvolgimento nella crisi libica e in Yemen, negli sforzi contro i ribelli nel Sinai e nelle preoccupazioni energetiche nel Mediterraneo. Da notare che per i primi tre importatori, come per il report dello scorso anno, l’unico Paese a figurare sempre tra i principali fornitori è proprio la Francia.



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