Il ministro Giorgetti non esclude l’altolà alla trattativa tra Iveco e la cinese Faw. “Interessa il Golden power”, dice rilanciando l’agenda euroatlantista del governo Draghi
La questione Iveco “è oggettivamente materia che interessa il Golden power. Non significa che lo adotteremo, ma considero strategico questo tipo di produzione che può anche essere oggetto di riconversione industriale”. A dichiararlo è stato oggi Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, che ha risposto a una domanda circa l’interessamento del gruppo cinese Faw per i camion e gli autobus dell’azienda italiana al termine dell’incontro con Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno.
Come raccontavamo già a gennaio su Formiche.net, Iveco Defence Vehicles, divisione strategica per la Difesa italiana visto che che produce veicoli per la difesa e di protezione civile, resta fuori dalle trattative. All’indomani della conferma dei colloqui da parte di Cnh, il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir aveva definito “necessario valutare anche l’ipotesi di utilizzare la Golden power” alla luce del rischio di “conseguenze non solo sul piano economico e occupazionale ma anche su quello della sicurezza nazionale”.
Già ai tempi del governo Conte I, durante il quale era sottosegretario a Palazzo Chigi, il numero due della Lega si era interessato alla materia Golden power come strumento per ribadire l’atlantismo dell’Italia. Specie dopo la firma, nel marzo 2019 del memorandum d’intesa sulla Via della Seta che rese l’Italia il primo Paese tra i sette grandi del mondo ad aderire all’iniziativa espansionistica del governo di Pechino.
Oggi, da ministro allo Sviluppo economico dell’esecutivo guidato da quel Mario Draghi che al primo intervento alla Camere ha sottolineato con forza l’euroatlantismo del nostro Paese, Giorgetti è pronto a rimettere mano ai poteri speciali su dossier di interesse nazionale che riguardano in particolare temi industriali e tecnologici, come raccontato nei giorni scorsi da Formiche.net.