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L’Ilva resta aperta, sospesa la sentenza Tar. Giorgetti: la soluzione non sarà in tribunale

Palazzo Spada, preso atto che risulta già fissata per il 13 maggio 2021 l’udienza di trattazione del merito, ha ritenuto prevalente l’esigenza di evitare “il grave e irreparabile danno che sarebbe derivato dalla sospensione dell’attività”

Sentenza sospesa. All’ex Ilva di Taranto per ora niente chiusura dell’area a caldo. Con ordinanza pubblicata oggi, la Quarta Sezione del Consiglio di Stato ha accolto infatti le istanze cautelari presentate da Arcelormittal Italia S.p.a. e Ilva S.p.a., nelle rispettive qualità di gestore e proprietaria dello stabilimento siderurgico, nel giudizio relativo all’appello rivolto da queste ultime contro la sentenza del 13 febbraio 2021 con cui il TAR della Puglia (Sezione di Lecce) ha respinto il ricorso che le stesse avevano proposto nei confronti dell’ordinanza del Sindaco di Taranto.

Ordinanza che imponeva di individuare e rimuovere entro 30 giorni le criticità dell’impianto che avevano dato luogo a emissioni pericolose nell’agosto 2019 e nel febbraio 2020, e in caso di omessa eliminazione del rischio di sospendere e fermare gli impianti interessati entro i successivi 30 giorni. I termini dell’ordinanza sindacale avevano ripreso a decorrere dopo il deposito della sentenza del TAR.

Ora Palazzo Spada, preso atto che risulta già fissata per il 13 maggio 2021 l’udienza di trattazione del merito della causa, ha ritenuto prevalente l’esigenza di evitare “il grave e irreparabile danno che sarebbe derivato dalla sospensione dell’attività, cui si sarebbe dovuto procedere entro la scadenza dei termini stabiliti nell’ordinanza stessa”, considerato che “non è stato adeguatamente smentito che lo spegnimento della c.d. “area a caldo” in tempi così brevi e senza seguire le necessarie procedure di fermata in sicurezza avrebbe comportato con certezza gravissimi danni all’impianto, tali da determinare di fatto la cessazione definitiva dell’attività, laddove al contrario i rischi per la salute pubblica alla cui prevenzione era indirizzata l’ordinanza impugnata sono connessi alla possibilità del ripetersi di incidenti analoghi a quelli che hanno determinato l’intervento del Sindaco, e quindi a episodi futuri ed eventuali (tenuto conto anche che l’ordinanza risulta essere stata già sospesa per oltre un anno durante il giudizio dinanzi al TAR senza che risultino verificatisi ulteriori episodi significativi di emissioni dello stesso genere)”.

Per il ministro dello Sviluppo Economico la sospensiva darà tempo per trovare una soluzione, che non deve però passare dalle aule di tribunale. “Accogliamo con rispetto la decisione sull’ex Ilva anche se non crediamo che la soluzione della crisi possa passare dalle Aule di tribunale – ha affermato Giancarlo Giorgetti -. Questa pronuncia dà comunque la possibilità e il tempo alla politica e al Mise in particolare di cercare la soluzione per gli operai, l’azienda e la produzione siderurgica italiana che rappresenta un asset strategico oltre che un’eccellenza e va tutelata”.


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