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L’India sarà lo snodo centrale nell’agenda americana post Covid

Di Arduino Paniccia e Vas Shenoy

Vaccini ma non solo. Il vertice Quad apre una nuova era di cui l’India sarà protagonista. L’analisi del professor Arduino Paniccia, presidente ASCE Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia, e di Vas Shenoy, ricercatore sulle relazioni Europa-India

Il 12 marzo i quattro leader di Stati Uniti, India, Giappone e Australia si sono incontrati nel primo vertice storico del Quad, una sorta di Nato asiatica.

Il gruppo, rinnovatosi nel 2017 dopo essere rimasto fermo per quasi un decennio, si presenta ora più attivo che mai. Formalmente, l’obiettivo dell’alleanza è quello di assicurare la libertà e l’apertura dell’Indo-Pacifico, intento ora riconosciuto e sostenuto anche dal presidente statunitense Joe Biden che intende così anche attuare una strategia di contrasto e di contenimento della Cina nell’area, proprio dove maggiore emerge l’aggressività del Dragone deciso a controllare quei mari nei quali transita più del 60% del commercio marittimo mondiale.

Il vertice dei leader Biden, Narendra Modi, Yoshihide Suga e Scott Morrison è stato attentamente seguito dai vertici della Repubblica popolare cinese che non ha perso comunque l’occasione di criticare la partecipazione dell’India al Quad. Il Partito comunista cinese ha anche usato il summit come pretesto per cercare di creare equivoci tra l’India e il suo alleato storico, la Russia, utilizzando i media, alcune pubblicazioni e svariati articoli dal contenuto tendenzioso.

Biden ha invece aumentato e rafforzato gli obiettivi del Quad, allargandoli e definendoli come scopi di un’alleanza che aiuta il mondo, integrando le sue risorse, tecnologie e potenza. La dottrina di Vaccine Maitri, iniziata da Modi con donazioni di vaccini su larga scala, è stata così adottata anche dall’amministrazione statunitense con una Quad Vaccine Partnership. La Casa Bianca, riconoscendo il ruolo dell’India come “farmacia del mondo”, lavorerà tramite la U.S. International Development Finance Corporation con l’azienda indiana Biological E. di Hyderabad, finanziando la produzione di un miliardo di dosi del vaccino Johnson&Johnson per la distribuzione mondiale.

Anche il Giappone darà un suo contributo finanziario affinché l’India possa aumentare la propria produzione con l’obiettivo di renderla disponibili sia per programmi multilaterali come Covax, sia per i Paesi poveri o in via di sviluppo. Dal canto suo, l’Australia offrirà un contributo di 77 milioni di dollari assumendosi la responsabilità della logistica per la consegna e la distribuzione dei vaccini stessi.

Con questi accordi si dà sostegno e forte credito allo sforzo dell’India per colmare il divario vaccinale a livello globale, che vede anche il riconoscimento, l’assistenza e il rafforzamento da parte di Washington sul piano finanziario, tecnologico e politico. La posizione strategica dell’India e la sua offerta di aiuto è stata però finora ignorata dal governo italiano. La realtà di fatto è stata riconosciuta dal solo Matteo Salvini che ha incontrato l’ambasciatrice Indiana a Roma Neena Malhotra per avviare un dialogo destinato a implementare le possibilità di collaborazione tra i due Paesi sui vaccini. Per ora l’India ha fornito 60 milioni di dosi a più di 70 Paesi, una cifra destinata ad aumentare in maniera esponenziale con l’intervento del Quad.

Dall’inizio della presidenza di Biden era chiaro che le vertenze americane con la Russia potevano essere superate e che la vera minaccia provenga dalla Cina a partire dalla pandemia. Poiché la Repubblica popolare cinese potrebbe diventare la più grande economia mondiale entro il 2028, anticipando di cinque anni il suo obiettivo, la minaccia può divenire anche militare, soprattutto considerando il superamento della flotta navale cinese su quella statunitense. Lo sviluppo della Marina militare cinese voluta dal presidente Xi Jinping integra in parallelo la strategia del “filo di perle”, pensata per controllare i porti internazionali al di fuori del suo dominio. Il “filo di perle” è nato per circondare l’India dal mare, tenere sotto scacco Taiwan e avere il dominio nei mari della Cina del Sud. Con il tempo si è trasformata in una strategia per controllare l’intero Indo-Pacifico e perfino il Mediterraneo con l’aiuto di alleati come la Turchia. Sebbene la Cina e la sua aggressività marittima non fosse specificamente nominata, il comunicato stampa dopo il vertice chiariva che ruolo e funzioni del Quad sono fondamentali per proteggere i regolamenti internazionali, la libertà e l’apertura dell’Indo-Pacifico, riconoscerne la centralità e proteggere l’indipendenza dei Paesi Asean-10. Sostenere la pace e rafforzare le democrazie è quanto si sono ripromessi di fare gli alleati del Quad.

In realtà il Quad non ha nessuna intenzione di provocare la Cina o accendere conflitti. È un’alleanza pacifica nata col fine di sviluppare le proprie capacità e certamente contenere e sorvegliare le ambizioni di dominio del Regno di Mezzo. Oggi gli aerei indiani P8I di sorveglianza navale possono condividere in tempo reale l’intelligence con le forze navali americane, australiane e giapponesi, creando un gruppo capace di contenere l’aggressività cinese. Il comunicato congiunto è stato molto diretto sulla sicurezza marittima, non nascondendo un chiaro avvertimento per la Cina. Dal lato Ue solo la Francia cerca con determinazione di tenere un rapporto stretto con l’India, poiché è “centrale” nella sicurezza dell’Indo-pacifico e per la sicurezza americana.

La centralità dell’India non sta solo nella sua posizione geografica, visto che condivide 3.400 chilometri di confine con la Cina, ma nell’essere l’unico Paese dopo la Seconda guerra mondiale ad aver combattuto contro la Repubblica popolare cinese. L’India ora porta con sé una robusta e giovane democrazia e un grande mercato per l’America, ed è l’unico Paese nel Sud dell’Asia ad avere le capacità per contrastare la Cina.

Il summit virtuale è stato un primo assaggio della visione della dottrina Biden che ora si concretizza. Il presidente americano ha voluto porre il suo sigillo sul Quad con altre due iniziative importanti. La prima: “The Quad Climate working group”, un gruppo per iniziare la cooperazione tra i quattro membri e altri Paesi sul clima. La seconda: il “Quad Critical and Emerging Technology Working group” per mettere in sicurezza la fabbricazione e lo sviluppo delle tecnologie emergenti. Il secondo appare altresì importante, dato il controllo della Cina sulle terre rare e la fabbricazione di componenti vitali per le economie del mondo globale.

Il vertice si presenta come l’inizio di una nuova era, con la visione di una globalizzazione sostenibile per proteggere prima la libertà e la sicurezza di tutti. Biden ha usato questa piattaforma per iniziare il suo allargamento dal G7 al G10 con l’inclusione di India, Sud Corea e Australia, democrazie che sono centrali nella sua agenda di politica internazionale.

Nel comunicato congiunto sono stati inclusi infine dei punti importanti per la sicurezza americana come la denuclearizzazione della Corea del Nord e il ripristino della democrazia in Myanmar, evidenziando che la dottrina di Biden ha come priorità il contrastare la Cina nell’Indo-Pacifico, e l’India è lo snodo centrale per l’agenda americana post Covid. Sarà importante vedere se il Vecchio continente, Nato e Italia saranno pronti a cogliere il messaggio.

(Foto: Twitter, @NarendraModi)


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