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Insieme, un partito diverso. La versione di Tarolli

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Dopo 5 mesi di attività e a 3 mesi dal Congresso, Ivo Tarolli, membro della segreteria collegiale di Insieme, fotografa ciò che è stato fatto e ciò che va aggiustato

Era l’agosto del 2020 quando a Clusane di Iseo, per iniziativa di Alessandro Diotallevi e del sottoscritto, avviene il salto di qualità. Sulla scorta della felice sintesi “unitari e paritari” Politica Insieme e Costruire Insieme con altri movimenti e associazioni minori, si dà vita a Insieme.

Il 3 e il 4 ottobre una Assemblea Nazionale di promotori, alla presenza di un notaio, sancirà la nascita del partito Insieme. Sarà la prima volta, dopo 27 anni che Culture diverse, anche contrapposte, ma tutte cristianamente ispirate, daranno il via ad un percorso Costituente che dovrebbe concludersi con un Congresso partecipato di iscritti, quale sede sovrana per deliberare nome, simbolo, statuto, proposta politico-programmatica e gruppo dirigente.

Ora, dopo 5 mesi di attività e a 3 mesi dal Congresso, è senz’altro il momento per fare il punto, per staccare il tagliando e quindi, fotografare ciò che è stato fatto e ciò che va aggiustato.

Va accettato che un processo di questa portata richieda tempi di sedimentazione e di metabolizzazione, ma faremmo torto al rigore che ci deve contrassegnare se non fossimo severi e leali verso i fatti, quali:
a) non siamo stati risoluti nel far vincere le ragioni e l’obiettivo di una progressiva integrazione. Si sono tenuti in vita metodologie correntizie, con votazioni inconcludenti; e spesso, anche atteggiamenti moralisti; che mal si conciliano con una sana e illuminata laicità e democraticità;
b) nell’attribuzione e nell’esercizio delle responsabilità, a tutti i livelli, non si è coltivata la virtù della collegialità;
c) rispetto ad un obiettivo così grande, che richiede trasparenza e solarità, siamo stati risucchiati da logiche burocratiche, da compartimenti stagni! da primazie! addirittura da “gran sinedrio”, quando, in piena fase costituente, è importante e prioritario il ruolo di tutti! Nessuno escluso;
d) in modo incomprensibile, si è voluto negare che si procedesse al riequilibrio di genere, e a quello intergenerazionale. Tematiche sulla bocca di tutti.

Segnali, e vogliamo ritenerli tali, di un evidente processo involutivo! Che mettiamo sul tavolo; su cui ci aspettiamo una generosa reazione; perché vadano da subito contrastati e corretti.

Se ce ne fosse bisogno, riconfermiamo che le ragioni fondanti di questa iniziativa mantengono anche oggi (in piena pandemia; in piena crisi economica; con un governo nuovo; con due importanti partiti in piena fase di ristrutturazione!) intatte le due motivazioni principali: gli italiani attendono una offerta politica nuova! E che le tante esperienze politiche cristianamente ispirate tornino unite e protagoniste nell’arena politica, superando trent’anni di frammentazione e di irrilevanza.

Se a queste ragioni, sostenute da pressoché tutti gli osservatori, aggiungiamo il dovere etico di dare una mano al nostro Paese, di offrirgli una nuova chance, e di rispondere alle difficoltà, anche angoscianti, che hanno investito le famiglie italiane, ogni tentennamento, ogni tentazione di desistere, di mollare non vanno nemmeno prese in considerazione.

Il mettersi in gioco, il profondere energie; testimoniare, anche in prima persona, di impegnarsi per il bene comune deve venire prima di qualsiasi altra ragione.

In soli pochi mesi Insieme ha lavorato sodo. Con una trentina di Dipartimenti sta portando a sintesi una piattaforma politico- programmatica puntuale e aggiornata ai tempi. Con il Gruppo Comunicazione ha messo a punto un modello di Comunicazione articolato e quasi rivoluzionario.

Ai Documenti Fondativi ha aggiunto sul sito le “5 parole chiave”, che sintetizzano felicemente i caratteri identitari di Insieme. Un cambio di paradigma straordinario.

“Alternativi!” nella Cultura, nella Politica, nel ritornare alla primazia del Noi! Dei doveri…

“Unitari!” come anticorpo della irrilevanza e della disgregazione…

“Centristi!” perché autonomi dalla Sinistra e dalla Destra, e decisi a superare il bipolarismo…

“Europeisti!” senza riserve! Recuperando la cornice dei padri fondatori…

“I pilastri! “: la famiglia, i corpi intermedi e l’impresa i suoi cardini. La Salute, il Lavoro, l’Ambiente e la scuola le nostre priorità e il mezzo più potente di contrasto alla crisi.

E da subito va incalzato il governo per trasformare il dramma della pandemia in opportunità; per rivedere la mission del sistema sanitario: da Azienda a Servizio alle persone, da modello ospedalocentrico a modello più articolato, che sia dentro i territori, capace di essere ad un tempo amico delle persone e delle famiglie, capace di prevenzione e promotore di buona salute. Come pure capace di Investimenti in Ricerca e di presenza imprenditoriale pubblica, e di utilizzare le opportunità date dal digitale per dotarsi di un archivio elettronico dei dati personali.

Se ora si vuole giocare un secondo tempo, occorre rimuovere le resistenze, gli ostacoli e le insufficienze che stanno fiaccando la originaria spinta di Insieme.

Imboccare la strada della felice sintesi “unitari e paritari” non può essere risucchiata da logiche di incorporazione, di primazia o di controllo! Quanto dalla risoluta volontà dell’incontro, del dialogo praticato e della sintesi.

Imboccare la strada di innervare nella modernità un “nuovo popolarismo”, che faciliti “Condivisione unitaria! La più ampia possibile” ti porta anni luce distante dal coltivare disegni di orgogliosa testimonianza! Agli antipodi dell’esperienza lamalfiana dell’1/2 per cento.

Partecipare alle prossime elezioni amministrative con l’intento di superare il bipolarismo italiano, litigioso e inconcludente, significa che ci si deve presentare da soli! Al più in sinergia con le espressioni civiche o territoriali! Con nostri candidati sindaco o presidente, sostenuti da nostre liste! Sapendo che si può anche perdere!

Superare la frammentazione e la irrilevanza vuol dire promuovere una tavola condivisa di valori nuovi, coinvolgere i territori e le loro esperienze; portare a nuovo protagonismo I corpi intermedi; portare a condivisione le nuove emergenze delle sovranità svuotate! Delle redistribuzioni negate! Di una giustizia sociale che si allontana sempre di più, rispetto allo strapotere che si sta sviluppando nella tecnologia, nella ricerca, nella finanza e nella comunicazione globale.

Imboccare la strada del costruire un partito democratico, radicato sul territorio richiede che organizzazione, formazione e comunicazione procedano come una cosa sola, superando con risolutezza i ritardi accumulati. Da subito, con iniziative forti, che interessino i gangli del servizio pubblico come pure quelli delle reti e delle testate private. Uscendo sui territori con azioni pubbliche fatte di formazione, di approfondimenti tematici e di emergenze locali. Con un cambio di passo radicale.

Insieme se vuole rispondere alle tante attese; se vuole continuare a coltivare il grande sogno; se vuole essere davvero un partito diverso, non può che esprimersi come un “Incubatore di novità” e di inclusione! Non può esprimersi che come vettore di “rigenerazione” e quindi di trasudare di fiducia reciproca di paziente sapienza; e di una infaticabile testimonianza di dialogo.

E se fosse necessario, anche mettendo, ciascuno di noi, il nostro incarico a disposizione…

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