La visita di Josep Borrell ha confermato il tentativo italiano di rilanciare l’azione dell’Ue in Libia e in tutta l’Africa. Tra l’ipotesi di sorveglianza aerea sul cessate-il-fuoco, fino all’arrivo dei nostri elicotteri in Mali, ecco come si muove la Difesa italiana in sede europea, tra Berlino e Bruxelles. Per il generale Bertolini, “stiamo imparando dai francesi a tutelare i nostri interessi”
L’Italia torna la porta d’Europa verso l’Africa, riscoprendo la sua centralità nel Mediterraneo (“allargato”) e rilanciando l’azione dell’Ue sulla Libia. È il messaggio che arriva dalla triangolazione Berlino-Bruxelles-Roma degli ultimi giorni, tra la visita del ministro Lorenzo Guerini in Germania, e poi quella in Italia dell’Alto rappresentante Josep Borell, comprensiva del colloquio con Luigi di Maio alla Farnesina, dell’incontro con il titolare di palazzo Baracchini e del passaggio al comando della missione Irini.
OCCHI SULLA LIBIA
La stabilizzazione della Libia resta per l’Italia la “priorità strategica”, come continua a ripetere in ogni occasione il ministro Guerini. Gli occhi sono tutti sul governo di Abdulhamid Dabaiba, fresco di giuramento a Tobruk, che dovrà traghettare il Paese verso le elezioni del 24 dicembre, come definito nel Foro di dialogo promosso dall’Onu. Si punta a preservare il processo e ad evitare pericolose destabilizzazioni (anche dall’esterno), aumentando il peso europeo rispetto ad altre forze (leggasi Russia e Turchia) divenute protagoniste nel dossier. E “la Difesa può rappresentare una leva importante per il ritorno del protagonismo italiano in Libia”, ha spiegato Guerini a Repubblica, rilanciando così l’implementazione dell’accordo siglato a dicembre con l’allora omologo del governo di accordo nazionale (Gna) al Namroush, dedicato alla collaborazione tecnico militare e al supporto allo sminamento umanitario.
LA CONVERGENZA EUROPEA…
L’obiettivo è far convergere su questa linea tutta l’Unione europea, partendo dallo strumento più operativo che Bruxelles è riuscita a mettere in campo per la Libia: la missione EuNavFor-Med Irini, al comando dell’ammiraglio Fabio Agostini, che ieri ha accolto a Centocelle Borrell. Secondo Guerini “deve essere resa pienamente efficace con un dispiegamento di assetti che sia funzionale agli obiettivi, unendo all’embargo sulle armi all’addestramento della Marina e della Guardia costiera libica”, con un focus dunque maggiore sul cosiddetto capacity building. È poi “opportuno sollecitare una maggiore collaborazione con la missione Nato Sea Guardian”, rimarcava ieri Guerini, un punto che soffre della tradizionale avversione della Turchia (membro Nato) per la missione europea.
… E LA SORVEGLIANZA AEREA
A un anno dal mandato ricevuto dal Consiglio europeo, Irini aspetta solo l’ufficialità per un rinnovo biennale la prossima settimana. L’Italia lavora affinché al rinnovo si aggiunga un potenziamento, considerando che la visita a Roma di Borrell è stata preceduta dal rapporto shock dell’Onu su come l’afflusso di armi sia riuscito a rendere l’embargo “inefficace”. L’Alto rappresentante ha ammesso oggi al Foglio che l’Ue attende il mandato delle Nazioni Unite per aggiungere ai compiti di embargo “la sorveglianza aerea sul cessate-il-fuoco”. Sarebbe un test di “mandato” anche per il nuovo governo, nonché un punto in più sul coinvolgimento militare europeo. Per quanto riguarda l’Italia, la più recente delibera sulle missioni (riferita al 2020), autorizza per Irini un contributo massimo di 500 militari, un’unità navale (attualmente il pattugliatore Borsini) e tre mezzi aerei. Non è escluso che i numeri per quest’anno aumentino, pur considerando che c’è da aggiungervi la missione bilaterale Miasit (400 unità, 142 mezzi terrestri).
IL COMMENTO DI BERTOLINI
Secondo il generale Marco Bertolini, già comandante del Coi e delle brigata Folgore, “per l’Italia è obbligatorio coinvolgere l’Europa sulla Libia e farla convergere sui suoi interessi”. Difatti, “il nostro Paese ha subìto negli ultimi anni la distrazione europea su questo dossier; è stata lasciata da sola; ha perso un interlocutore economico importantissimo come era la Libia di Gheddafi, e poi si è vista scaricare addosso il peso dell’immigrazione”. Di più, ha aggiunto il generale, “c’è il rischio che sull’Italia si scarichino in futuro anche le turbolenze islamico-radicali che potrebbero arrivare dal Paese nordafricano”. Da qui l’esigenza di rilanciare l’azione dell’Ue, “proprio come sono stati bravi a fare i francesi sul Sahel, rendendo i loro obiettivi degli obiettivi europei”. Chiaramente, ha aggiunto Bertolini, “in quella regione gli interessi francesi coincidono con i nostri, perché l’area influenza la Libia con effetti diretti sull’Europa”. Dunque, “facciamo bene a partecipare, ma anche a prendere esempio dai francesi su come portare i rispettivi interessi in sede europea”.
L’IMPEGNO IN SAHEL
D’altra parte, l’impegno italiano in Libia è solo un tassello del coinvolgimento in Africa. È crescente appunto l’attenzione per il Sahel, su cui la Francia chiede da tempo un supporto nel contrasto alle forze jihadiste che imperversano in un’area grande quanto tutta l’Europa. Dal 2018 l’Italia è in Niger, dove sta realizzando una “base logistica di collaborazione”, ha detto Guerini. Il nostro Paese ha inoltre approvato lo scorso anno la partecipazione alla task force Takuba per un massimo di 200 militari (e 20 mezzi terrestri). Come confermato dal ministro la scorsa settimana alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, il primo nucleo è arrivato da poco in Mali. Oggi Guerini ha detto a Repubblica che “schiereremo uno squadrone di elicotteri da evacuazione media”, con l’obiettivo anche in quest’area di avere una prospettiva “europea”.
DALLA GUINEA ALLA SOMALIA
Per questo il Sahel è stato tra i temi del colloquio a Berlino con Annegret Kramp-Karrembauer, che ha dato disponibilità a integrare la missione tedesca Gazzelle nella Eutm Mali. “Un approccio efficace e assolutamente condivisibile che ben interpreta la necessità dell’Ue e dei suoi Stati membri di agire nella regione in maniera sistematica ed efficace in sinergia con tutte le iniziative della Coalizione per il Sahel”, ha detto ieri Guerini dopo l’incontro con Borrell. Ma che l’impegno sia più ampio lo conferma l’intenzione di prorogare le missioni nel Golfo di Guinea (grande novità del 2020) e in Somalia, dove opera la training missione dell’Ue. Per il Corno d’Africa, di recente nave Carabiniere ha assunto il ruolo di flagship dell’operazione antipirateria europea Atalanta.