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Orlando e la proroga dello stop ai licenziamenti (fino al 30 giugno)

Da affrontare per prima “la riforma degli ammortizzatori sociali nell’ottica dell’universalizzazione delle misure”. Perché “gli strumenti di protezione dei lavoratori scontano una frammentazione non giustificabile nonostante il succedersi di interventi del legislatore, alcuni dei quali non lontani nel tempo”. Ecco cosa ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando

Sui licenziamenti la direzione è scelta, ed è quella della proroga del blocco. Lo conferma in audizione il ministro del Lavoro Orlando. A questo punto con molta probabilità il divieto di licenziare sarà prorogato fino al 30 giugno. Qualcosa però cambia: la proroga del blocco dei licenziamenti, inserita nel Dl Sostegno, nel caso “dei lavoratori che dispongono di strumenti ordinari sarà, in qualche modo, legata ad un termine che sarà definitivo. Invece per coloro che non sono coperti da strumenti ordinari sarà agganciato ad una riforma degli ammortizzatori sociali”.

Questo perché “oggi – ha spiegato Orlando – possiamo avere uno sguardo più selettivo, che ci consenta non tanto di ridurre le risorse che credo saranno ancora necessarie per molto tempo, quanto di ottimizzare il loro utilizzo per evitare di trattare situazioni fra loro diverse con strumenti uguali e quindi, inevitabilmente, anche di creare sperequazioni”. Il ministro ha poi aggiunto: “Oggi possiamo avere uno sguardo più selettivo, che ci consenta non tanto di ridurre le risorse che credo saranno ancora necessarie per molto tempo, quanto di ottimizzare il loro utilizzo per evitare di trattare situazioni fra loro diverse con strumenti uguali e quindi inevitabilmente di creare sperequazioni”.

“Il primo intervento” da affrontare, per Orlando, resta comunque “la riforma degli ammortizzatori sociali nell’ottica dell’universalizzazione delle misure”. Perché “gli strumenti di protezione dei lavoratori scontano una frammentazione non giustificabile nonostante il succedersi di interventi del legislatore, alcuni dei quali non lontani nel tempo”.


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