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Lockdown? Merkel non ha sbagliato neppure stavolta. Parla Brok

Elmar Brok, politico della Cdu di lungo corso, spiega perché Angela Merkel ha fatto bene a cambiare idea e perché questa mossa non avrà conseguenze politiche di medio termine

In 16 anni di governo Angela Merkel non ha mai mostrato esitazione. E, in fondo, non lo ha fatto neppure stavolta: dopo aver annunciato un lockdown duro per i giorni di Pasqua fino al 18 aprile, la Cancelliera lo ha revocato con un messaggio di scuse senza mezzi termini. “L’errore è mio”. In quattro minuti di conferenza stampa Merkel ha parlato chiaro, si è scusata e senza esitazioni si è presa la responsabilità della scelta, che sa “poter causare confusione”. Formiche.net ha chiesto ad Elmar Brok, politico della Cdu di lungo corso, il motivo di questo passo indietro e le conseguenza politiche che questo potrebbe avere nel medio periodo.

Perché Angela Merkel ha deciso di non introdurre le misure restrittive che aveva annunciato?

Perché hanno verificato l’impatto che queste misure avrebbero potuto avere e hanno deciso che sarebbero state controproducenti. Chiudere i supermercati a partire dal venerdì di Pasqua avrebbe voluto dire avere molta più gente il giovedì che va a fare la spesa.

Il dietro front è stato deciso anche per volere dell’Spd, alleato di governo di Merkel?

Assolutamente no, piuttosto per spinte interne nella Cdu. Merkel ha fatto l’annuncio con l’appoggio del ministro delle Finanze Olaf Scholz (Spd) e del presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier.

Però i liberali (Fdp) e Die Linke hanno chiesto a Merkel di verificare se il governo può contare ancora su una maggioranza in Parlamento.

Lo hanno chiesto i comunisti e i liberali ma questa ipotesi è fuori discussione. Non accadrà mai che lei non avrà la maggioranza. I Verdi appoggerebbero il governo. E comunque il “non-confidence vote” è differente rispetto a quello italiano.

Cioè?

In Germania la mancata approvazione della mozione di sfiducia non obbliga il Cancelliere a dimettersi, ma permette al capo dello Stato di sciogliere il Bundestag. E non è possibile sciogliere il Bundestag nel caso questo elegga un nuovo Cancelliere. Nella storia tedesca questo evento si è verificato solo una volta, quando venne sfiduciato Helmut Schmidt e poi eletto Cancelliere​ Helmut Kohl. Quindi la situazione è molto diversa rispetto all’Italia. Matteo Renzi ha provato a rendere il parlamento italiano più simile a quello tedesco, ma non ci è riuscito.

La mossa di Merkel potrebbe far perdere voti alla Cdu?

No. Credo che non ci sarà nessuna conseguenza in termini di voti. Lei ha avuto il coraggio di dire che ha sbagliato. La popolazione lo apprezzerà, perché non succede così spesso che un politico si scusi pubblicamente prendendosi tutta la responsabilità dell’errore. Non ci saranno conseguenze economiche: la legge ancora non era entrata in vigore. Merkel ha avuto coraggio e ha preso la decisione velocemente.

Quindi questo episodio non influenzerà il voto di settembre?

I voti dei cittadini si baseranno sulla questione vaccini. Guardiamo a Boris Johnson. La Gran Bretagna ha circa 125mila morti di Covid-19. L’Italia più di 100mila. La Germania 75mila. E se rapportiamo questi numeri alla popolazione, la Germania ne esce ancor di più come il Paese con meno morti tra quelli citati. Eppure adesso tutti acclamano il premier inglese. Quindi la partita si gioca sulla campagna vaccinale. Non su questi cambi di strategie.

Alla luce dei risultati elettorali regionali dello scorso weekend, lei pensa che la “coalizione semaforo” (Spd, Verdi, Fdp), sia fattibile?

Potrebbe esserlo ma per ora i tre partiti non arrivano al 50% a livello nazionale. La metà dei seggi, al momento potrebbero raggiungerla solo i Verdi e la Cdu. Le elezioni in Baden-Württemberg e Renania-Palatinato hanno mostrato due cose. La prima è che le persone hanno confermato chi era già al governo. La seconda è che la Cdu era in entrambe le regioni il secondo partito più forte, e di gran lunga. In Baden-Württemberg i Verdi hanno preso il 33% e l’Spd il 10%. In Renania-Palatinato i Verdi hanno preso l’8,5% e l’Spd il 33%. La Cdu è invece il secondo partito più forte in entrambi i casi. A livello nazionale Verdi e Spd possono contare su numeri diversi. Gli scadali dentro la Cdu sono una questione grave, ma la strada verso le elezioni è ancora lunga.

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