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Mosca avverte Sarajevo. Non entrate nella Nato o “reagiremo”

Il comunicato dell’ambasciata russa a Sarajevo rivela il nervosismo del Cremlino. Ma il fronte eurofilo bosniaco non ci sta.

Scintille tra Mosca e Sarajevo. Giovedì l’ambasciata russa in Bosnia-Erzegovina ha annunciato che ogni avvicinamento alla Nato sarà considerato “un atto ostile” a cui la Russia “dovrà reagire”. Per il Cremlino, l’Alleanza significa “lotta contro la Russia”, sceglierla è uno “schierarsi nel confronto politico-militare” la cui filosofia è dettata dagli americani sulla scia nostalgica della Guerra fredda “che, ricordiamo, è finita da tempo, [anche se] spesso i nostri partner a Bruxelles lo dimenticano”.

“La Nato è un ospedale psichiatrico creato per curare le paure e le fobie esistenti dei suoi pazienti?”, ci si chiede nel comunicato dell’ambasciata. “Sorge una domanda logica: [da] quando ha paura la Bosnia-Erzegovina? Da chi dovrebbero proteggerla gli alleati del blocco?”

Il giorno dopo gli ufficiali bosniaci hanno reagito chiamando l’annuncio russo una “minaccia velata”. Secondo il membro croato della presidenza tripartita, Zeljko Komsic, la minaccia era diretta non solo alla Bosnia, ma anche ai suoi alleati europei. “È chiaramente un gioco geopolitico in cui la Russia sta giocando a fermare l’espansione della Nato in Europa”, ha dichiarato.

Il nervosismo di Mosca è dovuto al fatto che Bosnia-Erzegovina e Serbia sono gli unici due Paesi dei Balcani occidentali ancora fuori dalla Nato, in seguito all’ingresso della Macedonia del Nord nel 2020. Sarajevo è parte del Membership Action Plan, un programma di assistenza disegnato per i Paesi che vogliono entrare nell’Alleanza.

Per Sarajevo entrare nella Nato e nell’UE sono obiettivi strategici. Komsic e il suo collega bosniaco Sefik Dzaferovic sposano la causa occidentale. Il fronte serbo-bosniaco guidato da Milorad Dodik, il rappresentante serbo della presidenza, vi si oppone; i serbi-bosniaci controllano circa metà del Paese in seguito all’accordo di pace del 1990 sponsorizzato dagli Usa.

Le tensioni erano evidenti già dicembre scorso, quando Komsic e Dzaferovic hanno rifiutato di incontrare il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov. Il motivo? Lavrov si era incontrato con il filorusso Dodik fuori da Sarajevo senza che ci fosse esposta una bandiera nazionale, segno di mancato rispetto per i presidenti filoeuropei.

Reuters riporta che giovedì l’ambasciatore russo Igor Kalabuhov ha incontrato l’eurofilo presidente Komsic. Il comunicato dell’ufficio presidenziale non riporta la Nato come elemento di discussione, ma evidenzia che i due hanno parlato delle riforme necessarie per aspirare all’adesione all’Ue.

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