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Russia, clima e Afghanistan. L’agenda di Tony Blinken alla Nato

Al via la settimana europea di Tony Blinken, il segretario di Stato americano che domani debutterà alla Nato per la consueta ministeriale Esteri, con un bilaterale a latere con Luigi Di Maio. Nell’agenda della riunione coordinata da Jens Stoltenberg c’è tanta Russia, affiancata dai lavori verso il nuovo Concetto strategico e dall’Afghanistan. E su “Putin killer”…

“Un’opportunità per avviare un nuovo capitolo delle relazioni transatlantiche”. È la riunione tra i ministri degli Esteri della Nato, al via domani a Bruxelles, preannunciata oggi dalla consueta conferenza stampa del segretario generale Jens Stoltenberg. Con Luigi Di Maio e colleghi, ci sarà per la prima volta il segretario di Stato americano Tony Blinken, oggi collegato intanto con il Consiglio Affari esteri dell’Ue. Il capo della diplomazia Usa ha già preannunciato l’obiettivo della settimana europea: “Ci impegniamo a ricostruire le nostre partnership e alleanze, una fonte fondamentale di forza”. Il tema sarà trattato anche nel bilaterale con Di Maio, previsto a latere della ministeriale, notizia riportata già ieri da Formiche.net.

L’AGENDA

Intanto domani, sul tavolo della Nato, ci sarà soprattutto la preparazione al summit tra capi di Stato e di governo, previsto più avanti nel corso dell’anno (ancora non c’è una data). Stoltenberg aggiornerà i ministri su “Nato 2030”, l’iniziativa avviata lo scorso anno per una complessiva riflessione strategica che adatti l’Alleanza (“più politica e più globale”) ai nuovi scenari di sicurezza. “Dobbiamo essere audaci e ambiziosi per costruire un’Alleanza più forte per il futuro, perché viviamo in un mondo più pericoloso e competitivo, dove le sfide non conoscono confini”, ha detto oggi il segretario generale. Quali sfide? “Le attività destabilizzanti della Russia, la minaccia del terrorismo, i sofisticati attacchi informatici, le tecnologie disruptive, l’ascesa della Cina e il cambiamento climatico”.

“RESILIENZA”

Dalla lista di sfide deriva l’esigenza di adattamento, che parte anche da “come aumentare i finanziamenti comuni per la deterrenza e la difesa” e arriva fino al nuovo Concetto strategico, superando quello attuale, risalente al 2010. Focus inoltre su “unità politica” e “resilienza”, termine in cui rientrano i lavoro finalizzati a “garantire standard minimi per infrastrutture critiche, come energia e telecomunicazioni”. Già lo scorso ottobre, il rapporto sul tema presentato ai ministri della Difesa riscontrava “vulnerabilità”, rivolgendo l’attenzione soprattutto agli investimenti di Pechino nel Vecchio continente.

OCCHIO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Nel termine “resilienza” rientra anche il tema del cambiamento climatico, affrontato dall’Alleanza soprattutto per le “implicazioni per la sicurezza”. I ministri degli Esteri dovrebbe su questo approvare un primo “documento politico relativo al nostro approccio”, ha spiegato Stoltenberg. “Dobbiamo andare oltre e garantire che la Nato assuma un ruolo-guida quando si tratta di comprendere, adattare e mitigare l’impatto del cambiamento climatico sulla nostra sicurezza”.

IL CAPITOLO RUSSO

Per il capitolo russo ai ministri degli Esteri della Nato si aggiungeranno i colleghi di Finlandia e Svezia, nonché all’Alto rappresentante dell’Ue. “La Russia – ha detto Stoltenberg – continua a reprimere i dissidenti pacifici in patria, e a mostrare un modello di comportamento aggressivo all’estero”. Attenzionati gli “attacchi informatici” e i “tentativi di interferire nelle nostre elezioni, minando le nostre democrazie”, ha una settimana dalla pubblicazione del report dell’Intelligence Usa sulle attività sul voto americano. Resta il “doppio binario: forte deterrenza e difesa, combinate con l’apertura a un dialogo significativo”.

PUTIN UN KILLER?

A chi gli ha chiesto se condividesse le parole (più che altro i cenni di assenso) espressi da Joe Biden su Vladimir Putin come killer, Stoltenberg ha sviato, rispondendo: “Il presidente Putin è ovviamente il responsabile ultimo di tutte le azioni intraprese dallo Stato russo; e abbiamo riscontrato un modello di comportamento aggressivo, inclusi tentativi e uccisioni mirate di oppositori”. In più “siamo anche molto preoccupati dei report sulla Russia, secondo cui prometterebbe taglie per l’uccisione dei soldati Nato in Afghanistan”. Tutto ciò è “inaccettabile”, e dunque l’Alleanza continuerà “a essere ferma e forte”. Non si esclude il dialogo: “Dobbiamo lottare per avere un rapporto migliore con Mosca”.

IL DOSSIER AFGHANO

Resta complesso il dossier afghano, per cui lo scorso mese i ministri della Difesa hanno rimandato decisioni relative al futuro della missione Resolute Support, al momento pari a circa 10mila unità (l’Italia vi partecipa con circa 800). “Valutare insieme i nostri prossimi passi”, è il mantra di Stoltenberg, che ha altresì ribadito come “non ci siano scelte facili”. Al momento, in attesa di capire come il nuovo piano targato Blinken verrà accettato dalle parti afghane, “tutte le opzioni rimangono aperte”, mentre sembra allontanarsi l’ipotesi di ritiro completo Usa entro maggio. È il termine che Joe Biden ha ereditato dall’amministrazione Trump.


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