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Neo Digital Convention. I nuovi scenari della comunicazione medico-scientifica

Servizi alla salute, assistenza virtuale, cure a distanza, nuove modalità di comunicazione medico-paziente e digitalizzazione nella formazione della classe medica. Questi i temi al centro del live talk di Formiche e Neopharmed Gentili “Neo Digital Convention. I nuovi scenari della comunicazione medico-scientifica”

Il confronto sulle sfide e le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale in atto nel mondo della salute è stato il filo conduttore del live talk di Formiche con Neopharmed Gentili al fine di presentare il progetto “Neo Digital Convention”, la maratona digitale organizzata da Neopharmed Gentili che per 30 giorni, attraverso setting virtuali interattivi, offrirà a oltre 70mila medici informazione e aggiornamento scientifico di qualità nelle aree terapeutiche in cui è impegnata l’azienda.

Tra i partecipanti, moderati da Flavia Giacobbe direttore della rivista Formiche, Annamaria Parente, senatore, presidente Commissione igiene e sanità Senato, Andrea Mandelli, deputato, Commissione bilancio, Lisa Noja, deputato, Commissione affari sociali, Giulio Notturni, consulente della Comunicazione e delle relazioni esterne dell’assessorato alla sanità e all’integrazione socio sanitaria della Regione Lazio, Daniela Rossi, condirettore generale Neopharmed Gentili, Paolo Colli Franzone, presidente, fondatore e amministratore della società di consulenza strategica NetSquare e presidente dell’Istituto per il management dell’innovazione in sanità, Fabrizio Landi, presidente Fondazione toscana life sciences, Felicia Pelagalli, fondatrice e Ceo, Culture e Alessandro Renna, fondatore e Ceo, 4cLegal.

 

Il video integrale dell’evento – L’articolo prosegue dopo il video

L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE: NEO DIGITAL CONVENTION

Il progetto Neo Digital Convention, che rappresentava un’ipotesi di lavoro ancora in itinere nel periodo pre-pandemico, è stato accelerato dalla pandemia di Covid rappresentando una necessità per riprendere i contatti tra medici e pazienti anche in altra forma. Si tratta di un evento importante, che parte l’8 marzo e per un mese vedrà coinvolti più di 600 relatori di fama nazionale ed internazionale che andranno a spaziare nell’ambito di tutte le aree terapeutiche di lavoro degli operatori sanitari per garantire l’accesso ad un aggiornamento scientifico di qualità.

“Neo Digital Convention risponde alla volontà di adempiere fino in fondo alla nostra mission di fornire il più elevato supporto scientifico alla classe medica – ha spiegato Daniela Rossi, condirettore generale di Neopharmed Gentili – la rivoluzione digitale è un processo che ci vede coinvolti, insieme a tutti gli altri attori del sistema, per ridisegnare le modalità di fruizione della salute e dell’informazione sui temi della salute. Siamo tuttavia consapevoli che le tecnologie dovranno affiancare ma non potranno mai sostituire la relazione, sia essa fra professionisti o tra professionisti e pazienti”.

La formazione deve essere rivolta ai medici su come utilizzare questi strumenti digitali innovativi e sulla loro utilità di modo che il medico possa spiegarlo anche al paziente. Quindi l’iniziativa di Neopharmed è un tassello fondamentale per pensare alla telemedicina come una crescita di attenzione verso la salute del paziente, ha sottolineato Lisa Noja.

Nella telemedicina c’è anche un profondo rapporto relazionale tra medico e ammalato, ha affermato Annamaria Parente, quindi è necessario garantire una formazione come strumento fondamentale per un cambiamento di impostazione in seno al sistema sanitario. Di fronte a questa pandemia, ha ricordato la presidente, abbiamo una grandissima occasione storica per mettere tutte le questioni a sistema e cambiare totalmente l’approccio alla sanità, che dovrebbe essere territoriale. E naturalmente va inserita anche la digitalizzazione della sanità, la telemedicina. In questa pandemia abbiamo visto che la condivisione dei dati e delle esperienze è importante per accompagnare le persone fuori dalla malattia. Nessuno si salva da solo in un’epidemia.

INVESTIMENTI E BUDGET A DISPOSIZIONE

A un anno dall’inizio della pandemia possiamo tirare una prima somma per ragionare su ciò che va fatto per migliorare l’efficienza del servizio sanitario nazionale. Andrea Mandelli ha sottolineato come, dopo l’impegno sui vaccini, la priorità sia quella di ristrutturare completamente la medicina domiciliare e del territorio. In questo senso è necessario parlare di un investimento e non di una spesa, si tratta di realizzare un cambio di paradigma per riuscire a mettere in sinergia i diversi attori che operano sul territorio.

Allo stesso tempo, ha ricordato il deputato, le risorse della digitalizzazione rivolte alla sanità possono rappresentare uno slancio per rivedere compiti e ruoli che ogni figura professionale deve avere sul territorio. L’innovazione tecnologica, infatti, produce un sicuro aumento del Pil ed è necessario ragionare su come sfruttarla perché rappresenti una risposta importante per i pazienti.

Il ragionamento va amplificato anche alla luce di una partnership sana tra pubblico e privato che potrebbe rappresentare un salto di qualità necessario per il nostro paese. La grande responsabilità di oggi, ha detto Mandelli, è quella di tenere vivo e funzionale il sistema sanitario nazionale. La pandemia apre necessariamente le porte ad una stagione nuova da non sprecare, analizzando con puntualità i fenomeni negativi che si sono verificati cercando di correggerli.

In quanto presidente della Federazione ordini farmacisti italiani, Andrea Mandelli ha spiegato di impegnarsi da anni affinché questa professione possa aprirsi al futuro considerando sempre la possibilità di essere al fianco dei cittadini come una missione. “Se anche nella fase di lockdown non si è interrotta l’assistenza farmaceutica, per esempio, lo si deve al fatto che, grazie all’impegno dei farmacisti, è stato possibile implementare immediatamente la dematerializzazione della ricetta e ridurre quindi le necessità di spostamento dei pazienti e dei caregiver”.

SISTEMA DELL’INNOVAZIONE E TELEMEDICINA

L’Italia è ormai predisposta ad una collaborazione tra il mondo della salute e il mondo digitale, tuttavia mancano ancora numerosi strumenti soprattutto alla sanità pubblica – ha rilevato Paolo Colli Franzone – che non ha mai svolto grandi investimenti in telemedicina. La digitalizzazione e virtualizzazione dei rapporti tra operatori sanitari e pazienti è un processo virtuoso e necessario di fronte alla nuova normalità e ai cambiamenti del nostro mondo.

Ci devono essere un insieme di linee guida e coordinamenti affinché la telemedicina sia più diffusa: questo è il grande lavoro da compiere insieme alla formazione degli operatori sanitari.

Il rischio che con la telemedicina i pazienti vivano una spersonalizzazione del rapporto fiduciario che si crea con i loro medici c’è, ha affermato Lisa Noja. Per questo è importante che il digitale applicato alla salute non vada interpretato come sostituzione del contatto umano rappresentato dalla visita in presenza, ma come strumento che accresca la qualità dell’assistenza e del contatto tra i medici e con il mondo farmaceutico. In questo senso la formazione rivolta ai medici per far loro comprendere come debbano utilizzare questo strumento è fondamentale.
“È necessario che Governo e Parlamento predispongano una serie di misure, utilizzando le risorse messe a disposizione dall’Europa per Next generation Eu, per ridisegnare la sanità del futuro con interventi integrati tra loro che definiscano un quadro normativo chiaro e uniforme” ha concluso Noja.

I dati hanno una rilevanza cruciale e in quanto tali devono essere considerati come un bene pubblico, ha rilevato Annamaria Parente. Sembra paradossale che in un mondo in cui siamo bombardati dai dati questo non diventino bene pubblico. In questo senso è necessaria la condivisione e l’utilizzo dei dati e delle risorse del Piano di ripresa e resilienza affinché il tema della salute legato alla digitalizzazione sia al centro del sistema sanitario nazionale.

“La digital health vuol dire mettere al centro la relazione e restituire il valore dei dati ai cittadini. Dobbiamo aprire i dati e la conoscenza a vantaggio di tutti, per una salute nuova, globale e inclusiva” ha detto Felicia Pelagalli. Il digitale è decentralizzazione e relazione per sua natura: al centro c’è la relazione tra medico e paziente.

TERRITORI E SOSTENIBILITÀ

L’aspetto più importante, oggi, è quello culturale ha ricordato Giulio Notturni, che necessita un’analisi di ciò che è stata la telemedicina fino ad oggi senza un piano nazionale e delle sue linee guida. La sanità del futuro passa attraverso un necessario grande investimento nella sanità territoriale che non è unicamente in digitalizzazione ma soprattutto nella messa in rete di tante realtà e informazioni per garantire un servizio sanitario più vicino ai cittadini. Serve uno scatto culturale al fine di migliorare la sanità regionale.
Negli ultimi vent’anni, a livello mondiale, c’è stato un grande investimento nella digitalizzazione ma solo intorno all’ospedale, ha detto Fabrizio Landi, parlando di una sanità “ospedale-centrica”. Mentre oggi è auspicabile un ripensamento del sistema di home care considerando la sanità come un tutt’uno e coinvolgendo anche i famigliari in una catena di medicina diffusa.

In un periodo storico in cui il digitale influenza anche la produzione e l’approvazione dei farmaci, ha sottolineato Landi, il tema dell’informazione è sempre più importante e l’home care si basa dunque su una piena consapevolezza del paziente curato a distanza.

La medicina digitale ha un’impronta sostenibile. Quando parliamo di sostenibilità, ha ricordato Alessandro Renna, pensiamo maggiormente all’ambiente e alle persone ma non sempre riconduciamo al concetto anche il tema della governance ovvero del governo dei processi aziendali. Legalità e trasparenza sono principi chiave legati al tema della sostenibilità ed è qui che entra in gioco la digitalizzazione che significa una tracciabilità continua dei passaggi decisionali. Questi, ha affermato Renna, sono temi che dovrebbero essere all’attenzione primaria degli operatori del comparto della salute affinché la loro governance interna sia quanto più trasparente per garantirsi la fiducia dei cittadini.

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