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Next Generation UE e Recovery plan: innovazione e startup al centro dell’agenda digitale

Nel contesto socio-economico italiano, diventa sempre più forte la necessità di un confronto aperto con le istituzioni, la società civile e la comunità europea su come spendere i 209 miliardi messi a disposizione dell’Italia dal Next Generation Eu, il piano Ue di rilancio da 750 miliardi, ma anche dal bilancio europeo 2021-2027 senza dimenticare Mes, Bei e Sure.

Un percorso che vede la sostenibilità e l’innovazione al centro di questo cambiamento. Parlare di innovazione spesso si riferisce alla capacità di pensare fuori dagli schemi e alla possibilità di poter costruire un nuovo percorso per il domani per un nuovo umanesimo digitale, il poter sviluppare nuove tecnologie, investire nella ricerca, investire nello sviluppo e portare avanti azioni concrete nell’ambito delle politiche del benessere dei cittadini, nell’ambito delle imprese legate al mondo dell’industria 4.0 e a quelli che sono i processi di rinnovamento della macchina della pubblica amministrazione.

Come ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, si è evidenziato alle istituzioni la necessità di accelerare i processi di innovazione in ogni ambito. Si auspica pertanto che il governo Draghi possa garantire una generale razionalizzazione dei processi delle politiche pubbliche dell’innovazione, ristrutturando l’infrastruttura amministrativa e normativa, istituendo anche una commissione parlamentare sul tema e accelerare i processi di adozione delle reti a banda ultralarga e della tecnologia 5G. La riscrittura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza deve necessariamente passare attraverso il coinvolgimento di tutte le realtà dell’innovazione.

E in questo contesto la crisi che si sta vivendo può essere vista come un’opportunità in risposta all’emergenza economica e sanitaria. La Comunità Europea infatti, andando anche per la prima volta a promuovere un debito comune attraverso lo strumento del Recovery Fund, di cui l’Italia è uno dei maggiori beneficiari, punta a portare avanti una serie di innovazioni e soprattutto di riforme strutturali per poter rilanciare i paesi dell’area euro.

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