Skip to main content

Dalla scuola alle nascite. Ecco la (vera) eredità della pandemia

La chiusura prolungata delle scuole, la perdita o temporanea assenza del lavoro, e la generale situazione di incertezza sono considerate le cause principali di questo declino mentale. Con il lento ma progressivo ritorno alla normalità molti di questi sintomi dovrebbero attenuarsi. Il commento di Pietro Paganini

In Italia nascono sempre meno bambini. Con la Pandemia il debito che grava sul futuro si è impennato. Gli effetti secondari del Covid-19 saranno molto forti sulla salute e il benessere mentale dei più giovani. 
 
Report, sondaggi e studi recenti (per esempio qui, o quiqui sulla depressionequi specifico sulla popolazione inglesequi sui bambini canadesiqui in Italia e Spagnaqui in Cinaqui in Bangladesh, ), e racconti dei diretti interessati, denunciano la gravità della situazione: reparti di psichiatria infantile pieni, aumento esponenziale di chi ricorre a cure psichiatriche e all’assistenza medica, la comparsa di nuovi sintomi cognitivi mai registrati prima, e un allarmante abbassamento del benessere mentale. 
 
Già nell’Aprile 2020 avevo segnalato il pericolo degli effetti secondari o collaterali della Pandemia, tra questi avevo evidenziato, stando ai dati delle comunità scientifiche di psichiatria e psicologia, l’acuirsi di sintomi esistenti(insonnia, per esempio, incertezzaisolamento socialeangoscia genitoriale) o l’emergere di nuovi. 
 
Le nuove generazioni sono il presente e il futuro di una comunità. Noi cittadini abbiamo pieno interesse a prenderci cura di chi ci affiancherà e prenderà il nostro posto. 
 
Allungandosi le aspettative di vita la funzione dei giovani diventa ancora più importante perché per la prima volta non dovranno preoccuparsi solo di se e di chi verrà dopo, ma anche di chi è venuto prima. La minoranza (i giovani) dovrà occuparsi socialmente ed economicamente della maggioranza (gli anziani), almeno fino a quando (dopo il 2050) il rapporto quantitativo tra generazioni tornerà ad equilibrarsi. 
 
Oltre ad amministrare (spesso male) la cosa pubblica per migliorare la convivenza tra cittadini, compito del Governo di una società di cittadini è quello di creare le migliori condizioni per chi verrà dopo.  Se questo non dovesse accadere, cioè non ci si prende cura dei propri figli, la la nostra società è destinata a morire. 
 
La pandemia potrebbe anticipare ulteriormente l’inesorabile declino di molti, gruppi soprattutto in Europa, e in particolare in Italia. Secondo un sondaggio in 8 paesi anglosassoni, il 50% dei giovani in fascia 18-24 ha sperimentato un abbassamento del benessere mentale così significativo da superare la soglia di rischio clinico; sopra i 65 anni è solo del 6%. Il 44% dei giovani ha riportato sintomi considerati gravi che hanno implicazioni importanti sulla qualità della vita, il rendimento scolastico e/o lavorativo, o addirittura le funzioni quotidiane. 
 
La chiusura prolungata delle scuole, la perdita o temporanea assenza del lavoro, e la generale situazione di incertezza sono considerate le cause principali di questo crollo declino mentale. Con il lento ma progressivo ritorno alla normalità molti di questi sintomi dovrebbero attenuarsi. 
 
Il fenomeno deve essere preso seriamente e monitorato. Questi giovani diventeranno presto adulti, se il 50% di questi dovesse continuare ad avere problemi mentali contro il 15% degli adulti di oggi, farà una differenza importante. 
 
Dal Governo e dai partiti,  non pretendiamo risposte, soprattutto adesso, ma almeno, una presa in carico di un problema invisibile ma dalle conseguenze potenzialmente devastanti. 
 
P.S. Riaprire scuole e attività sportive è urgente

×

Iscriviti alla newsletter