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Scuola, una chiamata alla corresponsabilità per scongiurare la povertà educativa

Sembra un film già visto, un po’ come Peppone e don Camillo: le scuole paritarie escluse dai finanziamenti. Ci si sente nuovamente ripiombare nel baratro dell’ideologia, della dimenticanza; non si crede possibile che il Premier Draghi, europeista convinto, che il Ministro Bianchi con la consapevolezza che il suo mandato è rimettere al centro la scuola, che il Governo di unità nazionale abbiano potuto credere la scuola statale la sola che deve ripartire, la sola da porre al centro.

Si guardi, come sempre, la realtà, sic et simpliciter, partendo da una costatazione di fondo: il fallimento di questo Governo rappresenterebbe la morte del Paese, senza esagerazione.

Allora ognuno deve svolgere il proprio compito in modo responsabile: i titoli allarmanti, senza spiegazione e senza prospettiva, provocano la resa di quelle scuole paritarie dei poveri per i poveri, realtà che stanno cercando eroicamente di resistere; ancora, è a rischio quella faticosa ricostruzione di un rapporto fiduciario fra le istituzioni e i cittadini, un rapporto che si è rotto dopo anni di illusioni, di politiche fondate sulla logica dello scaricabarile.

E’ bene, certamente, tenere deste le coscienze, affinchè non si abbassi la guardia, ma è altrettanto bene ricordare che il nostro Governo è di unità nazionale: uno non vale uno, si è tutti, proprio tutti, responsabili.
Come stanno allora, davvero, le cose?
Il decreto Sostegni –ad oggi – destina 300 Mln alle scuole statali e questo, apparentemente, stride con tutte le conquiste di questi mesi.

Sappiamo che:

  1. Il Premier Draghi non ha mai parlato di scuole statali o paritarie, perché, vero europeista, per lui esistono solo le scuole pubbliche e tali sono le statali come le paritarie; del resto lo stesso Ministro Bianchi non ha fatto mistero che per lui esistono solo le scuole, senza declinazione, pari diritti e pari doveri. Fantastico! Un’utopia solo pochi anni fa. Perché cadere ancora nell’utopia?
  2. Il neo Ministro Bianchi, forte di un Governo di unità Nazionale, ha firmato con largo anticipo il 12.03.2021 il decreto che stanzia 513.734.589 euro per i 900 mila allievi (circa 570 euro ad allievo) che frequentano le scuole paritarie. A queste risorse si aggiungono 113,4 Mln di euro destinati a favorire l’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità: sono circa 8mila euro per allievo, a cui si aggiungono le provvidenze di Regione Lombardia che stanzia 3mila euro per la disabilità, 500 euro stanziati dal Comune di Milano per gli allievi disabili dell’Infanzia e le provvidenze di altre Regioni come il Veneto. Avremo modo di approfondire questo passaggio.
  3. Andando a fondo, si scopre che il Decreto tanto contestato era prodotto dal Governo precedente: scarse, di conseguenza, le manovre di intervento.

Pertanto credo che ora il cittadino, se desidera essere responsabile, deve fermare il giudizio, guardare al presente e, soprattutto, al futuro, basandosi sulle parole di chi lo governa.

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha affermato: «Il governo ha riconosciuto, dentro un provvedimento che mette in campo interventi dello Stato a favore della ripresa del Paese, l’importanza strategica della scuola». (…)” «Ci sono risorse per il ritorno in sicurezza, quanto prima, a tutte le attività in presenza. E ci sono risorse per accompagnare la chiusura dell’anno scolastico e la costruzione di un ponte verso il prossimo, per il recupero di competenze e socialità. Siamo al lavoro per integrare ulteriormente gli stanziamenti dedicati al potenziamento dell’offerta formativa’», conclude Bianchi.

Il Ministro ha – più volte – dichiarato che è al lavoro un gruppo il cui scopo è far fronte alla povertà educativa, alla deprivazione culturale, per colmare le diseguaglianze fra nord e sud e tenere, in questo modo, unito il Paese con una particolare attenzione alle scuole di periferia, perché la scuola torni ad essere un ascensore sociale. E’ chiaro anche l’impegno con la Ministra Bonetti di mettere a sistema tutto il comparto scuola paritaria perchè sia libera, autonoma, pubblica. Non è un sogno, è un progetto possibile con un Governo di unità Nazionale. Ora o mai più.

Un simile progetto necessita, però, della collaborazione responsabile di tutti: Istituzioni, Politica, Associazioni, Sindacati, Scuole e Genitori . Altrimenti si ritorna a Sagunto assediata dai Cartaginesi: dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Sempre lì si ritorna.

Gli ultimi accadimenti calabresi (ma sappiamo che non avvengono solo in Calabria) – falso in atto pubblico a carico di quelle scuole che, fregiandosi del titolo di pubbliche, in realtà erano dei diplomifici, con conseguente indagine in corso – confermano che occorre far sparire ogni pregiudiziale nei confronti delle scuole paritarie, non più considerate postifici o diplomifici che derogano le graduatorie e il sistema. Se un’azione chiarificatrice è servita ad abbattere l’ideologia, frutto forse di non conoscenza, ciò deve essere motivo di soddisfazione.

Nel corso dell’Audizione del Ministro Bianchi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si è pure registrata un’ampia convergenza sulle tematiche inerenti autonomia, parità, libertà di scelta educativa, integrazione, nonché sulla necessità di colmare le diseguaglianze, le disparità educative, la deprivazione culturale, il divario fra il Nord e il Sud. Cambia l’approccio, che diviene di sistema e sistemico. Sono necessari altri segnali per capire che l’aria è cambiata?

L’unica strada possibile è quella di essere disposti a giocarsi sulla trasparenza: la pubblicità dei bilanci è la chiave di volta per dare giustizia a quelle scuole paritarie serie che non meritano di essere associate alle scuole malavitose.

Le scuole paritarie sono scuole pubbliche che svolgono un servizio pubblico e da anni non solo non temono i controlli (tranne le doverose eccezioni), le verifiche e men che meno la pubblicità e la trasparenza: ci sarebbe da stupirsi del contrario.
Si tratta di un principio economico e giuridico fondamentale, insieme ad un principio etico, poiché sono utilizzati fondi che derivano dalle tasse dei cittadini. Da qui la ragione per la quale sono conditio sine qua non i costi standard di sostenibilità per allievo che, garantendo il diritto alla libertà di scelta educativa dei genitori, hanno in sè controllo, verifica, trasparenza, pubblicità. Perché il contrario fa morire le molte scuole serie e di frontiera e fa avanzare le poche ma pervicaci scuole che imbrogliano o che approfittano delle falle del sistema.

A conferma che l’auspicio alla trasparenza è già realtà, basti pensare alla logica delle provvidenze stanziate con il DM 119_2020 ai sensi del DL 34/2020 art. 233 co.3 e con il DM 118_2020 ai sensi del DL 34/2020, che definivano le erogazioni Covid 2019. Fin da subito le scuole paritarie hanno raccolto la sfida e nessuna certamente si è arricchita impiegando le risorse per altri interessi. Nessun timore rispetto ai controlli, tutt’altro: sono doverosi, devono essere certi ed esercitati da personale assolutamente competente. Questo è il futuro e sia il benvenuto.

Oggi è quanto mai evidente che resistenze ingiustificate e interessi terzi hanno rallentato quel sano percorso di pluralismo; ed è ingeneroso attribuire la responsabilità solo ad una politica ideologizzata – che c’è stata ma assieme a cittadini poco coraggiosi e troppo spesso ripiegati sui propri interessi, quasi che il fine giustifica i messi. Ma l’interesse del singolo, la storia lo insegna, genera disastri.
Quella di oggi è una chiamata alla corresponsabilità: la povertà educativa – semmai fosse l’ultima parola – sarà da attribuire a ciascun cittadino dotato di raziocinio.

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