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Sputnik, lo Spallanzani e gli Usa. I dubbi di Cicchitto

Di Fabrizio Cicchitto
terapie innovative frega

È chiaro che dietro il vaccino russo e cinese ci sia una partita geopolitica. La Sanità è la priorità ma bisogna prima capire perché in Russia la distribuzione di Sputnik sia limitata. E gli Stati Uniti ci diano una mano a uscirne fuori. Il corsivo di Fabrizio Cicchitto

È evidente che sia la Cina sia Mosca giocano una partita geopolitica anche sulla fornitura dei vaccini. La cosa è particolarmente perversa da parte cinese se si pensa che essi sono i responsabili principali di questa pandemia. Sia perché essa è sorta sul territorio cinese, sia perché si sono guardati bene dal comunicarla tempestivamente.

Per ciò che riguarda lo Sputnik, in primo luogo, bisogna sapere se è vero che in Russia esso ha avuto una distribuzione molto limitata.

Qualora ciò fosse vero, bisognerebbe saperne le ragioni. Forse le aziende specializzate non sono in grado di fare una produzione di massa, ma allora sarebbero in grado di rispondere a domande europee e italiane?

Oppure c’è qualche altra ragione? Per quello che ci riguarda a mio avviso vanno fatte due cose. Siccome è in ballo la vita delle persone, allora l’Ema deve fare i suoi accertamenti.

E se questi dovessero essere positivi bisogna trovare le vie per utilizzare anche questo vaccino: ad esempio l’assessore alla Regione Lazio Alessio D’Amato ha formulato qualche ipotesi allo stato precipitosa, ma una volta verificata anche ragionevole.

Nel contempo, bisogna parlare fuori dai denti con i nostri amici americani e dire loro che appunto gli amici si vedono nel momento del bisogno e che essi in un colpo solo potrebbero rimediare a tutti i guai fatti da Trump nei rapporti fra gli Usa e l’Europa spingendo alcune aziende da loro influenzate a rifornire di vaccini l’Europa e l’Italia, invece di tagliare talora le forniture.

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