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Il vaccino parlante. Sputnik ha Twitter e picchia su Ema e Italia

Il vaccino russo Sputnik V ha un profilo Twitter: lodi a chi lo esalta e dure critiche agli scettici. Secondo gli esperti è parte di una strategia mediatica aggressiva per promuovere il siero del Cremlino

Il vaccino russo Sputnik V ha anche un profilo Twitter: @SputnikVaccine. La biografia recita: “Sputnik V è il primo vaccino Covid-19 registrato al mondo con un’efficacia comprovata del 91,6%, basato su una piattaforma di vettori adenovirali umani. Registrato in 50 Paesi”. L’ultima frase è in continuo aggiornamento. Il link che segue rimanda al sito del vaccino, www.sputnikvaccine.com, sviluppato a Mosca dall’istituto Gamaleya (alle dipendenze del governo) e di proprietà del fondo di investimento sovrano russo (Rdif) sul quale a novembre aveva acceso i riflettori anche il Copasir.

È stato creato nell’agosto dell’anno scorso e nei quattro messi tra novembre e febbraio è stato tra i cinque account più engaged nella campagna d’influenza russa su Twitter, come emerge da un recente rapporto dell’Alliance for Securing Democracy. L’obiettivo del profilo Twitter @SputnikVaccine è chiaro, oltre che ovvio: fare campagna per il vaccino. “Sputnik V non utilizza Twitter solo per promuovere sé stesso, ma anche per punzecchiare i suoi rivali”, notava però a dicembre il Washington Post definendolo quell’account “parte di una strategia mediatica aggressiva” del fondo sovrano “per promuovere un prodotto sostenuto dal Cremlino”.

Per farlo, il profilo rilancia le notizie relative ad approvazioni, consegne, test positivi e avvii di produzioni. Tra cui quella prevista in Italia alla luce dell’accordo tra l’azienda farmaceutica italo-svizzera Adienne Pharma&Biotech e l’Rdif, presentato con un video che mostra “gli straordinari impianti di produzione” di Adienne che “realizzerà Sputnik V nel suo sito in Italia”.

E arrivano complimenti a chi apre al suo utilizzo: “Bravo Handelsblatt”, si legge in un tweet che riprende un articolo del quotidiano tedesco secondo cui “sarebbe fatale non usare il vaccino solo perché proviene dalla Russia invece che dall’Europa occidentale”.

Ma piovono anche critiche contro chi mostra dubbi. Bersaglio prediletto in questi giorni è l’Agenzia europea del farmaco, come racconta un report della East-Stratcom, la task force del Servizio europeo per l’azione esterna, che ha analizzato le campagne di disinformazione contro l’Unione europea. “L’account Twitter di Sputnik V ha scatenato il suo risentimento, accusando gli specialisti dell’Ema di ‘possibili interferenze politiche’ e ha affermato che l’Agenzia aveva ‘rimandato la revisione del vaccino per mesi’”, scrivono gli analisti spiegando che la mossa punta a “minare la credibilità dell’Agenzia e dipingere lo Sputnik e la Russia come trattati ingiustamente dall’Unione europea”. Questa settimana sono stati registrati 48 casi di disinformazione, si legge in una tabella del report. Le parole chiave può ricorrenti riguardano i vaccini, l’Occidente, i diritti umani e le armi chimiche. I principali target sono l’Unione europea, gli Stati Uniti, l’Ucraina e la Polonia. Le lingue più usate: il russo, l’arabo, l’inglese e l’italiano.

Nelle ultime ore nel mirino di @SputnikVaccine sono finite anche due testate occidentali. L’italiana Repubblica per un articolo titolato “La Russia vuole produrre Sputnik in Italia per mandarlo in Africa” in cui si legge: “L’operazione di colonizzazione dell’Europa è studiata nei particolari, ed è cominciata consegnando lo Sputnik al piccolo stato di San Marino”. A ciò il profilo Twitter del vaccino ha risposto: “credeteci, non c’è alcun tentativo” di “colonizzare l’Europa. Abbiamo proposto all’Unione europea di salvare vite umane e creare posti di lavoro attraverso la produzione per l’Europa e il mondo”. Infine, quello che suona come avvertimento al governo: “Se l’Italia rifiuta di diventare un centro di produzione di vaccini, lavoreremo con altri”.

L’altra testata è Voice of America, l’emittente ufficiale del governo degli Stati Uniti, criticata per essersi interessata al caso italiano con un articolo in cui si sottolinea che “i funzionari dell’Unione europea sono furiosi per l’accordo”. “Perché essere furiosi per la produzione di vaccini nell’Union europea che salverà vite umane, creerà posti di lavoro e aiuterà a risollevare le economie?”, è la replica via Twitter: “Anche se Sputnik V non è approvato in Europa, può essere prodotto nell’Unione europea per essere esportato per salvare vite in 49 Paesi che hanno già approvato Sputnik V” (il che conferma il titolo di Repubblica, tra l’altro). E ancora: “I vaccini dovrebbero rimanere fuori dalla politica”.

Frase che viene meglio esplicata in un altro tweet in cui è il vaccino Sputnik V a parlare in prima persona: “Alcune persone pensano che io sia qui per [fare] pubbliche relazioni o propaganda. Io, Sputnik V, voglio solo la pandemia Covid finisca. Questa è la mia unica missione. Penso che dovremmo lavorare insieme per rendere i vaccini apolitici e salvare vite umane! Insieme siamo più forti!”.

Quella che arriva dal profilo Twitter del vaccino russo così come dagli altri organi della propaganda di Mosca (compreso l’account dell’ambasciata in Italia) è la promessa di una soluzione “win-win” – non diversa da quella che offre per esempio la Cina con la Via della Seta.

Ma secondo Nina Jankowicz, esperta di disinformazione al Woodrow Wilson International Center for Scholars, in questa fase tutti vogliono approfittare di un’opportunità di ritorno d’immagine positivo. “Specialmente Paesi come Cina e Russia, desiderosi di essere visti come ‘i bravi ragazzi’ per una volta”, aveva spiegato al Washington Post.

Tutto ciò, però, risponde a “una vecchia strategia” di Vladimir Putin. È quanto sostiene Edward Lucas, vicepresidente del Cepa, intervistato a Formiche.net: “Usare una politica estera all’insegna della ‘grandezza’ per risolvere i problemi domestici”.

Il rischio per l’Occidente, dunque, è quello di offrire una sponda a Mosca che sta cercando di “dimostrare al mondo che la Russia è una superpotenza scientifica e che l’Occidente sta fallendo”, ha spiegato ancora Lucas. “C’è del vero, ma si tratta di un vantaggio temporaneo. E c’è molta propaganda: sappiamo troppo poco della fase sperimentale di Sputnik V e in Russia il sistema sanitario è al collasso”.


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