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Un compasso strategico per la Difesa europea. La linea del gen. Graziano

Sono già iniziati i lavori di preparazione dello Strategic Compass, l’attesa bussola strategica per l’Unione europea, che definisca obiettivi e capacità da sviluppare. Il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’Ue, ha spiegato i prossimi passi alla Commissione Difesa del Senato

All’Unione europea serva una bussola strategica, già in fase di sviluppo. Poi però, occorre la volontà politica di concretizzare il rafforzamento delle capacità, altrimenti “la bussola diventa un inutile gadget”. Parola di Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’Unione europea (Eumc), ascoltato ieri dalla Commissione Difesa del Senato, presieduta da Roberta Pinotti, in relazione all’affare assegnato sulle prospettive strategiche della politica di sicurezza e difesa comune dell’Ue.

I TEMPI

Il percorso dello Strategic Compass nasce dall’invito formale del Consiglio dell’Ue, nel giugno del 2020, rivolto all’Alto rappresentante, di sviluppare insieme agli Stati membri un documento che potesse “permettere di rafforzare e meglio guidare l’attuazione del livello di ambizione dell’Europa, discendente proprio dalla EU Global Strategy”, rilasciata nel 2016. Il documento è ancora “nella fase iniziale di elaborazione”, ma già si registra “grande attenzione e interesse non solo degli Stati membri, ma anche di attori esterni all’Unione, come la Nato”. È probabilmente il sintomo di un’esigenza forte nel Vecchio continente, emersa a fronte della lettura dello scenario di sicurezza. Oltre la pandemia, ha ricordato il generale Graziano, negli ultimi due anni abbiamo assistito “all’assertività e all’espansionismo da parte della Turchia e della Russia, senza estendere ulteriormente lo sguardo a quanto sta succedendo nell’Indo-pacifico”.

I CONFINI

A conferma del livello di ambizione, il Consiglio ha accompagnato l’invito a sviluppare lo Strategic Compass con indicazioni specifiche, tese a “orientare il progetto”, ha notato Graziano. In particolare, ha dichiarato che l’intento è “definire linee politiche e obiettivi specifici della Politica comune di sicurezza e difesa all’interno di quattro domini”. Sono: gestione delle crisi, sviluppo delle capacità, resilienza e partnership. Inoltre, ha chiarito che la bussola dovrà avere un orizzonte temporale di cinque-dieci anni, cioè un tempo “limitato”, da cui deriva la consapevolezza che il documento “sarà soggetto a periodiche revisioni, permettendo, nell’ambito della pianificazione a lungo termine, di attualizzare la riflessione strategica e di apportare gli eventuali necessari correttivi”, ha affermato il generale. In questo modo, “lo Strategic Compass dovrebbe contribuire a sviluppare e corroborare una comune cultura europea di sicurezza e di difesa”, senza la “pretesa di fissare priorità operative di intervento, ma solo di meglio definire i possibili scenari di impiego all’interno del più ampio quadro del livello di ambizione europeo”.

UN PRIMO PASSO

Sarà, in altre parole, un primo passo. “Una bussola – ha aggiunto Graziano – è in grado di indicarci la direzione del nord rispetto alla nostra posizione ma, poi, dobbiamo decidere da noi stessi quale strada percorrere per raggiungerlo”. Di più: “Se per mancanza di decisione si resta fermi e non si va da nessuna parte, allora la bussola diventa solo un gadget: molto bella da avere a disposizione, ma assolutamente inutile”. Servirà dunque un “convinto coinvolgimento degli Stati Membri e la loro piena volontà di lavorare per un fine comune”. Non è un caso che l’Ue sottolinei spesso che lo Strategic compass sia “member States driven”, né che i 27 capi di Stato maggiore della Difesa, nell’ambito dell’Eumc, abbiamo di contribuire al processo, “fornendo la prospettiva militare per ciascuno dei quattro domini individuati”.

L’ANALISI DELLA MINACCIA

Si parte dall’analisi delle minacce, attraverso il “Threat Analysis”, cioè “la risultante dei contributi forniti dalle agenzie di intelligence, civili e militari, degli Stati membri, a cui è stata data coerenza e organicità dal Single intelligence analysis capacity dell’Ue”, che non dispone di un proprio servizio di intelligence. Superato “il rischio che alcuni Stati Membri avrebbero potuto fornire dati incompleti o, peggio ancora, informazioni già filtrate dalla lente” degli interessi nazionali”, il documento è stato presentato lo scorso novembre ai ministri della Difesa dell’Ue. È “la prima completa analisi di rischi e minacce che l’Unione abbia mai realizzato e una base comune di conoscenza strategica”, ha sottolineato Graziano.

LE NECESSITÀ

Nel complesso, emerge la necessità di rafforzare ala Difesa comune, con “un forte richiamo a incrementare con immediatezza l’efficienza operativa, a meglio calibrare lo sviluppo delle capacità e a dare la giusta importanza alla cooperazione e collaborazione con i partner, in primis l’Alleanza Atlantica. La “Threat Analysis” invita a redigere piani di sviluppo capacitivo, espressi nello “Headline Goal Process”, una “periodica identificazione delle carenze in termini di capacità militari”. A sua volta, ha spiegato Graziano, tale concetto spinge di per sé “a realizzare il concetto del Full Spectrum Force Package, cioè quell’insieme di forze militari che consentano all’Unione di poter operare in tutti gli scenari di riferimento identificati”.

LO SCOPING PAPER

Intanto, il passo successivo alla “Threat Analysis” è stata l’elaborazione dello “Scoping Paper”, una sorta di “scheletro dello Strategic Compass”, ha detto Graziano. “Non si tratta solo di un mero indice, ma di un iniziale elenco di elementi fondamentali e irrinunciabili, i macro-argomenti, che devono essere sviscerati nella scrittura dei quattro capitoli del documento”. La metodologia è la stessa: procedere con contribuzioni e input forniti dagli Stati membri. Il Comitato militare dell’Ue, da parte sua, ha individuato “per ciascuno dei quattro domini, quegli aspetti, con un impatto diretto sugli affari militari, per i quali è necessario ottenere precise direttive politiche al fine di dare concretezza al livello di ambizione dell’Unione, nonché ricevere linee-guida, scopi e obiettivi per consentire alla componente militare di essere un strumento efficace nelle mani della politica estera e di sicurezza dell’Unione stessa”. Tutto questo si è concretizzato nel “Military input allo Scoping Paper”, i cui contenuti “sono stati pienamente recepiti nella fase di redazione del documento, che ha visto poi la luce lo scorso febbraio”, ha rimarcato Graziano.

I SUGGERIMENTI

Diversi i suggerimenti dei vertici militari. L’Eumc, ha detto Graziano, “ha segnalato l’esigenza di dotarsi di robusti sistemi di comando e controllo, di una capacità di pianificazione avanzata, di più efficaci procedure per la generazione delle forze necessarie alle nostre missioni e operazioni, e di sistemi maggiormente snelli e fruibili per dare coerenza ai piani di sviluppo delle capacità militari dei singoli Stati”. C’è poi la spinta al “Full Spectrum Force Package”, per “poter operare efficacemente in ogni possibile scenario”, a “sostenere l’industria europea della difesa anche creando un canale di comunicazione diretto”. Canale anche per le comunicazioni interne all’Ue, tra il Comitato militare e la Commissione, che gestirà i fondi dell’Edf, quasi 8 miliardi nei prossimi sette anni.

I PROSSIMI PASSI

Sarà utile a dare slancio alla bussola strategica. Da qui in avanti, ha spiegato il generale, “i lavori procederanno sviluppando un dominio alla volta: si inizierà a metà aprile con la gestione delle crisi, per proseguire, nei mesi successivi, con la resilienza, lo sviluppo delle capacità e la partnership”. Tali capitoli saranno, poi “assemblati per poter disporre di una prima bozza del documento non più tardi di novembre di quest’anno, con l’obiettivo finale di dare alla luce la versione definitiva dello Strategic compass entro il primo semestre del 2022”. Sarà opportuno non perdere “l’iniziale e inusuale entusiasmo”. Occorre fare in modo, ha concluso Graziano, “che questa tensione emotiva non vada scemando durante la fase di elaborazione del documento, casomai per la presenza di ostacoli e contrapposizioni apparentemente insormontabili, al fine di non perdere di vista l’obiettivo finale da conseguire”.


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