Il certificato sarà una prova attestante che una persona è stata vaccinata, ha ottenuto un risultato negativo al test oppure è guarita dal Covid-19. Sarà gratuito, in formato digitale o cartaceo, protetto, valido in tutto il territorio dell’Unione. “Dobbiamo evitare fraintendimenti e distorsioni nella concorrenza come quelle sul turismo cui abbiamo assistito in questi giorni”, dice Antonio Tajani di Forza Italia
La Commissione guidata da Ursula von der Leyen ha proposto un certificato per consentire la libera circolazione dei cittadini dell’Unione nei prossimi mesi. Formiche.net ha chiesto un commento ad Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia e in passato commissario europeo e presidente dell’Europarlamento.
Come funzionerà questo certificato e come si farà?
Il certificato verde digitale è una prova attestante che una persona è stata vaccinata, ha ottenuto un risultato negativo al test oppure è guarita dal COVID-19. Sarà gratuito, in formato digitale o cartaceo, protetto, valido in tutto il territorio dell’Unione.
La proposta della Commissione va nella giusta direzione per una riapertura graduale e in sicurezza delle frontiere. Un primo passo importante per far ripartire le nostre attività economiche ed il turismo. Grazie a questo, sarà possibile convivere senza rischi con il virus, soprattutto considerando le lungaggini della campagna vaccinale. Anche chi non ha avuto la possibilità di vaccinarsi potrà muoversi in sicurezza. Il certificato sarà personale e interoperabile: ovunque in Europa ci saranno gli stessi standard e i cittadini potranno dimostrare il proprio stato di salute in modo rapido e sicuro.
A livello Europeo, tutti gli Stati membri sono in accordo con questa proposta?
La Commissione europea ha presentato questa proposta il 17 marzo. La Plenaria del Parlamento europeo, lo scorso 25 marzo, ha votato per accelerare la procedura legislativa: abbiamo bisogno che questo strumento entri in funzione presto, soprattutto in vista della stagione estiva. I negoziati stanno iniziando. Purtroppo, il Consiglio della settimana scorsa non ha trattato l’argomento. Bisogna decidere come verrà rilasciato e verificato questo certificato.
È importante che le riaperture delle attività economiche e l’annullamento delle restrizioni di viaggio avvengano in modo coordinato e che questo venga comunicato correttamente ai cittadini. Dobbiamo evitare fraintendimenti e distorsioni nella concorrenza all’interno dell’Ue. Nei giorni scorsi, abbiamo registrato alcune differenze nel turismo fra Paesi: dobbiamo evitare che questo si ripeta in futuro. Allo stesso tempo, è necessaria una revisione del sistema delle cartelle cliniche elettroniche a livello nazionale. Forza Italia è pronta a fare la sua parte, come sempre dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Penso a quanto fatto per il piano vaccinale: il Governo Draghi ha deciso di realizzare le nostre proposte, come la possibilità di fare vaccini anche utilizzando la capillare rete delle farmacie, presidio sanitario e grande risorsa logistica che il Governo precedente non aveva, purtroppo, valorizzato.
La Commissione Europea ha intenzione di richiedere il certificato verde digitale anche ai cittadini non-UE che, per motivi di lavoro o turismo, entrano in un Paese europeo?
La proposta della Commissione prevede lo stesso meccanismo anche per i cittadini di Paesi terzi che soggiornano o risiedono legalmente nell’Ue. E anche su questo, il Parlamenti ha chiesto di accelerare. Se analizziamo i dati dei flussi turistici, soprattutto da Usa, Cina, Giappone, Australia e Brasile, vediamo quando questo possa essere importante soprattutto per l’Italia. È un segnale incoraggiante per chi vuole tornare a visitare il nostro Paese.
Nel lungo periodo, secondo lei, avremo ancora bisogno di questo certificato digitale verde in vista di epidemie in futuro?
Mi auguro non ci siano più pandemie, ma dobbiamo essere realisti: siamo di fronte a una sfida epocale e servono soluzioni innovative e coraggiose. Questa esperienza sarà di lezione per il futuro. In questo senso, dobbiamo fare tesoro di ogni nuovo strumento che stiamo sperimentando.
Per concludere, secondo lei, l’attuazione di questa proposta potrebbe aiutare ad una conformità sanitaria, nonché ad una condivisione di interessi in Europa?
Durante il mio mandato di Presidente, il Parlamento europeo ha votato molte risoluzioni che chiedevano un maggior coordinamento sanitario in Ue. Più volte, abbiamo chiesto un capitolo di spesa nel bilancio europeo appositamente dedicato alla salute. Questo ancora prima della pandemia. E sempre a marzo, il Parlamento europeo ha approvato il Programma Ue per la salute. Oggi, a maggior ragione, è fondamentale unire gli sforzi per tutelare la salute dei cittadini europei, con investimenti in ricerca e accelerando la campagna vaccinale.