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Mobilità sostenibile, la ricetta di Radek Jelinek (Mercedes-Benz)

Le principali innovazioni della mobilità del futuro e cosa rappresentino per un’azienda come Mercedes-Benz, è questo il tema principale affrontato nel corso del web talk organizzato da Task Force Italia con Radek Jelinek, presidente e ceo di Mercedes-Benz Italia

Le sfide della mobilità sostenibile, dall’auto elettrica fino alla filiera produttiva, sono al primo posto nel programma di una grande azienda come Mercedes. Tuttavia, per arrivare agli ambiziosi obiettivi europei per l’ambiente, è necessario aumentare gli investimenti in infrastrutture e collaborare per rendere le auto elettriche più accessibili. Questi gli argomenti che Radek Jelinek, presidente e ceo di Mercedes-Benz Italia, ha trattato con Valerio De Luca, presidente di Task Force Italia, durante il web talk “Rilanciare il potenziale dell’Italia”.

Tra i partecipanti, coordinati da Dina Ravera, vicepresidente di Task Force Italia, Patrizia Giangualano, consigliere di amministrazione di Leonardo, Gruppo Mondadori, Sea Aeroporti e Astm, Paolo Aversa, professore di Strategy e direttore full time Mba, Cass Business School, University of London, Gianmarco Montanari, direttore generale dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Valentina Canalini, consigliere di amministrazione di Terna S.p.A. e Carlo Papa, direttore Fondazione Enel.

STRATEGIA DI ELETTRIFICAZIONE

La strategia di elettrificazione è complessa e, per comprenderla meglio, è necessario fare un passo indietro, ha ricordato Radek Jelinek: “Fino a ieri l’industria automobilistica si è impegnata a fare le migliori macchine, i migliori motori, con tanti cavalli ed emozionanti. Oggi si trova ad affrontare la più grande trasformazione nella sua storia: la transizione elettrica e digitale. In poche parole, quello che si chiede all’auto di domani, oltre alla piena neutralità dal punto di vista delle emissioni, è di diventare sempre più simile ad uno smartphone, in grado di elaborare dati per rendere sempre più efficace soddisfacente il customer journey, grazie anche all’erogazione di informazioni sempre più complesse e servizi, che rappresentano un ulteriore e strategico canale di business”.

Per Mercedes la prima macchina elettrica risale al 1912 e i primi studi sullo sviluppo del motore a idrogeno sono di circa trent’anni fa. La novità è che la tecnologia sta cambiando oggi a una velocità impensabile. L’Unione europea ha fissato un’asticella molto ambiziosa per i limiti alle emissioni, Mercedes già oggi ha nella propria gamma cinque modelli full electric, venti ibride con la spina e tutte le altre stanno rapidamente diventando ibride, contaminate dall’elettrificazione. Un impegno che coinvolge anche le fabbriche, di cui molte sono già oggi CO2 neutre, per arrivare all’intero network di impianti entro il 2022.

“L’obiettivo per noi è diventare ‘CO2 neutral’ entro il 2039, dieci anni prima del grande target europeo. L’elettrificazione, in questo senso, si connette a una profonda trasformazione tecnologica ed è una sfida che non riguarda solo la macchina ma anche la filiera, la produzione. In Italia – ha sottolineato Jelinek – ci sono 1,2 milioni di persone impiegate nell’industria automotive. Basti pensare che le piccole e medie imprese italiane forniscono fino al 20% dei componenti per Mercedes e per gli altri costruttori tedeschi”.

Il concetto di sostenibilità è dunque molto più ampio e non può prescindere dal riguardare ogni aspetto dell’azienda. Il presidente e ceo di Mercedes-Benz Italia ha, infatti, sottolineato che molto spesso quando si parla di mobilità sostenibile il discorso viene limitato esclusivamente ai temi ambientali, senza prendere in considerazione i fattori economici e sociali, ossia, la ‘sostenibilità’ di chi la produce, chi la vende, e chi la utilizza.

Una responsabilità sociale a tutto tondo che si traduce anche con l’obbligo di una totale trasparenza verso i clienti su come vengono prodotte le automobili e le batterie o sul come vengono estratte le materie prime. Un vero e proprio codice etico che coinvolge anche la catena dei fornitori, una filiera importantissima per l’economia italiana e per il suo Pil, come evidenzia lo stesso Jelinek, ma di cui si parla troppo poco, perché è politicamente corretto parlare di elettrificazione, ma si dimentica spesso la trasformazione industriale e gli effetti che questo comporta.

LA DIGITALIZZAZIONE ELEMENTO STRATEGICO DEL CUSTOMER JOURNEY

La digitalizzazione rappresenta un altro driver strategico nella trasformazione dell’industria automobilistica e del concetto stesso di mobilità, favorendo processi di connettività che interessano infiniti aspetti dell’industria automobilistica: dalla sicurezza alle vendite, passando per l’infotainment, l’assistenza e i servizi Ota di aggiornamento “over the air”.

Da quasi due anni, Mercedes ha il suo showroom online che permette di acquistare le auto completando quasi tutto il processo online e attraverso strumenti digitali, i clienti arrivano già preparati in concessionario e questo è importante: dieci anni fa il cliente entrava in concessionaria tra le sette e le otto volte prima di acquistare una macchina, l’anno scorso la media è stata di 1,4 volte. “Ma non diverremo completamente virtuali, ha ricordato il presidente, la vera experience sarà “phigital” e rimarrà dentro lo showroom con un’assistenza integrata e smart, simile a quella che si trova nei negozi Apple”.

È proprio da sostenibilità e digitalizzazione che partono i programmi di utilizzo dei fondi europei per il nostro Paese. Jelinek ha sottolineato l’importanza che lo Stato crei una cornice che possa garantire prosperità alle aziende, assicurando loro una sicurezza fiscale e legale. Nonostante le molte opportunità dell’Italia, l’industria automotive, ad esempio, è bloccata, ci sono 15 milioni di auto molto vecchie sulle strade e ci si chiede come toglierle dal mercato anche e soprattutto per il rispetto dell’ambiente.

INFRASTRUTTURE E FUTURO ELETTRICO

Stiamo andando a livello globale verso veicoli completamente elettrici. Ci sono tuttavia delle tecnologie in competizione e le auto a combustione interna hanno livelli di efficienza altissimi, ed il margine di miglioramento è ancora molto alto, ha ricordato Paolo Aversa. Quest’ultimo ha poi chiesto, “un giorno saremo tutti elettrici, ma quando?”

Una delle sfide cruciali da affrontare è rappresentata dalle infrastrutture, si pensi ad esempio alle colonnine per ricaricare le macchine elettriche. In Italia abbiamo pochissime colonnine ultrafast, quasi tutte situate nel nord del paese. Il problema, ha ricordato il ceo di Mercedes, è che la crescita delle auto elettriche può andare solo di pari passo con le infrastrutture di ricarica. Solo con il miglioramento di queste ultime crescerà più rapidamente lo sviluppo della mobilità elettrica.

Ma come lavorare per la costruzione di queste infrastrutture? ha chiesto Patrizia Giangualano, che ha ricordato come le aziende automotive dedichino molto tempo allo studio delle tendenze future. La sostenibilità può essere coniugata con la possibilità di rimanere su mercati sempre più avanzati cercando di capire se le soluzioni definite siano le più giuste. Anche se si pensa alla migliore tecnologia, bisogna essere sicuri che possa inserirsi nel contesto di riferimento.

In questo senso, ha detto Giangualano, la responsabilità sociale delle aziende che producono pezzi significativi di questo sviluppo è anche quella di contribuire e aiutare la società a costruire quello che serve. Il presidente di Mercedes ha affermato l’importanza di non guardare solo a quel che succede dentro l’azienda ma a come si producono tutti i prodotti nella filiera e la necessità di sviluppare informazioni e trasparenza per creare fiducia. Non si deve pensare che possa esistere solo l’auto elettrica per raggiungere un elettrificazione massiva del trasporto.

IL FUTURO DEL SETTORE

L’auto ha fatto la storia, se pensiamo agli ultimi cento anni e alle varie epoche storiche a ognuna è associata un’auto, ha ricordato Gianmarco Montanari. Il settore dell’auto è un grandissimo catalizzatore di innovazione. Quello che ci chiediamo oggi è qual è il futuro dell’auto per l’importanza che ha, sia come stimolo di innovazione sia dal punto di vista economico. L’automotive è una fonte economica importante e significativa, l’auto elettrica ha bisogno di meno manutenzione e di fronte alle trasformazioni apportate dalla pandemia possiamo presumere che nel futuro ci muoveremo di meno. L’impressione, ha affermato Montanari, è che oggi le tendenze ci dicono che ci sarà una riduzione dell’utilizzo del parco auto, con la conseguente riduzione di tutto il mondo industriale che c’è dietro.

Con servizi come car2go e mytaxi (sharenow e freenow dopo la partnership con il gruppo Bmw), la nostra azienda ha cambiato il rapporto degli italiani con servizi di pubblica utilità come carsharing e con il servizio pubblico offerto tradizionalmente dai taxi, mettendoli a sistema con un concetto di mobilità globale. Ma il futuro è un processo iterativo e, ha sottolineato Jelinek, con la pandemia stiamo tornando a una domanda elevata di mobilità individuale. E’ quindi importante capire come si svilupperà nel prossimo futuro. La sfida è anche nella trasformazione del trasporto pubblico e nella possibilità di migliorare i rapporti, le interazioni e il trasferimento del know-how tra università e aziende.

Tutto ruota attorno alla capacità di andare al passo con i cambiamenti epocali che ci troviamo di fronte. Il futuro ci riserva tre certezze e una scommessa, secondo Carlo Papa: la prima è che le auto dei nostri figli saranno elettriche e avranno il recupero dell’energia, strumento fondamentale. La seconda certezza è che guidare una macchina elettrica è particolarmente appassionante, basta chiedere a Lewis Hamilton per averne conferma! E la terza è che il tasso di riciclo e riuso delle batterie aumenterà in maniera esponenziale. La grande scommessa riguarda invece la chimica e ciò che andrà dentro le batterie: il consiglio è di affidarsi alla scienza.

COMPETIZIONE MULTIPLA E TRASFORMAZIONE

I produttori di auto nel 2021 per essere pienamente competitivi si devono confrontare sia con il mondo tradizionale delle aziende automobilistiche che con il mondo del tech. Tutti i competitors che provengono dal mondo tecnologico hanno un grande vantaggio rispetto agli altri, la parte tecnologica sarà molto importante per costruire le macchine di domani con lo sviluppo di un sistema interattivo. Le sfide sono tante, ha detto il CEO di Mercedes, ma rappresentano altrettante opportunità.

Non è solo la sostenibilità a dover essere affrontata a 360 gradi nei processi aziendali e da parte dello Stato, ma anche un dialogo per creare un ecosistema di semplificazione che consenta una trasformazione rapida delle aziende, attraverso un tavolo di lavoro di confronto permanente tra il governo e gli stakeholder coinvolti. Da questo punto di vista, ha ricordato Valentina Canalini, l’Europa è presente e si sta facendo sentire molto di più ultimamente. Il tema è l’implementazione di un’attuazione che in Italia risente sempre di alcune problematiche.

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