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Così la sinergia tra pubblico e privato può tutelare la salute della comunità

Di Mariastella Giorlandino

Il commissario generale Figliuolo ha incluso nella filiera vaccinale anche la categoria delle strutture sanitarie private. Mariastella Giorlandino, amministratore unico di Reti Artemisia Lab, spiega come adesso si possa favorire l’auspicato incremento della capacità di somministrazione dei vaccini ed offrire un contributo significativo alla sicurezza della cittadinanza e alla ripartenza del Paese

In merito alle ultime disposizioni riguardo al Piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2, desidero manifestare il mio plauso per l’inclusione, voluta dal Commissario straordinario gen. Figliuolo, della categoria delle strutture sanitarie private nella filiera vaccinale.

La Rete Artemisia Lab è in possesso di tutti i requisiti e delle risorse idonee e necessarie a coadiuvare il Sistema Sanitario nell’attività di organizzazione di nuovi punti vaccinali, sedute di inoculazione, registrazione e monitoraggio dei pazienti trattati, al fine di favorire l’auspicato incremento della capacità di somministrazione dei vaccini ed offrire un contributo significativo alla sicurezza della cittadinanza e alla ripartenza del Paese.

In particolare Artemisia Lab si impegnerebbe ad implementare i percorsi diagnostici interni dei pazienti, che quotidianamente affluiscono nei centri, con la somministrazione del vaccino anti-Covid, in base a regolamenti condivisi tra pubblico e privato, stabilendo preventivamente esigenze e priorità (età, esposizione ai rischi, categoria professionale, ecc), secondo un planning volto a supportare soprattutto la linea operativa che prevede la “Capillarizzazione della somministrazione”.

Artemisia Lab è una Rete di 20 Centri clinici e diagnostici ad alta specializzazione, dislocati su tutta Roma. Le procedure poste in essere dai Centri della Rete, sono certificate con standard ISO 9001:2008 da parte di Bureau Veritas, organismo di certificazione indipendente e leader nel mondo. Tale certificazione garantisce l’impegno a fornire uniformi servizi di eccellenza, mantenendo la centralità del paziente.

Artemisia Lab ha altresì ottenuto la certificazione ISO 9001:2008 per i propri percorsi diagnostici di biologia molecolare, denominati “One-Day”, che consentono di ottenere una diagnosi oncologica esaustiva entro 24 ore. Inoltre, in una logica di inclusione sociale, tutte le attività hanno ottenuto le certificazioni “Simply Halal” e “Kosher”, che garantiscono ai pazienti, rispettivamente di fede islamica ed ebraica, trattamenti conformi ai principi delle proprie religioni.

Artemisia Lab dispone anche di una associazione non profit, Artemisia Onlus, per interventi e consulenze di protezione sociale. Da qualche anno a questa parte, l’associazione si è fortemente impegnata per l’organizzazione e l’erogazione, gratuita, di attività di formazione e informazione medico-scientifica, tra cui i Corsi Ecm (Educazione Continua in Medicina) tesi a garantire i necessari crediti di aggiornamento e, soprattutto, miglior qualificazione agli specialisti ed ai medici di base, in un periodo che li ha visti sottoposti a particolare pressione.

Occorre prendere contezza che, ancor prima di uscire, auspicabilmente al più presto, dalla pandemia da Covid-19, si pone al governo la risoluzione di un’altra emergenza: quella connessa al notevole calo di richieste di screening e controlli di prevenzione, brusca flessione registrata dall’inizio della stessa pandemia, e quella che riguarda i pazienti afflitti da malattie gravi e croniche che, causa la sospensione delle attività sanitarie e dei ricoveri non urgenti per
far posto ai casi Covid-19, non hanno più ricevuto cure adeguate.

Come previsto da Milena Gabanelli nella Rubrica “Dataroom” sul Corriere della Sera del 24 giugno u.s., tale “sospensione” avrebbe fatto “saltare”, alla fine del 2020, 51 milioni di prestazioni sanitarie, allungando a dismisura i tempi di attesa, col rischio di aggravamento e cronicizzazione delle patologie non diagnosticate tempestivamente, ovvero non trattate, determinando costi aggiuntivi sul sistema e possibilità di registrare ulteriori decessi.

La soluzione appare quella di esternalizzare le attività ambulatoriali di 1° e 2° livello ad aziende sanitarie private.
Il pagamento delle prestazioni alle strutture private, verrebbe regolato dalla fatturazione dei servizi al committente pubblico, sulla base di prezzi concordati.

Per evitare abusi, andrebbe impiegata una piattaforma condivisa tra strutture pubbliche e private appaltatrici dei servizi sanitari, ovvero convenzionate, sulla quale dovrebbero risultare le prenotazioni, le accettazioni, il pagamento dei ticket a favore della struttura pubblica e la comunicazione del referto.

Questo, al fine di garantire sempre il preciso riscontro delle prestazioni sanitarie erogate con i pagamenti richiesti.
L’oggetto della esternalizzazione, tuttavia, non sarebbe la singola prestazione (ad es.: visita specialistica, ecografia, Ecg), bensì “pacchetti” che prevedano il completo ciclo diagnostico secondo procedure e protocolli condivisi, chiari ed efficaci, per la “risoluzione e chiusura” del caso. A titolo d’esempio, se da un esame ecografico non emergessero criticità, il caso verrebbe chiuso; ove così non fosse, si procederebbe agli opportuni approfondimenti del
caso – risonanza o tac, biopsia, esame istologico o citologico – fino a pervenire ad una diagnosi completa per le finali decisioni del medico curante o della struttura ospedaliera.

Pertanto, anche in coerenza ed in allineamento agli obiettivi, ai principi ed all’approccio strategico-organizzativo del nuovo Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, gen. Francesco Paolo Figliuolo, Artemisia Lab si candida alla forma di esternalizzazione illustrata, che possa garantire l’esecuzione di cicli diagnostici completi presso tutti i propri centri, in modo tempestivo, celere e secondo programmi efficaci, evitando che l’attuale condizione di affanno e caos nei pronto soccorso possa estendersi anche agli altri ambiti clinico-assistenziali.

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