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Il Pentagono torna in Europa. Il viaggio di Austin tra Germania, Nato e Uk

Dopo una delicata visita in Israele, il capo del Pentagono Lloyd Austin vivrà un’intensa settimana tra Germania, Regno Unito e Belgio (sponda Nato). Al centro della missione “europea” il ripristino dei tradizionali toni transatlantici, ma anche alcuni temi caldi, dalla presenza delle truppe americane nel Vecchio continente fino alle partite industriali, dalla Global Britain al prossimo Concetto strategico della Nato

“Discutere l’importanza delle relazioni internazionali nel campo della Difesa e rafforzare l’impegno degli Stati Uniti su difesa e deterrenza, burden sharing e una duratura sicurezza transatlantica”. È questo l’obiettivo del secondo viaggio all’estero del capo del Pentagono Lloyd Austin, che dopo l’Indo-pacifico partirà domani alla volta di Israele, per poi dirigersi in Germania, a Bruxelles per incontrare Jens Stoltenberg, e nel Regno Unito. Tra le pieghe degli incontri si nascondono diversi dossier delicati lasciati in eredità dall’amministrazione guidata da Donald Trump, divisi su due grandi filoni: la ricostruzione dei rapporti con Israele (con diversi temi aperti, dagli aiuti alla Palestina fino ai rapporti con l’Iran) e il ripristino dei tradizionali toni delle relazioni euro-atlantiche nel Vecchio continente.

GLI INCONTRI

In Europa, Austin arriverà dopo Israele. Sarà prima di tutto in Germania, per incontrare l’omologa Annegret Kramp-Karrenbauer e Jan Hecker, consigliere alla politica di sicurezza della cancelliera Angela Merkel. Si parlerà di come rafforzare “le relazioni bilaterali nel campo della difesa”, duramente provate dai quattro anni di Donald Trump. Oltre alle note strigliate sul nodo del 2% del Pil da spendere nel settore, la scorsa primavere è esploso il dibattito politico in Germania sulla partecipazione alla dissuasione nucleare della Nato.

I TEMI CALDI

Nonostante le rassicurazioni della ministra Kramp-Karrenbauer, si erano fatte sentire le rinnovate insofferenze dei socialdemocratici dell’Spd all’interno della Grosse Koalition guidata dalla cancelliera Merkel. Il tema si intrecciava al complesso dibattito sulla sostituzione dei Tornado per la Luftwaffe. Dopo la rumorosa esclusione dell’F-35 dalla gara, la scelta del dicastero tedesco della Difesa per un mix tra i Super Hornet di Boeign e gli Eurofighter, non ha soddisfatto nessuno. Il nodo c’è, considerando che a fine settembre la Germania ha annullato la gara STH (stimata intorno i 4 miliardi di euro) per i suoi nuovi elicotteri da trasporto pesante, rispedendo oltreoceano le proposte di Boeing e Lockheed Martin che avevano presentato (dopo intese con industrie tedesche e creazioni di team industriali) le rispettive proposte per Chinook e King Stallion.

LE TRUPPE USA IN EUROPA

Tali temi potranno essere trattati a Berlino da Austin. La nota del Pentagono spiega che si parlerà anche di come “combattere l’influenza malevola di rivali strategici condivisi”, espressione in cui è difficile non intravedere le già note perplessità statunitensi sui rapporti di Berlino con Mosca, a partire dal progetto Nord Stream 2. Negli incontri ci sarà spazio anche per discutere della postura militare degli Stati Uniti in Germania, altro tema spinoso lasciato da Trump. Da un paio di mesi Joe Biden ha congelato l’ordine di ritiro siglato a luglio dal suo predecessorie, con cui si prevedeva il rientro di 11.900 militari dal territorio tedesco, circa un terzo rispetto a una presenza complessiva di circa 36mila unità. Austin ha già avviato la sua Global Posture Review, con l’obiettivo di rivedere l’intera presenza all’estero della Difesa Usa, e su questo ha promesso ampio coinvolgimento di alleati e partner in “consultazioni costanti”. Non a caso Austin farà tappa anche a Stoccarda, sede del Comando Usa in Europa, e del Comando Usa in Africa.

LA SPONDA NATO

Dopo la Germania sarà la volta del Belgio. Il generale Austin approderà al quartier generale della Nato mercoledì prossimo. Ad accoglierlo ci sarà il segretario generale Jens Stoltneberg, tra i primi contatti dopo l’insediamento al Pentagono, già virtualmente incontrato a febbraio, in occasione della ministeriale Difesa dell’Alleanza. Il meeting verterà sui temi centrali del processo di riflessione strategica già avviato, Nato2030: come affrontare i “comportamenti destabilizzanti della Russia, l’ascesa cinese, il terrorismo e le sfide globali, come il Covid-19 e il cambiamento climatico”. Con ogni probabilità si parlerà anche del prossimo vertice dei capi di Stato e di governo, previsto prima dell’estate, con annesso nuovo Concetto strategico.

I TEMI A LONDRA

Infine, Austin volerà a Londra, per un incontro con il collega Ben Wallace, che solo poche settimane fa ha presentato il documento con cui Londra ha rivisto nel complesso la propria organizzazione militare nell’ambizione di una Global Britain e di una “Defense in a competitive age”. Nel documento in questione il Regno Unito ha rilanciato la partnership strategica con gli Stati Uniti, condividendo le preoccupazioni per la Russia e il focus sull’Indo-pacifico, lì dove Washington sta chiedendo agli alleati supporto nel contenimento dell’ascesa cinese.

LE NEWS SUL BUDGET

Nel frattempo, continuano a emergere oltreoceano indiscrezioni sul budget del Pentagono per il 2022. Tutte le previsioni indicano un budget “piatto”, non in crescita, ma neanche in diminuzione. Politico, citando tre fonti vicine al dossier, scrive che la richiesta dell’amministrazione (che dovrà passare poi per il complesso iter al Congresso) potrebbe ammontare a 715 miliardi di dollari per la topline. Sarebbe meno dei 722 preventivati da Trump, ma più dei 704 di quest’anno, una sorta di aggiustamento all’inflazione del bilancio militare.

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