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Il consiglio Usa-Ue su tech e commercio? Google applaude, Dombrovskis rilancia

La Commissione Europea ha proposto la creazione di un Consiglio Ue-Usa per il commercio e la tecnologia (Ttc). E, come scrive Karan Bhatia, top manager di Google, gli Stati Uniti dovrebbero accettare di corsa

“I tempi sono cambiati”, ha scritto Karan Bhatia, vicepresidente Government Affairs & Public Policy di Google. Ma, come cambiano i tempi dovrebbero cambiare anche le regole. Ormai tutto il mondo usa strumenti digitali e riconosce la necessità di una nuova regolamentazione che aiuti a sbloccare tutti i benefici della tecnologia. Ma – sottolinea Bhatia – “un’esplosione di politiche nazionali sta scoraggiando il commercio della tecnologia. Queste barriere includono non solo i dazi (che hanno colpito anche altri settori), ma anche controlli commerciali, tasse discriminatorie, restrizioni agli investimenti e nuovi regolamenti digitali che mirano direttamente alle aziende con sede all’estero.” Rimarcando, inoltre, come il mondo stia bloccando quella stessa tecnologia che in passato ha contribuito al progresso globale.

È proprio per questo motivo che gli Stati Uniti e l’Europa dovrebbero collaborare attraverso un Consiglio per il commercio e la tecnologia (TTC), ribadisce Bhatia. L’Europa ha proposto una serie di iniziative unilaterali volte alla regolamentazione del mercato, ma non vi è stato alcun coordinamento internazionale. Infatti, queste policy potrebbero essere un grandissimo danno per l’economia mondiale, dato che rischierebbero di mettere a repentaglio “i 16 milioni di posti di lavoro su entrambi i lati dell’Atlantico legati al commercio e agli investimenti transatlantici.”

Ma questa nuova proposta della Commissione Europea potrebbe cambiare le carte in tavola. Per Bhatia, “un dialogo commerciale accelerato ad alto livello sulle questioni tecnologiche è fondamentale per evitare approcci unilaterali su questioni pressanti come i flussi di dati che sono essenziali per il commercio, la regolamentazione delle piattaforme digitali che tutti noi usiamo ogni giorno, e altre componenti essenziali di un’economia moderna. Un TTC potrebbe anche evitare divergenze su aree emergenti come l’intelligenza artificiale e altre tecnologie avanzate e promuovere la cooperazione sulle sfide tecnologiche dei paesi terzi.”

Quindi, il TTC potrebbe essere la soluzione? Di sicuro c’è ancora molto su cui lavorare, e come enfatizza Bhatia, c’è bisogno di trasparenza e di un forte allineamento politico. “Gli Stati Uniti non dovrebbero promulgare nuovi regolamenti sulla privacy o sul controllo del commercio tecnologico senza consultarsi con l’Ue; l’Ue dovrebbe perseguire la consultazione bilaterale per garantire che iniziative tecnologiche come il Digital Markets Act si riflettano sull’alleanza basata sui valori UE e USA.” E, infine, rispetto al TCC: “gli Stati Uniti dovrebbero accettare l’invito di collaborazione e costruirci su qualcosa.”

Come ha ribadito anche il Vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis nella sua comunicazione sulla revisione della politica commerciale al Parlamento Europeo: “la linea di fondo è semplice: qualunque siano le sfide che l’UE e gli USA devono affrontare, non c’è un’alleanza di valori più forte al mondo.”

Alcuni giorni fa Anthony Gardner, ex ambasciatore statunitense all’Unione europea oggi managing partner del gruppo di private equity Brookfield e adviser del Brunswick Group, era intervenuto durante un evento organizzato da un altro Big Tech, Ibm, spiegandoche gli Stati Uniti sono “ready to engage” in ambito tecnologico. Ma tra nomine, necessarie conferme e primi lavori, serviranno “uno, forse due anni per i primi progressi”.

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