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Copasir, perché la guida spetta all’opposizione. Il commento di Paganini e Morelli

Di Pietro Paganini e Raffaello Morelli

Per legge la presidenza del comitato spetta ad un rappresentante dell’opposizione. Il presidente in carica è un rappresentante della Lega, che adesso è al governo. Ecco una via d’uscita dallo stallo. Il commento di Pietro Paganini e Raffaello Morelli (Competere)

La vita istituzionale è regolata dalla legge o dalle interpretazioni di legulei in nome di amicizie di potere senza riscontri legali? Il liberale Giolitti sosteneva che “per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano”.

Dopo oltre un secolo si auspica che non sia più così. Invece lo è, e lo dimostra la vicenda imbarazzante del Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica).

Per legge, la presidenza del comitato spetta ad un rappresentante dell’opposizione. Il presidente in carica è un rappresentante della Lega che era infatti, all’opposizione, ma che adesso è al governo. Dovrebbe quindi essersi già dimesso per farsi sostituire da un rappresentante parlamentare di Fratelli d’Italia, l’unico partito rimasto all’opposizione. Non si dimette, trovando il sostegno del suo partito, di molti parlamentari e forze politiche, compresi i due presidenti di Camera e Senato, oltre che dei soliti media al servizio dei gruppi di potere.

All’epoca del Conte I il presidente Copasir era del Pd all’opposizione.
Con il Conte 2 (Pd al governo e Lega all’opposizione) il presidente è passato alla Lega.
Con Draghi, Lega e Pd sono al governo, insieme a tutti gli altri, tranne Fratelli d’Italia, cui spetterebbe la presidenza.
La presidenza del Copasir è regolata dalla legge 124 del 2007.

L’art.30 istituisce il Copasir quale garanzia. Il comma 1 stabilisce che è “composto da cinque deputati e cinque senatori, nominati (…) dai Presidenti dei due rami del Parlamento in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, garantendo comunque la rappresentanza paritaria della maggioranza e delle opposizioni”. I commi 2 e 2bis specificano i compiti del Comitato. Il comma 3 stabilisce che “Il presidente è eletto tra i componenti appartenenti ai gruppi di opposizione”.

È grave che i parlamentari violino la legge, ma è gravissimo che lo facciano anche i due presidenti di Camera e Senato con una lettera in cui affermano che “i presidenti degli organi parlamentari non possono essere oggetto di revoca” e che ” non sussistono i presupposti giuridici per un intervento di tipo autoritativo delle presidenze delle camere”; e che “allo stato attuale il comitato può operare nella pienezza delle sue funzioni”.

La giustificazione di tale assurdità sarebbe che il requisito per cui “il presidente del comitato va eletto tra i gruppi di opposizione, è collocato al momento della formazione del comitato” e che non c’è “alcuna ipotesi di decadenza dalla carica del presidente”.

Ne consegue che il criterio garantista della legge non varrebbe per l’intera legislatura ed un’ampia maggioranza potrebbe agire come vuole. Così sostiene il presidente del Senato, nonché avvocato di professione, e aspirante Presidente della Repubblica.

La Lega adduce un’altra scusa, che si rifà al passato. Allora il presidente D’Alema si dimise da presidente Copasir, essendo il Pd entrato in maggioranza. Ma il Popolo della Libertà, per un gioco di poltrone convinse la Lega a lasciare D’Alema. Ci fu un accordo che nella circostanza odierna non c’è.

La questione si deve risolvere in base alla legge e non secondo i sofismi di chi pratica l’ironico aforisma di Giolitti.

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