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Il coprifuoco, Androclo e il leone. Il commento di Pennisi

Le forze politiche prendono posizione secondo i loro obiettivi elettorali specifici, così come nella commedia di George Bernard Shaw, Androclo e il leone, faceva l’Imperatore Vespasiano: convertitosi, da ben cinque anni al Cristianesimo, mandava i cristiani alle fiere al Circo Massimo perché i suoi sondaggisti gli avevano assicurato che per uno che, nell’arena, veniva divorato, cinquanta si convertivano alla religione venuta dalle province orientali dell’Impero. Il commento di Giuseppe Pennisi

Il coprifuoco, sia alle 22 sia alle 23, evoca ai più tristi ricordi di guerra, bombardamenti, corse ai rifugi. Le reazioni delle forze politiche al coprifuoco richiamano una bella commedia di George Bernard Shaw, Androclo e il leone, di cui venne anche fatto un film di grande successo al botteghino, ma di scarsa qualità una sessantina di anni fa.

Andiamo con ordine. Ai fini della lotta alla pandemia che il coprifuoco sia alle 22 od alle 23 non credo faccia una grande differenza. La fa per i ristoranti e – non ne parla quasi nessuno – per gli spettacoli all’aperto, quali i festival musicali. La misura sembra una dichiarazione di impotenza: dato che le forze dell’ordine non riescono a frenare la movida (causata un po’ da atavica indisciplina italica, un po’ da ribellione nei confronti di restrizioni che in varia guisa si estendono dal marzo 2020, un po’ da pura insipienza), si spera che il coprifuoco serva a farlo.

Le forze politiche prendono posizione secondo i loro obiettivi elettorali specifici, così come nella commedia di Shaw, faceva l’Imperatore Vespasiano: convertitosi, da ben cinque anni al Cristianesimo, mandava i cristiani alle fiere al Circo Massimo perché i suoi sondaggisti gli avevano assicurato che per uno che, nell’arena, veniva divorato, cinquanta si convertivano alla religione venuta dalle province orientali dell’Impero.

Analogamente, il leader della Lega Matteo Salvini – convinto, come noi, della scarsa utilità della misura in se stessa (se non come freno alla movida) – non può che prendere una posizione agnostica in seno al governo di cui fa parte – l’astensione – e cavalcare le tesi di coloro che si oppongono al provvedimento. Nella speranza che nelle prossime settimane, se i dati pandemici lo consentono, il coprifuoco venga portato prima alle 23, poi alle 24 ed infine rimosso. Se ciò avvenisse, se ne intesterebbe il merito. In caso, contrario, continuerebbe a fare firmare richieste di rimozione della misura – un modo comunque per fidelizzare potenziali elettori. In termini di teoria dei giochi, una posizione win-win , come quella dell’Imperatore Vespasiano in Androclo e il leone.

Cosa avrebbero dovuto fare i suoi avversari dentro e fuori la coalizione che sostiene il Governo Draghi? La posizione più logica sarebbe stata un silenzio attendista. Se la pandemia fa marcia indietro ed il coprifuoco viene allentanto, prima, e rimosso, poi, si sarebbero trovati nella posizione di poter esaltare “la saggezza collettiva”, limitando le possibilità di Salvini di prendersi tutto il merito. In caso contrario, avrebbero potuto puntare il dito contro chi ha cercato di annacquare la misura.

Una posizione attendista, e silenziosa, è stata presa dal Movimento Cinque Stelle (M5S) che, oltre tutto, è alla prese con un grande travaglio interno ed ha, tra i suoi elettori, non pochi che sbraitano contro le restrizioni; alla manifestazione di sabato 24 aprile al Circo Massimo a Roma, c’erano anche esponenti locali del M5S. Liberi e Uguali (Leu) ha taciuto. Forza Italia e i centristi hanno approvato il coprifuoco ma fatto sapere che pregano Iddio perché la situazione pandemica consenta che venga rimosso.

Il segretario del Partito Democratico (Pd) probabilmente non ha letto Shaw. Si è lanciato in una filippica contro Salvini, chiedendo quasi l’espulsione della Lega dal governo. È stato, a mio avviso, un errore quale che sia il destino del coprifuoco nei prossimi mesi. Ha scoperto le carte: una maggioranza “Ursula” (senza Lega ma con Forza Italia e i centristi) che elegga Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica e si prepari a governare nella prossima legislatura. Non solo non tiene conto della scarsa consistenza parlamentare di un Pd per di più diviso in correnti. Ma se è il solo giocatore che scopre le carte, mentre gli altri le tengono ben coperte, si pone in una posizione difficilmente vincente.


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