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Così può ripartire la filiera delle telecomunicazioni in Italia

Di Nicola Blefari Melazzi

La pandemia da covid-19 ci ha insegnato l’essenzialità delle reti di telecomunicazioni e l’importanza di avere una nostra capacità tecnologica e produttiva in settori chiave. Senza un’azione coordinata e forte, non solo non avremo sovranità o indipendenza, ma ci ridurremo al ruolo di compratori non consapevoli di prodotti altrui, scrive Nicola Blefari Melazzi, Direttore CNIT e membro del Gruppo dei 20 – Università Tor Vergata

La rete di telecomunicazioni globale è oggi Internet; essa include quasi tutte le altre reti, tra cui 5G. Internet significa inter-rete; è una rete di reti; non è stata costruita tutta insieme ex novo, ma si è sviluppata unendo reti preesistenti ed eterogenee tra loro, a cui poi ne sono state aggiunte altre. Internet è costituita da un certo numero di reti componenti e da alcuni sistemi che le interconnettono e che consentono a terminali appartenenti a reti diverse di scambiarsi informazioni. È un po’ come decidere di federare degli Stati già esistenti, ognuno con la sua lingua, che tramite un sistema di interpreti verso una lingua comune riescono a trovare modo di comunicare.

Questo modello era in competizione con la cosiddetta B-ISDN (broadband ISDN): una rete omogenea, evoluzione della originaria rete telefonica e con un ambizioso obiettivo: realizzare un’unica rete per il trasporto ubiquitario di qualsiasi tipo di informazione. È un po’ come decidere di costruire uno Stato nuovo, i cui cittadini parlino tutti la stessa lingua e dove non ci sono quindi problemi di comunicazione.

Il tentativo di B-ISDN di uniformare i diversi apparati di telecomunicazione non ha avuto il successo sperato. La filosofia seguita da Internet è stata invece opposta: ha preso atto delle diversità e ha cercato, riuscendoci, di far colloquiare sistemi diversi. Il risultato è stato che Internet si è diffusa rapidamente, anche perché ha potuto usare sistemi esistenti, impedendo alla nuova B-ISDN di svilupparsi.

Ambedue le soluzioni presentavano lati positivi e negativi. Un’unica tipologia di rete come la B-ISDN avrebbe portato a sinergie, economie di scala, efficienza e prestazioni uniformi in tutta la rete, cosa che il modello Internet non poteva vantare. La soluzione Internet ha consentito di realizzare la rete in minor tempo, con minori costi, anche se con peggiori prestazioni, grazie a intuizioni molto efficaci. Ha anche accelerato la competizione tra diverse tecnologie, soprattutto di accesso, cioè nella parte esterna, di bordo, della rete, il che ha portato ad aspetti positivi, ad esempio potenziando le reti mobili.

Da questo quadro di partenza, come si sta evolvendo la rete? Sono in azione diverse tendenze:

  • la parte interna della rete si semplifica e omogeneizza, con spostamento della complessità e dell’intelligenza verso i bordi della rete o in siti localizzati. Ciò implica un corrispondente spostamento del valore, soprattutto se si prende come punto di partenza la rete telefonica classica;
  • la rete diventa software: invece di usare apparati di rete costituiti da hardware dedicato, si usano dei calcolatori dotati di software opportuno; è come passare da una macchina da scrivere a un computer con un programma di scrittura. Ciò implica riduzione dei costi, semplificazione di installazione e di aggiornamento, ma anche nuove funzionalità, migliori prestazioni e quindi nuovi servizi e applicazioni;
  • la rete si integra con il cloud; cioè con il modello che prevede che la memorizzazione e l’elaborazione dei dati degli utenti avvenga in centri comuni situati presso dei fornitori di servizi, invece che nei computer dislocati a casa loro; il cloud tende inoltre a distribuirsi geograficamente, producendo diversi cloud più piccoli e posti più vicino agli utenti (edge cloud). Ciò ha conseguenze analoghe al punto precedente;
  • la rete software e il cloud rendono possibile usare tecniche di intelligenza artificiale per le applicazioni di utente, ma anche per far funzionare meglio la rete stessa. Ciò amplifica ulteriormente quanto detto sopra;
  • cambia la tipologia degli utenti: la rete è sempre più usata da utenti non umani: sensori, macchine, strumenti. Ciò implica un aumento enorme del loro numero e della diversità delle prestazioni che tali nuovi “utenti” chiedono alla rete;
  • cambiano gli schemi di comunicazione: il flusso di informazioni non va solo da un utente a un altro, come avveniva in una telefonata classica, ma sempre più da un utente al cloud e poi eventualmente a un altro utente; si pensi a un messaggio Whatsapp o Instagram; non mando direttamente una foto a un amico, ma la metto su un server da cui poi potrà essere vista da chi lo vuole/può. Inoltre, assumono sempre più importanza comunicazioni non più tra coppie di utenti ma tra gruppi di essi, sia per videoconferenze, sia per trasmissioni diffusive di contenuti audio-video e in prospettiva di realtà aumentata o artificiale. Ciò determina un cambiamento delle prestazioni richieste.

Cosa implicano queste tendenze?

Cambiano gli utenti, i terminali e i servizi, ponendo alla rete richieste eterogenee e sfidanti: alla rete telefonica chiedevamo tutti la stessa cosa e con lo stesso terminale: fare una telefonata. Oggi ogni diversa tipologia di terminale e ogni diversa applicazione chiede cose diverse alla rete.

Cambiano la catena del valore e i rapporti di forza nel settore, con un più vasto ecosistema, che include più attori e più complesse relazioni e opportunità commerciali e con caratteristiche di maggiore eterogeneità e dinamicità e concorrenza. Anche i settori applicativi diventano attivamente coinvolti nella creazione e fornitura di servizi, con la rete che acquisisce importanza e genera impatto in ogni settore: agricoltura, commercio, energia, finanza, manifattura/industria, media, salute, sicurezza/safety, trasporti.

Cambiano infine le professionalità richieste per progettare, costruire, installare e gestire le reti e quindi deve cambiare anche l’istruzione e la formazione; il cambiamento non deve però essere inteso nel senso di inseguire le singole tecnologie ma di comprendere le nuove discipline oggi necessarie.

Cosa bisogna fare ora?

Bisogna definire un sistema di regole e garanzie che riguardi in modo integrato e non compartimentato, tutti i termini della questione. Quindi non solo la rete fissa, ma anche quella cellulare, le altre tecnologie di accesso, in prospettiva la rete satellitare e i servizi; il tutto senza dimenticarsi che gli utenti della rete non sono solo essere umani, ma anche cose e che le prestazioni devono essere migliorate e garantite da utente a utente e non solo in parti della rete.

Bisogna proteggere la rete e i suoi dati da malfunzionamenti, errori ma anche da attacchi, inclusi quelli che sfrutteranno l’intelligenza artificiale; la rete ha ormai una importanza superiore a quelle di altre infrastrutture fisiche; ad essa vanno dedicate le massime attenzioni.

Bisogna pensare allo sviluppo della rete; la rete di telecomunicazioni è uno dei sistemi più complessi mai creati dall’umanità e necessita di una filiera completa per gestirne l’eterogeneità e consentirne l’evoluzione. La filiera deve coprire tutte le fasi del percorso che porta dalle idee e dalla ricerca all’innovazione tecnologica e di servizio e quindi alla nascita e crescita di imprese nazionali. Il tema della Rete e dei Servizi di Telecomunicazioni è una condizione necessaria per il rilancio del Paese; senza una rete i dati non possono essere generati e trasportati e nemmeno elaborati e usati; senza una rete la digitalizzazione non è possibile.

Bisogna insomma (ri)costruire una filiera completa delle Reti di Telecomunicazioni, il che è in linea con gli obiettivi generali del PNRR: fornire degli abilitatori che mettano in moto circoli virtuosi e interi settori, lasciando alla fine del piano risultati concreti e duraturi. In questo caso: miglioramento strutturale della ricerca del settore; rafforzamento del legame tra eccellenza scientifica e impresa; capacità di impiegare le TLC nei più diversi settori; trasformazione digitale delle imprese; creazione di nuove imprese e aumento della loro dimensione media. Un’intera filiera, dunque, certo non solo l’acquisto e l’installazione delle componenti fisiche, fibre e rete 5G.

La rete e i servizi di telecomunicazioni sono uno strumento trasversale e prioritario, senza il quale le altre componenti del PNRR non hanno semplicemente modo di realizzarsi.

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