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Di Maio e Blinken, così cambia il clima. Il bilancio di Geopolitica.info

Di Alessandro Savini ed Elisa Maria Brusca

Una scaletta fitta di incontri, celebrazioni, vertici. Il viaggio di Luigi Di Maio a Washington DC avrà eccome un impatto politico (positivo) sulle relazioni bilaterali. E ha la benedizione di Mattarella. L’analisi di Alessandro Savini ed Elisa Maria Brusca (Geopolitica.info)

In questi due giorni Luigi Di Maio – primo ministro degli Esteri ad essere ricevuto dalla nuova Amministrazione americana – è stato impegnato a Washington, dove ha già incontrato il Segretario di Stato Antony Blinken, nelle celebrazioni per i 160 anni delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Italia.

Dopo le incertezze immediatamente successive all’insediamento di Biden, quando l’Italia sembrava essere stata relegata ad uno status di alleato secondario – nel consueto giro di chiamate con gli alleati principali non figurava l’Italia –, le relazioni tra Roma e Washington sembrano in fase di rilancio. L’invito a Washington, infatti, segue l’incontro avvenuto durante la ministeriale Esteri della Nato tenutasi a Bruxelles a fine marzo. In quell’occasione, il Segretario di Stato Blinken e il ministro degli Esteri di Maio avevano ribadito l’importanza di una partnership solida tra Italia e Stati Uniti. Tra i dossier discussi Cina, Libia, Nato 2030, il futuro dell’Alleanza in Afghanistan e il continuo supporto italiano nella lotta all’Isis.

Il benvenuto del Segretario di Stato, che ha assicurato che la voce e la leadership italiana sono cruciali in tutti i dossier condivisi dai due Paesi, si è rivelato più che caloroso, lasciando intendere che i dossier su cui discutere sono stati molteplici: gli atti preparatori del G20 a presidenza italiana, il rilancio delle relazioni transatlantiche, il cambiamento climatico, la questione libica, le rinnovate tensioni in Ucraina e l’inevitabile cooperazione per sconfiggere la pandemia da Covid-19.

Secondo le dichiarazioni di Di Maio, Stati Uniti e Italia hanno opinioni convergenti sulla necessità di imprimere un’accelerazione congiunta alla campagna vaccinale e alla consegna delle dosi già acquistate “per fronteggiare la geopolitica dei vaccini dal quadrante orientale”. Ciononostante, la linea emersa e ribadita sia da Fauci che da Blinken è quella dell’America First. Dunque, per il momento, nessuna fiala extra.

L’incontro è stato fruttuoso anche per un dossier cruciale come quello della Libia. Secondo quanto è emerso, infatti, ci si potrà attendere maggiore cooperazione tra Italia e Stati Uniti anche in merito alla questione libica. Roma e Washington, infatti, hanno ribadito il loro supporto all’unità del Paese e allo svolgimento delle elezioni previsto per dicembre, auspicando il rispetto del cessate il fuoco.

Come ha fatto sapere Di Maio, la presenza di truppe straniere, ossia russe e turche, sono considerate un problema per lo sviluppo del Paese anche dagli Stati Uniti. Il primo ministro ad interim di Tripoli, Hamid Dabaiba ha incontrato Erdogan, che ha promesso 150.000 dosi di vaccino e riaffermato la validità dell’Accordo sui confini marittimi tra i Paesi concluso nel 2019.

Nonostante i recenti risvolti, Di Maio e Blinken hanno concordato sulla necessità di far sentire maggiormente il peso americano all’interno della Conferenza di Berlino. Ad ogni modo, rimane salda la convinzione che con Erdogan, dittatore o meno, ci sia la necessità di continuare a cooperare, soprattutto all’interno della Nato dato il recente inserimento della Turchia nelle vicende ucraine.

Dal Dipartimento di Stato è poi giunto, contestualmente alla dichiarazione dei ministri degli esteri dei Paesi G7, il supporto incondizionato alla sovranità, all’indipendenza e all’integrità territoriale dell’Ucraina. A preoccupare è l’incremento delle forze militari russe lungo i confini del Paese, giunto senza preavviso e dunque interpretabile come un’attività destabilizzante e minacciosa.

L’invito rivolto a Mosca è quello di ridurre le tensioni e porre fine alle provocazioni, tensioni che hanno subito un incremento nelle ultime settimane nella regione del Donbass, interrompendo un periodo di relativa calma inaugurato nel luglio 2020 grazie al cessate il fuoco raggiunto. Nessuna novità sul ritiro delle truppe in Afghanistan, dove l’Italia è impegnata con circa 800 unità nella missione Resolute Support. Il ritiro avverrà, ma non è stata fissata alcuna data. Quella del 1° maggio sembra ormai essere saltata.

All’incontro tra Di Maio e Blinken si è poi aggiunto John Kerry, Inviato Speciale per il Clima. Il ministro degli Esteri italiano ha sottolineato l’importanza del climate change, un dossier per il quale l’Italia da tempo riconosce la crucialità per questioni di sicurezza e non: nel settembre 2020, ad esempio, la Rappresentanza Permanente dell’Italia alla Nato ha organizzato un seminario sul rapporto tra ambiente e sicurezza.

La stessa nomina di un ministro per la transizione ecologica ne è la prova. Inoltre, è interessante sottolineare come, durante il colloquio tra i tre, Di Maio abbia espresso la volontà da parte del governo italiano di istituire una figura come quella rappresentata da Kerry, nata con l’insediamento dell’Amministrazione Biden. In questo senso, la presidenza italiana al G20 e la copresidenza alla COP26 serviranno come ulteriori fora di cooperazione tra Italia e Stati Uniti in materia di cambiamenti climatici.

Il ministro degli Esteri italiano in visita a Washington ha rappresentato un governo atlantista e concentrato ad impegnarsi nelle più impellenti questioni di sicurezza nazionale ed alleata. Il viaggio di Draghi in Libia ne è un chiaro esempio. L’incontro tra Di Maio e Blinken ha segnato, dopo la parziale perdita di prestigio degli ultimi anni, un chiaro e netto riavvicinamento tra Italia e Stati Uniti, impegnati nel fronteggiare in maniera congiunta le sfide future.

Da Roma arrivano anche le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Mattarella che confermano quanto emerso da questo viaggio: “È mio auspicio che Washington e Roma possano costantemente rinsaldare la loro vicinanza e sviluppare sempre più la loro collaborazione a sostegno dell’affermazione dei comuni valori”. Nel frattempo, Blinken è atterrato a Bruxelles dove si unirà al Segretario della Difesa Austin nei colloqui con gli alleati della Nato.

Anche in quest’occasione il dibattito sarà incentrato sui dossier più scottanti del momento: l’assertività russa e la situazione al confine con l’Ucraina e il processo di pace in Afghanistan. Nonostante le sfide dell’oggi e del domani, il legame transatlantico è più forte che mai e la special relationship tra Italia e Stati Uniti sembra ormai avviata verso una fase di rilancio che mancava da tempo.

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