Mercoledì il gruppo Ppe al Parlamento europeo voterà l’ingresso della ex deputata 5 Stelle Isabella Adinolfi. Oltre a lei, arriva l’ex leghista Andrea Caroppo. Nei corridoi di Bruxelles però si vocifera che ci sono altri deputati del Movimento che guardano con interesse al Ppe
Si è ormai consumata la rottura definitiva tra Davide Casaleggio, la piattaforma Rousseau e il Movimento 5 Stelle. Casaleggio ha staccato la spina a quella che era il simbolo della democrazia rappresentativa, considerata una fonte di legittimazione popolare ad ogni scelta del Movimento. Con la piattaforma Rousseau muore il cuore pulsante dei 5Stelle, finisce l’era della democrazia dal basso, vera o presunta. I cittadini elettori dei 5 stelle attraverso la piattaforma si sentivano parte delle scelte fatte, indipendentemente dal risultato delle votazioni.
Intanto il Movimento perde pezzi, mercoledì della prossima settimana il gruppo Ppe al Parlamento europeo voterà l’ingresso della ex deputata 5 Stelle Isabella Adinolfi nei popolari. Oltre a lei, nello stesso giorno si voterà anche per l’ammissione al Ppe di un altro deputato italiano, l’ex leghista Andrea Caroppo. Nei corridoi di Bruxelles però si vocifera che ci sono altri deputati del Movimento che guardano con interesse al Ppe. Insomma, i 5 stelle continuano a perdere pezzi in seno all’Europarlamento: già nel mese di dicembre scorso 4 deputati vicini a Di Battista (Rosa D’Amato, Piernicola Pedicini, Ignazio Corrao ed Eleonora Evi) avevano abbandonato il Movimento per approdare al gruppo dei Verdi.
A soli due anni dall’inizio della legislatura, la delegazione dei 5 Stelle (posizionata nei Non Iscritti) appare dimezzata. Appaiono ormai lontani i tempi in cui Grillo e il Movimento strillavano a gran voce che avrebbero cambiato l’Europa, a partire dalla soppressione della sede del Parlamento europeo di Strasburgo che per ora è ancora lì, visto che bisognerebbe cambiare il trattato all’unanimità per cancellarla e quindi è più probabile che venga messa fuori uso a causa della situazione creata dal
Covid. Le negoziazioni sono iniziate e ci sono ancora altri tre anni prima che finisca la legislatura, e vedremo quanti deputati cambieranno schieramento da qui alla fine.