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L’agenda euromediterranea tra digitale e transizione ecologica

Di Davide Maniscalco

Prosperità, stabilità e sicurezza sono gli obiettivi dell’agenda euromediterranea della Commissione europea

Lo scorso febbraio, l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha inviato una comunicazione congiunta al Parlamento, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni in cui ha ribadito come il Mediterraneo sia da considerarsi il fulcro dell’agenda politica europea, che pone al centro della strategia il duplice sfidante obiettivo della transizione ecologica e del digitale, invero ispirandosi all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, nonché all’accordo di Parigi e al Green Deal europeo.

In tale scenario viene altresì ribadita l’importanza strategica di un partenariato mediterraneo ulteriormente rafforzato in coerenza con la politica europea di vicinato (che si applica ad Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Georgia, Israele, Giordania, Libano, Libia, Moldova, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia ed Ucraina), preordinata al consolidamento della prosperità, stabilità e sicurezza di tutti i Paesi interessati, nella cornice di una piena condivisione dei valori democratici dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, nonché delle iniziative di cooperazione.

E infatti, il dialogo e la cooperazione costituiscono i principali pilastri della rilanciata partnership tra l’Europa e la regione del Mediterraneo, che riveste sempre più una importanza geostrategica e logistica, sopra e sotto la superficie acquea, soprattutto nell’auspicabile prospettiva del recovery post pandemico, che renderà imprescindibili un approccio strutturato e un’azione congiunta per fronteggiare le nuove sfide socioeconomiche, climatiche, ambientali, di governance e di sicurezza dell’area.

Il partenariato per il mediterraneo prevede una serie di proposte che consistono:

  • nell’elaborazione di un piano economico e d’investimento per i vicini meridionali nell’arco del settennio di programmazione 2021-2027 per dare impulso alla ripresa socioeconomica a lungo termine, favorire lo sviluppo sostenibile, sanare gli squilibri strutturali ed attingere alle potenzialità economiche della regione;
  • nell’unione delle forze per combattere i cambiamenti climatici, ridurre le emissioni nocive, usare le risorse in modo sostenibile e accelerare la transizione ecologica;
  • nel rinnovato impegno a favore dello Stato di diritto, dei diritti umani e fondamentali, dell’uguaglianza, della democrazia e del buongoverno quale fondamento per società stabili, eque, inclusive e prospere, nel rispetto della diversità e della tolleranza;
  • nell’affrontare in modo coeso le sfide dello sfollamento forzato e della migrazione irregolare per cogliere i benefici della migrazione legale in modo efficiente ed efficace, attraverso partenariati globali, e tutelare i diritti dei migranti e dei rifugiati, in linea con il nuovo patto europeo sulla migrazione e l’asilo;
  • nel rinnovato impegno a favore dell’unità e della solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione europea e un impegno reciproco verso azioni congiunte con i partner del vicinato meridionale, anche attraverso l’Unione per il Mediterraneo (istituzione intergovernativa che riunisce gli Stati membri dell’Unione europea e 15 Paesi della sponda meridionale ed orientale del Mediterraneo) per l’effettiva attuazione dell’agenda per il Mediterraneo, tenendo anche conto sia dell’esigenza di cooperare con i partner africani sia della recente normalizzazione delle relazioni tra Israele e una serie di Paesi arabi.

La nuova agenda per il Mediterraneo si traduce dunque nei seguenti cinque settori di attuazione.

  1. Sviluppo umano, buongoverno e Stato di diritto.
  2. Rafforzare la resilienza, costruire prosperità e realizzare la transizione digitale, tenendo conto, sul piano geo-strategico e logistico dell’importanza dell’area mediterranea dal settore dei trasporti a quello dell’energia, oltre a quello digitale in cui si conferma fondamentale hub per la trasmissione di dati attraverso dorsali intercontinentali altamente strategiche e dunque virtuoso volano di sviluppo di economie sempre più connesse e inclusive.
  3. Pace e sicurezza, attraverso una politica congiunta di contrasto al terrorismo, coerente con la EU Security Union Strategy, che preveda: l’intensificazione degli sforzi per prevenire la radicalizzazione; l’approfondimento dei dialoghi interreligiosi e interculturali; lo sviluppo della capacità di contrastare l’estremismo violento, il reclutamento online; la prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online; e ancora, il contrasto al traffico illecito del patrimonio culturale, alle minacce ibride, criminalità informatica e criminalità organizzata, compreso il commercio di armi da fuoco illegali, il traffico di droga e il riciclaggio di denaro. In questo pilastro rientra anche la proposta di un rafforzamento della cooperazione nelle attività di contrasto e giudiziaria, anche con l’ausilio delle competenti agenzie dell’Unione europea di law enforcement (Europol, Cepol, Frontex, Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, Eurojust).
  4. Migrazione e mobilità, attraverso forme di assistenza congiunta e mirata e la creazione di opportunità socio-economiche, da realizzarsi nella cornice di un’efficace governance della migrazione e dell’asilo.
  5. Transizione verde, resilienza climatica, energia e ambiente, attraverso un concreto impegno strategico orientato a sostenere lo sviluppo di un sistema finanziario che supporti la crescita sostenibile e gli investimenti nella resilienza climatica, biodiversità ed economia circolare.

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