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Senza gioco legale, vince solo la criminalità. L’appello del settore a Draghi

Le associazioni degli operatori del Gioco legale chiedono al governo di definire una road map precisa per riaprire in sicurezza le sale. Ad oggi chiusi 12 mila punti vendita, con 150mila famiglie a rischio

“Sconcerto e infinita preoccupazione per l’ assenza di indicazioni sulle riaperture del Gioco Legale nella bozza del decreto Covid”. Questo il commento delle quattro Organizzazioni che riuniscono le componenti industriali, produttive, del commercio, di servizi e la rete degli esercenti del Gioco Legale (Acadi-Associazione Concessionari dei Giochi Pubblici aderente a Confcommercio, Sistema Gioco Italia e As.Tro Assotrattenimento aderenti a Confindustria, Fiegl- Federazione Italiana Esercenti Gioco Legale aderente a Confesercenti).

“Il governo, anche alla luce della drammatica situazione economica del Paese, ha deciso di riaprire nelle prossime settimane praticamente tutte le attività economiche, compresi cinema, teatri, palestre” – affermano i vertici delle Organizzazioni di Confindustria, Confcommercio e Confesercenti – “ma nelle bozze del DL, ancora una volta non troviamo alcun cenno circa la riapertura delle sale da gioco che, ricordiamo, sono chiuse da 300 giorni”. La situazione economica delle aziende del settore, che non hanno goduto al momento di alcun ristoro, è drammatica: 12 mila punti vendita chiusi, tutto l’indotto completamente fermo, oltre 60 mila lavoratori realmente a rischio su un totale di oltre 150 mila totali.

“Siamo stupefatti che il settore del gioco rimanga praticamente l’unico escluso dalle previsioni di riapertura – proseguono le associazioni di settore – nonostante l’impegno ad una riapertura in sicurezza e sostenibile. Confidiamo che nel testo definitivo del D.l. il Governo possa indicare una data certa di riapertura, coerentemente con quanto è accaduto per tutti gli altri settori economici”

Sulle stessa lunghezza d’onda anche il sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon che proprio ieri ha sottolineato “gli effetti della crisi dovuta al Coronavirus” “drammatici per il settore del gioco legale, con una ripercussione molto grave sia sul piano fiscale sia, soprattutto, sul piano economico e occupazionale” ribadendo l’impegno a “ sostenere la ripartenza della filiera del gioco legale anche per mettere un freno al business delle attività illegali”.

La mancata citazione delle sale da gioco della lista delle attività in procinto di riapertura permane nonostante il settore si sia dotato Protocolli di Sicurezza Sanitaria estremamente rigidi, condivisi con le Organizzazioni Sindacali e trasmessi ufficialmente ai Ministeri di competenza, per riaprire in sicurezza, con misure di prevenzione e contenimento del virus ancor più restrittive rispetto a quelle previste dai Dpcm e dalle Linee Guida emanate dalla Conferenza delle Regioni. Una garanzia della messa in sicurezza di tutta la filiera: dipendenti, clienti e fornitori.


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