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Sanzioni contro l’Iran. Un’azienda italiana nel mirino Usa. Tutti i dettagli

Trump o Biden, l’Ofac continua a lavorare a pieno regime. Il Tesoro Usa e l’italiana Nordgas raggiungono un accordo di 950.000 dollari per possibili violazioni delle sanzioni all’Iran

Alcuni giorni fa il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato di aver raggiunto un accordo per la chiusura di un contenzioso con la società italiana Nordgas S.r.l. di Costa Masnaga (Lecco), che produce componenti per impianti e caldaie a gas, per possibili violazioni delle sanzioni all’Iran. L’accordo ammonta a 950.000 dollari (circa 800.000 euro), di cui 650.000 sono sospesi in attesa “del soddisfacente completamento degli impegni di conformità di Nordgas”.

Nella nota pubblicata dall’Ofac, l’ufficio del Tesoro statunitense che amministra i regimi sanzionatori, si legge: “la condotta di Nordgas ha provocato apparenti violazioni” del regime sull’Iran. “In particolare, nel periodo compreso tra il 23 marzo 2013 e il 31 marzo 2017, Nordgas sembra aver violato” due articoli “quando: (i) si è impegnata nella riesportazione, vendita o fornitura, direttamente o indirettamente, dagli Stati Uniti di 27 spedizioni di pressostati per aria a una persona in un Paese terzo con conoscenza o motivo di sapere che erano destinati specificamente alla fornitura, al trasbordo o alla riesportazione, direttamente o indirettamente, a ben dieci diverse società iraniane ; e (ii) ha indotto una società statunitense a esportare indirettamente merci in Iran”. Affari per un totale di 2.526.783 dollari.

La società statunitense in questione è la UniControls di Cleveland che ha risolto la sua posizione con un accordo con l’Ofac a metà marzo, accettando di pagare 216.464 dollari.

Secondo Michael Volkov, ex procuratore federale statunitense e avvocato esperto di corruzione, criminalità e compliance, questa azione “è un esempio interessante della portata della giurisdizione dell’Ofac”: “le società straniere non possono mascherare o nascondere il coinvolgimento di un Paese o di una persona sanzionata in una transazione falsificando i nomi degli utenti finali o di altre parti”, sostiene l’esperto. Che aggiunge: “mentre l’amministrazione Biden prende lentamente le redini del dipartimento del Tesoro, è probabile che l’attività dell’Ofac aumenti. Le aziende dovrebbero aspettarsi sanzioni più complesse, comprese sanzioni rigorose previste contro la Russia per interferenze elettorali. La missione e il profilo di applicazione dell’Ofac aumenteranno”.

Tradotto: mentre il team di Joe Biden valuta l’allentamento delle sanzioni all’Iran, l’Ofac non molla la presa. E forse è anche un messaggio agli alleati della volontà degli Stati Uniti di riportare a livello multilaterale – anche – la discussione sull’accordo nucleare con Teheran.

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