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Letta e la ricostruzione dell’Italia. Nicodemo spiega da dove partire

La politica non dovrebbe interrogarsi su quando usciremo dalle zone rosse, arancioni o gialle, ma come sarà la ricostruzione dell’Italia. Di chi e di cosa ci prenderemo cura? Quali saranno le priorità di cui preoccuparsi? Quali visioni di futuro e progresso determineranno la nuova Italia? Quali paradigmi di sviluppo risolleveranno l’economia nazionale?

Da settimane i sondaggi politici registrano trend sostanzialmente stabili. Il calo costante della Lega e del suo leader da settembre 2019 si è assestato, e come tra vasi comunicanti, la crescita di FdI si è fermata. Stesso discorso per il M5S che si è stabilizzato intorno al 18% e per il Pd che con la nuova leadership di Letta è tornato a toccare il 20%. Draghi e il governo godono ancora della piena fiducia degli italiani, ma la luna di miele sta volgendo al termine. Giuseppe Conte, invece, continua ad avere un consenso personale enorme, che – bisogna ammettere – sta gestendo con intelligenza. Poche uscite pubbliche, uso parsimonioso dei social media, nessuna intervista.
È quindi evidente che il mercato elettorale italiano sia fermo. In realtà non è molto sorprendente. Spossati da più di un anno di pandemia, siamo un po’ tutti in attesa della fine di questo incubo. La campagna di vaccinazione è l’uscita dal tunnel che ci porterà a una nuova normalità. Al momento, però, siamo bloccati, congelati in una quotidianità fatta di restrizioni, distanziamenti ed eterno tempo presente.

Anche la politica, salve rarissime e lodevoli eccezioni, è tutta concentrata nella gestione dell’esistente. Si preoccupa di dare risposte alle urgenze del momento, quasi tutte a debito delle generazioni future, e fa propaganda sulla data di apertura, confondendo lo scorrere del tempo con la visione di Paese. La politica non dovrebbe interrogarsi su quando usciremo dalle zone rosse, arancioni o gialle, ma come sarà la ricostruzione dell’Italia. Di chi e di cosa ci prenderemo cura? Quali saranno le priorità di cui preoccuparsi? Quali visioni di futuro e progresso determineranno la nuova Italia? Quali paradigmi di sviluppo risolleveranno l’economia nazionale?
C’è, quindi, da scrivere un nuovo capitolo della storia italiana, che inevitabilmente sarà fatto da protagonisti politici in grado di voltare pagina rispetto questa stagione di dolore e distanza.

Filippo Sensi, deputato del Pd e uomo di acume e sensibilità, sta da tempo facendo un appello alle istituzioni, perché uno dei primi punti su cui ricostruire il Paese sia quello di prendersi cura dei destini dei nostri adolescenti, tormentati da un anno di lontananza fisica dalle proprie comunità scolastiche, di relazione sempre più virtuali, di paure, di responsabilità troppo grandi e di sensi di colpa. La capogruppo al Senato, Simona Malpezzi, in una bella intervista alla Stampa, ha messo questo tema come una delle priorità del Pd.

Forse Enrico Letta dovrebbe farne uno dei punti identitari del partito che si sta impegnando a riconnettere con il Paese reale: occuparsi dei nostri ragazzi, non solo della loro istruzione, ma anche della loro socialità, e soprattutto della cura della loro anima. Psicologi e terapisti saranno fondamentali per la ricostruzione dell’Italia, almeno quanto la transizione ambientale e digitale.


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